Non si è ancora spenta l'eco delle grandi feste d'ottobre (Desmontegada e Oktoberfest) che già…
Un’antica usanza vuole che i rioni di Predazzo festeggino l’11 novembre il regolamento dei debiti agricoli con 5 alti falò, una grande sfilata, vin brulè e castagne
È una festa popolare dalla tradizione molto antica quella che si svolge a Predazzo l’11 novembre, al calare della notte.
In occasione del giorno dedicato alla memoria di San Martino alle 20.00, quando risuona il battito dell’Ave Maria, sui pendii delle montagne che circondano l’abitato vengono accesi cinque alti falò. Sono i fuochi che i giovani del paese iniziano a preparare come ogni anno fin dai primi giorni d’autunno, ognuno dei quali rappresenta uno dei rioni di Predazzo.
Si tratta di una competizione per eleggere il falò più alto e più bello, un’usanza che vanta origini molto antiche e in parte avvolte nelle nebbie del tempo. La tesi più accreditata è quella che ricorda l’11 novembre come il giorno in cui nelle comunità rurali del passato avveniva il regolamento dei conti, degli affitti e dei prestiti. Inoltre la “regola feudale” stabiliva che proprio nel giorno di San Martino andava distribuito anche il dividendo dei proventi ricavati dallo sfruttamento agricolo e forestale della montagna del feudo. L’accensione e la festa attorno ai fuochi accompagnati dal ritmo dei campanacci, era dunque la maniera per celebrare la tanto attesa fine dei debiti.
Un evento che ancora oggi porta con sé un grande fascino, e che viene arricchito da una sfilata folkloristica che anima le strade e le piazze di Predazzo, tra il rumore assordante dei campanacci e le grida dei ragazzi del paese.
Per tutti poi il ritrovo è nella piazza centrale dei Santi Filippo e Giacomo dove vengono distribuiti a tutti vin brulè, tè e castagne fumanti.
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