PREDAZZO - Dopo l'inaugurazione due anni fa del nuovo padiglione della piscina, la Provincia ha…
PREDAZZO – Ci ha pensato qualche giorno, poi ha deciso di rispondere. «L’aver affermato» dice «che pochi sono stati gli obiettivi raggiunti da questa amministrazione e che finora si sono viste molte chiacchiere ma pochi risultati è dichiarazione peregrina, infondata, gratuita, del tutto fuori luogo ed oltremodo offensiva, oltre che altamente lesiva della dignità di chi, all’interno di questa amministrazione, si impegna a fondo, con coscienza e senso di responsabilità». Non usa mezzi termini il sindaco di Predazzo Silvano Longo nel respingere con forza i contenuti della mozione che tutti i consiglieri di minoranza hanno presentato nei giorni scorsi ( Adige del 14 agosto ) e che sarà ovviamente oggetto di dibattito nella prossima seduta del consiglio comunale. «Dichiarare» aggiunge «che, per chi è fuori dalla maggioranza (ma alcune voci dicono anche per chi è all’interno della stessa), questa amministrazione si stia muovendo senza un programma chiaro e senza obiettivi, la dice lunga sulla incapacità da parte di alcuni di discernere l’essere dall’apparire. Un siffatto paradigma è inaccettabile, perché tendenzioso e non corrispondente al vero, espressione di un populismo di bassa lega. Dalla lettura del documento delle minoranza, si ha la sensazione che la situazione della borgata sia desolante, molto negativa, addirittura, per taluni versi, catastrofica. È evidente che le cose non stanno in questi termini, pur ammettendo che qualcosa su cui intavolare un ragionamento congiunto potrebbe anche starci. Peraltro partendo da altre premesse e con una diversa impostazione di fondo. Poco serve limitarsi a fare delle sparate unilaterali. Sarebbe preferibile confrontarsi più seriamente e più serenamente. Gli strumenti ci sono, a partire dalla disponibilità al dialogo, che è sempre la via maestra di ogni salubre scambio di idee. Quando si lavora, è inevitabile creare anche qualche disagio. Ciò che conta è fare il possibile per contenerli al massimo. Ed è sempre quello che cerchiamo di fare». Una delle maggiori contestazioni riguarda il problema dei parcheggi. Meglio farli fuori dal centro? «Per quanto riguarda il parcheggio di Vicolo de Bosin (all’incrocio con via Sottsass ndr ), per ragioni di carattere operativo si è dovuto realizzarlo secondo i tempi e le forme programmate. Nulla vieta di pensare che si possa renderlo più gradevole e più consono alle sensibilità che afferiscono agli elementi di arredo urbano. Ma realizzarlo era necessario, sia perché inserito in un preciso piano operativo, sia perché, così facendo, sono stati messi a disposizione dei posti macchina utilissimi. Altro che non servono o che servono a poco! Lo sanno benissimo anche coloro che magari sostengono che i parcheggi dovrebbero essere collocati fuori dal centro, salvo testimoniare loro stessi quanto sia faticoso rinunciare a parcheggiare nelle immediate vicinanze del proprio raggio d’azione. Bisogna anche imparare a distinguere tra gli obiettivi che richiedono tempi lunghi e quelle necessità che impongono risposte immediate» Un ragionamento congiunto è ancora possibile? «Siamo pronti a discutere e ragionare su tutto, sempre ammesso che ci siano l’interesse e la volontà per farlo».
MARIO FELICETTI L’Adige.it
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