Accadde il 9 marzo di trentacinque anni fa. Quarantadue morti dentro un vagoncino della funivia…
La catastrofe in Val di Stava è il più grave disastro al mondo dovuto al crollo di discariche a servizio di miniere e, con 268 morti e ingenti distruzioni, rimane a tutt’oggi una delle più gravi catastrofi industriali e ambientali mai verificatesi, seconda in Italia solo al disastro del Vajont.
Alle ore 12 e 22 minuti e 55 secondi del 19 luglio 1985, crollano due bacini di decantazione dei rifiuti semi-fluidi della miniera di fluorite di Prestavèl, nella Val di Fiemme. La massa fangosa inizia la sua corsa distruttiva con un tremendo boato e investe dopo pochi secondi il sottostante abitato della frazione di Stava e poco dopo quello del paese di Tesero.
I 180.000 metri cubi di materiale fuoriuscito trascinano via con sé 53 case, 3 alberghi, 6 capannoni, 8 ponti, centinaia di alberi e 268 vittime, tra le quali molti turisti rientrati per il pranzo.
Dei 10 condannati giudicati colpevoli, dopo 7 anni di processi, dei reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo, nessuno ha mai scontato la pena detentiva.
19 luglio 1985: sono trascorsi pochi minuti dopo le 12.20, l’abitato di Stava non c’è più. Al suo posto una tragica distesa di fango (foto da www.stava1985.it )
La Fondazione Stava 1985 Onlus è impegnata
- nel conservare la memoria della catastrofe del 19 luglio 1985 in Val di Stava
- nel diffondere la conoscenza circa la genesi, le cause e le responsabilità di queste catastrofi
- nell’informare circa il rischio insito nei bacini di decantazione dei fanghi residuati della lavorazione mineraria per prevenire il ripetersi di disastri analoghi
L.G. blogosfere.it
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