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«Senza i diritti tv noi chiudiamo»
Sci. I comitati organizzatori delle gare di Coppa del Mondo italiane sono sul piede di guerra. L’allarme dalla Val di Fiemme dopo lo “scippo” da parte della Fisi TRENTO. Il braccio di ferro tra il presidente della Fisi Giovanni Morzenti ed i comitati organizzatori di Coppa del Mondo, ormai in atto dal primo giorno di governo del presidente piemontese, sembra destinato a volgere alla conclusione. Per far fronte alla politica ?morzentiana? della contrattazione privata, infatti, i comitati organizzatori (tra i quali Val di Fiemme e Campiglio) hanno fatto fronte comune, chiedendo un incontro. Materia della discussione, la proprietà dei diritti tv, che la Fisi ha proclamato propria, rinnovando personalmente l’accordo (dal 2011 al 2016) con ?InFront?, la società svizzera che si occupa della gestione dei diritti tv. Una manovra che rischia di mettere in difficoltà i comitati organizzatori e dunque di estromettere l’Italia dai calendari di Coppa del Mondo.
«Nell’approvare il nuovo accordo – recita il comunicato ufficiale della Fisi -, il consiglio federale ha ribadito che tutti i diritti relativi alle gare di Coppa del mondo in Italia appartengono alla Fisi, che provvederà a trattare con i singoli organizzatori locali i termini degli specifici contratti, sia per quanto riguarda i diritti tv, sia per quelli promopubblicitari e commerciali».
La situazione cambierebbe radicalmente rispetto ad oggi, in quanto attualmente sono i vari comitati organizzatori a versare alla Fisi una percentuale degli introiti provenienti dai diritti tv. Per quanto riguarda lo sci alpino, i comitati già nella stagione passata ne hanno versato il 32%, mentre la Val di Fiemme (per il nordico) era disposta a versare il 35%. «Ci siamo uniti per cercare di porre fine a questo sistema della contrattazione privata – racconta il presidente del comitato Nordik Ski Fiemme Pietro De Godenz -. Il gruppo dell’alpino e quello del nordico hanno una problematica comune, in quanto, per tutti, i contratti per i diritti tv scadono nel 2011: dal 2011 al 2016, invece, li gestirà direttamente la Fisi, che ha sottoscritto l’accordo con InFront, per poi passare da noi. I comitati hanno bisogno di quei soldi, altrimenti saranno costretti a rinunciare».
Qual è l’attuale situazione fiemmese?
«Da noi il territorio, attraverso i vari enti pubblici, copre il 40% dei costi generali. Non possiamo chiedere di più. O ci garantiscono le cifre che avevamo negli ultimi anni o sarà sempre più difficile organizzare gare di Coppa del Mondo».
Senza dimenticare che la Val di Fiemme ha la fortuna di lavorare in gran parte col volontariato.
«Siamo già allo sforzo massimo e, piuttosto, cominceremo col rinunciare alle gare di salto e combinata. Non a caso la Fis (la federazione internazionale) conscia della nostra situazione, per i prossimi anni non ci ha chiesto nessuna percentuale sulle gare di salto e combinata».
Tra l’altro, la proposta della Fisi sembra pure essere illegittima.
«I diritti sono nostri e lo dice la giurisprudenza, in particolare quelli promocommerciali. Siamo disposti a collaborare, ma bisogna chiarirsi».
Morzenti, incapace di raccogliere sponsor, ha dunque scelto la via più corta, scatenando il malessere comune.
«Sono convinto che nessun territorio riesca a rinunciare all’aiuto dei diritti tv. Nessun comitato prende impegni senza una certa tranquillità economica. La Fisi, tra l’altro, ha appena approvato il bilancio del nostro comitato, in passivo di 400mila euro per la stagione 2008. Ora con che coraggio avanza certe richieste?».
Ricordando che la Val di Fiemme ha già fatto molto.
«Al momento dell’assegnazione del campionato del mondo del 2013 – conclude De Godenz -, l’eurovisione ci ha garantito un introito per i diritti tv pari a 8,4 milioni di euro. A quel punto, ci siamo accordati con la Fisi, alla quale avremmo dovuto versarne il 10%, con sei rate annuali da 140 mila euro. Sapendo della crisi economica della Fisi, abbiamo già anticipato 4 di queste rate, aprendo un mutuo già nel luglio 2008, un mese dopo l’assegnazione dei Mondiali. Morzenti deve capire che la Fisi siamo noi, ovvero i comitati organizzatori, i comitati provinciali e gli sci club».
L’ Espresso Local
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