Dopo il Family Day e nonostante il monopolio mediatico Lgbt sul tema, crolla il consenso…
Per chi lotta da decenni strenuamente contro l’aborto anche con la speranza di ridurne la frequenza (nel solo 2008 sono stati 14mila i bambini nati con l’aiuto dei Centri di aiuto alla vita) può essere motivo di soddisfazione leggere nella relazione ministeriale sulla 194 che le Ivg legali sono diminuite pur restando un numero tuttora spaventoso se pensiamo che i bambini sono sempre bambini anche quando sono nascosti nel seno materno.
Poiché siamo inguaribili ottimisti vogliamo credere che l’eventuale riduzione degli aborti sia dovuta anche ad una crescita di una cultura della vita: vediamo infatti che al diminuire degli aborti corrisponde un parallelo aumento dell’obiezione di coscienza del personale sanitario.
Potrebbe essere il segno appunto di un aumentato riconoscimento del diritto a vivere di ogni concepito.
Ma siamo anche realisti ed allora ci domandiamo se la diminuzione di aborti sia vera. Non solo non è fornita alcuna dimostrazione sull’asserita diminuzione degli aborti clandestini tradizionali, ma si dimentica la vendita di circa 400mila confezioni di pillola del giorno dopo la cui assunzione in non pochi casi ha determinato la distruzione di precocissimi embrioni, cioè la realizzazione di migliaia di aborti occulti e quindi clandestini.
Dispiace che la Relazione abbia ignorato il lavoro del volontariato per la vita, pur previsto dalla legge 194 e dispiace che ancora una volta non si sia potuto dare risposta alla antica richiesta del Movimento per la vita di indicare nella relazione annuale non solo il numero dei morti (gli aborti) ma anche quello dei vivi sottratti all’aborto dal sistema di prevenzione post concezionale che dovrebbe essere costituito dai consultori familiari.
Infine, poiché intendiamo continuare con maggior lena a difendere il diritto alla vita ripetiamo gli obiettivi che in questa legislatura è possibile raggiungere: la riforma profonda dei consultori familiari in modo che essi siano davvero lo strumento con il quale lo Stato, quando ritiene di non dover né punire né proibire l’aborto, tuttavia si schiera limpidamente a protezione dei diritti del nascituro; la proclamazione legislativa che tutti gli esseri umani sono uguali fin dal concepimento come già lascia intravvedere l’articolo 1 della legge 40, ma come meglio deve essere detto attraverso la interpretazione autentica dell’articolo 1 della legge 194 o meglio ancora attraverso il riconoscimento della capacità giuridica fin dal concepimento. La proposta all’Onu di una moratoria sull’aborto proposta dall’Italia non ha senso e forza se non la si comincia ad attuare in Italia nei modi sopraindicati.
comunicato (.pdf)
Relazione ministeriale (.pdf)
Allegati a Relazione ministeriale (.pdf)
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