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Aggiornamento ore 15.00 del 23.9.2011.La probabilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere in territorio italiano rimane per ora all’1,5%, così come rimangono due le traiettorie che potrebbero interessare l’Italia. Le finestre temporali in cui frammenti del satellite potrebbero cadere sul territorio nazionale sono comprese tra le 21:25 e le 22:03 di oggi, 23 settembre, e tra le 3:34 e le 4:12 di sabato 24 settembre.
Pezzi pesanti da 158 chili a sei etti, frammenti del vecchio satellite Uars della Nasa
La zona di caduta dei frammenti individuata è un’area di 200 chilometri che comprende Val d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli, Liguria ed Emilia Romagna e potrà essere definita con certezza solo tra un’ora e 40 minuti prima dell’impatto al suolo. L’area sarà via via ristretta con il passare delle ore. Allo stato non è neanche possibile stabilire che tipologia dei 26 frammenti dello Uars previsti potrebbe abbattersi sul nostro territorio: si tratta di pezzi, ha spiegato il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che vanno da 158 chili a sei etti.
La probabilità che un frammento colpisca il l’Italia è dello 0,9%, stando alle simulazioni finora effettuate. Due al momento le traiettorie di caduta individuate: una che taglia tutto il nord Italia e l’altra che invece interesserebbe solo il nord-ovest.
Sono due le possibili finestre di caduta del satellite: la prima tra le 21.25 e le 22.03 del 23 e la seconda tra le 3.34 e le 4.12 del 24. Le finestre saranno aggiornate con un bollettino della Protezione civile ogni due ore fino al momento in cui si avrà la certezza del punto di caduta. Il Comitato operativo rimarrà riunito in seduta permanente fino alle 5 di sabato mattina. È stato inoltre costituito, ha detto Gabrielli, un comitato tecnico-scientifico di cui fanno parte il Dipartimento, l’Agenzia spaziale italiana, le Forze armate, i Vigili del fuoco, l’Ispra e l’Enav «che seguirà passo passo l’evolversi della situazione perchè ogni ora i dati e le traiettorie possono subire delle modifiche».
«È impossibile prevedere la traiettoria» del vecchio satellite Uars (Upper Atmosphere Research Satellite), «non si può quindi prevedere se cadrà sull’Italia o su altri Paesi», ha detto l’astrofisico Gianluca Masi, del Planetario di Roma e responsabile del progetto Virtual Telescope. «In questo momento – ha spiegato – il satellite sta compiendo una traiettoria molto complessa, a spirale intorno alla Terra, ma è continuamente frenato dall’atmosfera, che gli fa spostare di continuo la direzione». Per questa ragione, ha aggiunto, è impossibile prevedere la traiettoria del satellite e calcolare il punto dove avverrà l’impatto.
Secondo l’esperto, che studia le traiettorie dei cosiddetti asteroidi killer che rischiano di incrociare l’orbita della Terra, si potrà comprendere meglio la traiettoria quando si avvicinerà il momento dell’impatto. Domattina, ha aggiunto, forse lo scenario già potrà essere più chiaro. «Si tratta di un caso molto interessante – ha proseguito – perchè si sta svolgendo in un arco temporale molto lungo e potrà aiutare a comprendere come studiare le traiettorie di oggetti in casi come questo».
Secondo le previsioni della Nasa almeno 26 frammenti potenzialmente pericolosi potrebbero disperdersi nel raggio di circa 600 chilometri. Il rischio che possano esserci danni per gli esseri umani e’ pari a 1 su 3.200.
Grande quanto un autobus, il satellite era in orbita da 20 anni per raccogliere dati sulla fascia di ozono che protegge la Terra dai raggi ultravioletti. La sua caduta e’ probabilmente la conseguenza dell’impatto con i detriti di un altro satellite, avvenuto pochi anni fa.
GABRIELLI: NO EVACUAZIONE MA MISURE DI AUTOPROTEZIONE - Non ci sara’ nessuna evacuazione dei cittadini che abitano nelle zone del nord Italia che potrebbero essere interessate dalla caduta dei frammenti del vecchio satellite della Nasa, prevista per domani, ”anche perche’ dovremmo evacuare 20 milioni di persone”. Lo ha detto il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, al termine del Comitato operativo della Protezione civile per fare il punto sulla situazione e mettere in atto gli interventi necessari. ”Ci troviamo di fronte a un evento – ha spiegato Gabrielli – di cui non c’e’ letteratura perche’ la stragrande maggioranza di questi frammenti cade in mare o in zone deserte. Dunque stiamo cercando di mettere in piedi per la prima volta un sistema di autoprotezione che passa innanzitutto per una informazione trasparente, chiara e tempestiva”. Al momento, ha spiegato Gabrielli, i suggerimenti che vengono dati alla popolazione sono di evitare i luoghi aperti nelle finestre di caduta e di evitare i piani alti degli edifici e di porsi sotto le architravi o nelle zone ad angolo delle proprie case e non al centro dei solai. Gabrielli ha assicurato che tutte le misure necessarie verranno approntate nelle prossime ore e che in ogni caso quel che e’ fondamentale e’ l’informazione ai cittadini, proprio per l’impossibilita’ di prevedere una evacuazione di massa. ”Mai come in questa situazione gli organi di informazione diventano strutture di Protezione civile con una grande responsabilita’ ”. Informare tempestivamente, ha aggiunto il capo del Dipartimento, ”non e’ sinonimo di allarmismo: il nostro dovere e’ di consentire alla gente di essere adeguatamente e correttamente informata”. Per questo tutte le informazioni necessarie saranno pubblicate sul sito della Protezione Civile http://www.protezionecivile.gov.it/
Traiettoria 1 e 2. Rientro incontrollato del satellite UARS
Norme di auto protezione. Ricordiamo che eventi di questo tipo e casi reali di impatto sulla Terra, e in particolare sulla terraferma, sono assai rari. Pertanto non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare a fronte di questa tipologia di eventi. Tuttavia, sulla base delle informazioni attualmente rese disponibili dalla comunità scientifica, così come confermato in sede di Comitato Operativo, è possibile fornire, pur nell’incertezza connessa alla molteplicità delle variabili, alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di auto protezione qualora si trovi, nelle due finestre temporali d’interesse per l’Italia, nei territori potenzialmente esposti all’impatto:
- è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti;
- i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
- all’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono i vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi);
- è poco probabile che i frammenti siano visibili da terra prima dell’impatto;
- i frammenti di satellite possono sprigionare gas tossici (idrazina). Chiunque avvistasse un frammento dovrà segnalarlo immediatamente alle autorità e comunque dovrà mantenersi a un distanza di almeno 20 metri.
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