Di Federico Romeo Bircolo Premesso che non sono un tecnico esperto di marketing ma semplicemente…
- Cosa ne pensa del tramonto del sogno ‘La Sportiva Outdoor Paradise’?
- È una malinconica disillusione. È la prova che è più semplice arrotolarsi sulle consuetudini che stendersi verso l’ignoto. Certo l’idea presentava delle incognite, ma il valore dell’innovazione passa proprio attraverso l’inconsapevolezza: camminando su sentieri noti difficilmente si arriverà in posti nuovi. In questo caso ha vinto chi ha scelto di percorrere sentieri già percorsi.
- Non rischiare potrebbe essere una buona cosa per chi ha un’attività in zona, non crede?
- Potrebbe, o forse no. Lo sapremo soltanto tra dieci o vent’anni quando ci guarderemo indietro e avremo in mano gli elementi per valutare la scelta che è stata fatta di fronte a questo bivio. Sono però convinto che i successi non si misurino solo in denaro. Nell’idea de La Sportiva Outdoor Paradise vi erano molti elementi estranei alla logica del ‘bip’ che invece contraddistingue la filosofia dello sci alpino moderno. E vi era anche un elemento che mi pare di non scorgere in molti imprenditori turistici locali, ed è un elemento che ritengo fondamentale: l’amore per il territorio. Sono davvero convinto che alla base dell’idea di Lorenzo Delladio vi fosse proprio quell’elemento.
- Perché vedeva così di buon occhio l’idea de La Sportiva?
- Perché era stimolante, elettrizzante. Perché proponeva un radicale cambio di rotta, una rottura con il passato che secondo la mia opinione avrebbe giovato a Passo Rolle e alle località vicine. Questo valico ha sofferto molto negli ultimi decenni, segnare un anno zero e ripartire con una strada completamente nuova sarebbe stato fantastico, unico. Non sto qui a parlare di cambiamenti climatici, crisi dello sci, differenziazione turistica e altri discorsi che negli ultimi mesi sono stati fatti più volte. Riferisco semplicemente le mie sensazioni: sarebbe stato uno stupendo nuovo inizio proprio perché ignoto, avventuroso, stimolante e assolutamente diverso. Tra dieci anni Passo Rolle sarà una perla dello sci europeo collegata con tutte le località vicine? Gli inverni saranno nevosi? Ci saranno impianti moderni e piste di ogni tipo? Bene, bravi. Ma quel sentiero di cambiamento radicale che Delladio ci indicava, comunque non sarà stato percorso. E questo, per me che per natura amo l’ignoto, è un gran peccato.
- È polemico con chi è riuscito ad acquistare gli impianti Sitr a Passo Rolle?
- No, nessuna polemica. Auguro loro di realizzare tutti i loro desideri lavorativi, sperando che questi coincidano con il bene di tutta la zona. La loro idea di Passo Rolle non corrisponde con la mia, ma faccio loro comunque i migliori auguri di buon lavoro. Auspico anche che tutta questa lunga vicenda possa essere l’inizio di una vicinanza maggiore tra Fiemme e Primiero e che tutti abbiano imparato qualcosa. Personalmente ho imparato che la disillusione è una parte della vita, che a volte le idee troppo belle sono destinate a rimanere idee, e che la loro bellezza risiede anche nella speranza di vederle un giorno realizzate.
Io continuo a sperare.
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