MOENA - Ritorna, da domani a sabato, a Moena, la «Settimana della montagna». Una serie…
Si è conclusa la settimana celebrativa del 130° anniversario della nascita di Acide De Gasperi venuto al mondo il 3 aprile 1881 a Pieve Tesino. Anche Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo si è svolta una solenne cerimonia nel nome di De Gasperi. L’occasione è stata data dall’intitolazione allo statista trentino dell’Aula del gruppo del Partito Popolare Europeo che conta la maggioranza relativa dei parlamentari e dello scoprimento di un busto dello statista italiano. Presenti le massime autorità dell’Istituzione dell’Unione europea e dalla figlia Maria Romana. I numerosi interventi sono stati un coro di ammirazione e riconoscenza per il figlio della terra trentina entrato nella storia come grande Padre d’Europa unitamente al tedesco Konrad Adenauer e al francese Robert Schuman.Anche Predazzo non ha voluto mancare all’appuntamento e con una simpatica cerimonia chiesta e voluta in collaborazione con l’Amministrazione comunale dall’Associazione “PREDAZZANI NEL MONDO” sez. Giuseppe Morandini di Olgiate Comasco (Como). Sabato 2 aprile presso l’Hotel Cimone alla presenza del Vicesindaco Renato Tonet e dell’Assessore Lucio Dellasega è stato consegnato dal Presidente Michele Boninsegna, il ritratto di un giovane Alcide De Gasperi del pittore Ernesto Roversi, olio su tela, in memoria della sua prima azione politica, organicamente strutturata, quella a favore dei segantini della Val di Fiemme, allora ignobilmente sfruttati. Nel discorso di consegna del ritratto sono state ripercorse le tappe fondamentali dell’azione politica, ma soprattutto umana, caratterizzata nel corso degli anni da tante traversie. Sono stati richiamati i valori di fondo nei quali egli credeva, le tendenze morali della sua personalità, la capacità dello statista trentino di dominare la situazione complessa in cui versava l’Italia in quei anni. Nel ricevere il gradito regalo e attestato di stima che i predazzani nel mondo hanno voluto testimoniare nei confronti di un loro grande concittadino, gli amministratori comunali ringraziando, hanno a loro volta sottolineato che qui c’è un insegnamento prezioso per i giovani d’oggi, che non possono e non devono far cadere nel vuoto storico, ma credere nella continuità della linea sana della Storia, trovando infine la forza di innamorarsi del XXI^ secolo.Domenica 3 aprile nel giardino d’ingresso della scuola elementare intitolata alla madre di Alcide De Gasperi Maria Morandini, si è svolta la seconda parte della cerimonia alle ore 10.30 sempre prevista ed organizzata da un folto gruppo di “Predazzani nel mondo” sezione G. Morandini di Ogiate Comasco. Nell’introdurre la cerimonia il presidente dell’Associazione ha richiamato l’importanza per coloro che sono lontani dal paese natio ed è essenziale avere il ricordo, la testimonianza il sentirsi partecipi a qualcosa di più grande che rinfranca l’animo e da speranza per il futuro. Nel 1905, ai tempi dei segantini della Val di Fiemme, De Gasperi è un giovane nato nel 1981 a Pieve Tesino, nel Trentino asburgico, partito per Vienna come studente universitario e poi giornalista e infine per noi deputato al Parlamento di Vienna per la nostra circoscrizione di Fiemme, Fassa e Primiero. Mentre da parte dell’assessore Dellasega è stato evidenziato un punto significativo della vita di Alcide De Gasperi, un punto di svolta, un’intuizione formidabile nata solo ed esclusivamente dalla sua immediatezza umana forse rude e che esprimeva la forza trentina delle sue montagne. Infatti, l’episodio è stato raccontato da Armando Vadagnini su Strenna Trentina. Il 16 agosto 1919 Alcide De Gasperi salì a piedi su Cima Bocche, gita iniziata di buon mattino a Predazzo e conclusa a tarda sera con il ritorno sempre nella stessa località. Proprio una gita d’altri tempi in cui non era possibile avvalersi di mezzi motorizzati per accorciare il percorso. L’escursione divenne qualche giorno dopo oggetto di un articolo ricco di significati pubblicato da De Gasperi sul Il Nuovo Trentino del quale era direttore. Salito per la via di Juribrutto verso la cima Bocche solo per comprendere a quali immani sacrifici era stata obbligata la gioventù di quel tragico periodo storico. Lo spettacolo che De Gasperi vide dal ciglio del Coston di Bocche, poco sotto l’Osservatorio austriaco, fu terribile e fece dimenticare in fretta tutte le pagine di eroismo umano sin qui descritte. Dal testo dell’autore: “…. E si sale ancora continuamente verso la cima più alta della cresta, ove si mantennero sempre germanici o austriaci. Ad un tratto la scena lugubre diventa macabra. Siamo agli avamposti italiani. Nell’ultima trincea giacciono ancora a brandelli alcuni cadaveri. Uno scheletro, a pochi passi, vi sembra ancora un alpino disteso boccone coi fucile in atto di sparare. Ma appressandovi v’accorgete che nell’elmetto non sta che un teschio bianco colla mascella fracassata e due occhiaie terrificanti. Un avambraccio, staccato, serra ancora il fucile che è contorto violentemente. D’intorno le schegge di una granata che ha colpito in pieno; presso lo scheletro un mucchio di cartucce vuote.Poco lungi altre ossa divenute bianchissime e luccicanti sotto i raggi del sole, poi altri brandelli, poi cenci impigliati nel reticolato, che contengono ancora le membra scheletrite di chi li portava.”Rientrando a valle per altra via De Gasperi si sarebbe imbattuto in altre raccapriccianti scene, testimonianze dirette di una tragedia forse nemmeno immaginata dallo statista trentino. Tale da farlo fuggire verso il basso: “ No, no, basta, esclamai, gettandomi entro il magro bosco di cirmi che incomincia proprio qui a pochi passi, basta con questi spettacoli macabri, e il mio animo mentre discendevo a salti, quasi fuggendo, in cerca dell’abitato, si avvelenava per l’impeto dell’imprecazione.” Cima Bocche, ricordo di un tragico evento che causò la sofferenza e la morte di miglia di uomini e secondo De Gasperi: “ …ultime vittime di un mondo che finisce.” Da ciò nasce la grande intuizione che lascerà posto ad: “Una nuova vita, un mondo diverso deve sorgere sulle rovine, e sarà il mondo della fratellanza dei popoli e della liberta delle nazioni.”Ma ancora oggi è l’Europa ad avere bisogno di De Gasperi come quella di sessanta anni fa, che sappia ancora proclamare la differenza tra un politico e uno statista. Queste sono parole sue, proprio di Alcide De Gasperi: “la differenza tra un politico e uno statista sta nel fatto che il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni.”Grazie Alcide De Gasperi.
Lucio Dellasega – Assessore alla Cultura del Comune di Predazzo
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