Approvata in Trentino la legge sul Benessere Familiare

Da il 25 febbraio 2011

Il Consiglio provinciale, con 24 voti favorevoli, due contrari e sei astenuti, ha approvato questa mattina il testo unificato “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità”. Il primo disegno di legge era stato approvato dalla Giunta provinciale nel gennaio 2010, successivamente si è lavorato in condivisione fra maggioranza e minoranza per arrivare a questo testo che armonizza cinque disegni di legge a sostegno delle famiglie. Una legge concreta e organica, che riconosce le famiglie quali soggetti attivi dello sviluppo economico e sociale, soprattutto una legge innovativa, che colloca il Trentino in un ambito di assoluta eccellenza a livello nazionale ed europeo. In questo senso, la recente firma del protocollo di collaborazione con la Presidenza del consiglio dei ministri per il trasferimento dello standard trentino “FamilyAudit” a livello nazionale per la certificazione familiare delle organizzazioni, è una delle conferme dell’eccellenza raggiunta nella nostra provincia.

1. Politiche sul benessere
Con questa legge La Provincia autonoma di Trento attiva sul proprio territorio una serie di istituti di carattere strutturale a sostegno della famiglia, orientati a garantire il sostegno delle condizioni di “agio” delle famiglie oltre che una loro capacità di progettazione di medio-lungo periodo senza fermarsi, come purtroppo spesso oggi accade, al brevissimo periodo.
Il rafforzamento delle politiche familiari interviene dunque sulla dimensione del benessere sociale e consente di ridurre la disaggregazione sociale e di prevenire potenziali situazioni di disagio, aumentando e rafforzando conseguentemente il tessuto sociale e dando dunque evidenza dell’importanza rivestita dalla famiglia nel rafforzare coesione e sicurezza sociale della comunità locale.
Le relazioni di famiglia, di vicinato, di amicizia o parentela, formano delle reti fondamentali per cementare e costruire una società viva: il sentimento di appartenenza all’ambiente di vita, infatti, incentiva comportamenti di protezione dello stesso, che si rafforzano in proporzione al grado di identificazione dei cittadini e delle famiglie con il territorio. Per operare su questo ambito occorre dunque attivare delle politiche sinergiche nei settori della scuola, della sicurezza, della salute e della società, coinvolgendo su questi temi competenze istituzionali e non, che operano sulla condizione dell’agio familiare.
Il Trentino si vuole qualificare sempre più come territorio attento ai bisogni della famiglia e delle nuove generazioni operando in una logica di distretto della famiglia all’interno del quale attori diversi per ambiti di attività e mission lavorano con l’obiettivo di promuovere e valorizzare la famiglia, in particolare la famiglia con figli. Si ritiene infatti che una famiglia che vive con consapevolezza la propria dimensione diventa protagonista importante del %name Approvata in Trentino la legge sul Benessere Familiarecontesto sociale in cui vive, in quanto può esercitare le proprie fondamentali funzioni creando in forma diretta benessere familiare (crescita ed educazione dei figli, lavori domestici, attività di cura dei familiari) ed in forma indiretta coesione e capitale sociale.
Obiettivo di fondo della legge è superare la logica assistenzialistica di sostegno alle famiglie in difficoltà, e favorire la nascita ed il sostegno di un nuovo corso di politiche di promozione della famiglia nella sua normalità e di valorizzazione del ruolo dinamico e propositivo che la stessa deve avere nella società.

2. Politiche strutturali
Con l’approvazione della legge sulla famiglia la Provincia autonoma di Trento ridisegna e riordina completamente l’architettura delle politiche familiari provinciali creando un sistema integrato di politiche strutturali orientato alle politiche di mantenimento del benessere delle famiglie per dare certezze alle famiglie stesse cercando di incidere positivamente sui loro progetti di vita sostenendo dunque i progetti di natalità delle famiglie trentine.
Le politiche familiari strutturali costituiscono un insieme di interventi e servizi che mirano a favorire l’assolvimento delle responsabilità familiari, a sostenere la genitorialità e la nascita, a rafforzare i legami familiari e i legami tra le famiglie, a creare reti di solidarietà locali, a individuare precocemente le situazioni di disagio dei nuclei familiari, a coinvolgere attivamente le organizzazioni pubbliche e private secondo logiche distrettuali, con l’obiettivo di rafforzare il benessere familiare, la coesione sociale e le dotazioni territoriali di capitale sociale e relazionale.
Per sostenere e promuovere sul territorio il benessere e i progetti di vita delle famiglie la Provincia e gli enti locali persegue l’obiettivo di coordinare tutte le politiche settoriali per realizzare il sistema integrato delle politiche strutturali. Le politiche familiari strutturali sono attuate, in particolare, mediante:
a) interventi economici di sostegno dei progetti di vita delle famiglie;
b) misure volte a coordinare i tempi del territorio e a favorire la conciliazione tra i tempi familiari e i tempi di lavoro;
c) coinvolgimento della società civile in generale e dell’associazionismo familiare e del mondo del volontariato e del terzo settore in particolare nell’erogazione dei servizi alle famiglie e nell’elaborazione delle politiche strutturali rivolte alle famiglie stesse dando dunque concretezza al principio della sussidiarietà orizzontale;
d) interventi volti a realizzare il distretto per la famiglia, tramite l’incremento qualitativo e quantitativo dei servizi resi dalle organizzazioni private alle famiglie con figli.

3. Politiche integrate
Le politiche familiari sono anche integrate poiché gli ambiti di interesse della famiglia non riguardano solo il tema delle politiche sociali bensì tutte le politiche del governo locale.
Finalità della legge è realizzare un sistema integrato degli interventi, che si attua mediante raccordi sinergici e strutturali tra le politiche abitative, dei trasporti, dell’educazione, dell’istruzione, della formazione professionale e del lavoro, culturali, giovanili, ambientali e urbanistiche, della gestione del tempo, dello sport e del tempo libero, della ricerca e delle altre politiche che concorrono ad accrescere il benessere familiare.
Le politiche familiari possono inoltre incidere anche sulle politiche di sviluppo del territorio in quanto, e questa è un’affermazione importante della legge, il territorio “amico della famiglia” può proporsi sul mercato della competizione globale con un valore aggiunto capace di accrescere l’attrattività territoriale. Le politiche familiari concorrono infatti con le altre politiche allo sviluppo economico e culturale del territorio attraverso il rafforzamento della coesione e del capitale sociale e relazionale e la realizzazione del distretto per la famiglia.
La norma prevede un duplice sistema di raccordo istituzionale per garantire l’integrazione delle politiche. La prima è una funzione di authority che viene espletata dall’Agenzia per la famiglia che obbligatoriamente deve essere coinvolta, tramite l’espressione di un parere obbligatorio non vincolante, su una serie di tematiche di stretto interesse delle politiche familiari specificatamente individuate dalla Giunta provinciale. La seconda funzione viene svolta dalla Commissione di coordinamento che è prevista dalla legge per garantire un’efficace integrazione tra le politiche familiari di livello provinciale e le politiche familiari del sistema delle autonomie locali.

4. Politiche sussidiarie
La legge dà forte attuazione al principio di sussidiarietà orizzontale. In attuazione di questo principio infatti la Provincia e gli enti locali promuovono il coinvolgimento del terzo settore e dell’associazionismo familiare, con l’obiettivo di sostenere e tutelare la specificità della relazione familiare, nel quadro più ampio dell’equilibrio del tessuto sociale e comunitario.
Per incentivare e valorizzare le reti primarie di solidarietà la Provincia coinvolge l’associazionismo familiare e le organizzazioni del privato sociale nella pianificazione, gestione e valutazione delle politiche familiari. La legge valorizza le associazioni familiari e le organizzazioni del privato sociale che organizzano e attivano esperienze di associazionismo per favorire il mutuo aiuto nel lavoro domestico e di cura familiare nonché la solidarietà intergenerazionale; promuovono iniziative di sensibilizzazione e di formazione delle famiglie e nello specifico dei genitori per lo svolgimento dei %name Approvata in Trentino la legge sul Benessere Familiareloro compiti sociali ed educativi; promuovo la creazione di reti di solidarietà tra famiglie, amministrazioni pubbliche, terzo settore e altre organizzazioni.
La Provincia promuove infine la rappresentatività dell’associazionismo familiare in organi consultivi che trattano tematiche attinenti alle politiche familiari.
Nel concreto la legge riconosce la capacità delle famiglie di integrare e specializzare la filiera dei servizi pubblici tramite il riconoscimento formale delle forme di auto-organizzazione delle famiglie nell’erogazione di taluni servizi.
Sono inoltre sostenute le organizzazioni familiari di secondo livello che coordinano l’attività delle associazioni familiari e degli organismi del terzo settore e realizzano attività complementari o integrative di valorizzazione e supporto della famiglia mediante l’attività di informazione sui servizi erogati a favore della famiglia e sulle opportunità esistenti nonché nella collaborazione nella realizzazione del distretto per la famiglia.
La legge infine istituisce la Consulta provinciale per la famiglia quale organismo che formula proposte ed esprime pareri in ordine alla predisposizione degli atti di programmazione provinciale aventi ricaduta sulle politiche per la famiglia, svolge attività di monitoraggio sull’adeguatezza e sull’efficacia delle politiche familiari e genitoriali realizzate dalla Provincia e dagli enti locali, tenendo conto degli esiti della valutazione di impatto familiare ed esprime parere obbligatorio sulle proposte legislative e sugli atti di natura regolamentare riguardanti le politiche per la famiglia.

5. Interventi economici
Per favorire l’assolvimento delle responsabilità familiari, sostenere la genitorialità, la nascita e la formazione di nuove famiglie, nel rispetto dei singoli progetti di vita, con attenzioni specifiche per le famiglie monogenitoriali e le famiglie numerose la legge prevede:
a) la concessione di prestiti sull’onore consistenti in un’erogazione in denaro senza interessi a favore di nubendi, giovani coppie, famiglie numerose e comunque di nuclei familiari nei quali siano presenti uno o più figli minori in relazione a determinate spese. Il valore minimo del prestito è pari a 1.000 euro;
b) la concessione di un contributo mensile per il genitore che si astiene temporaneamente dall’attività lavorativa fuori dalla famiglia per dedicarsi alla cura del figlio nel suo primo anno di vita, a condizione che l’altro genitore, se presente, svolga attività lavorativa o non sia idoneo all’attività di cura; se il genitore che si dedica alla cura del figlio non è occupato il contributo corrisposto per l’attività di cura è riparametrato secondo criteri stabiliti dalla Giunta provinciale;
c) il sostegno tramite una specifica disciplina delle famiglie numerose;
d) la concessione di un unico assegno familiare tramite la riorganizzazione delle prestazioni e degli interventi erogati dalla Provincia;
e) la partecipazione al fondo di garanzia per garantire l’accesso a crediti di modeste entità da parte delle famiglie che vivono in condizioni d’incertezza economica nonché l’attuazione di iniziative di formazione sulla gestione del bilancio e dell’indebitamento familiare.

6. Famiglie numerose
La legge prevede specifica che per famiglia numerosa s’intende la famiglia con almeno tre figli a carico: a livello nazionale la famiglia numerosa si qualifica quella con 4 e più figli a carico.
La norma prevede una serie di agevolazioni per le famiglie numerose. In particolare si prevede che i servizi di mensa scolastica e di trasporto scolastico e il servizio di prolungamento d’orario nelle scuole dell’infanzia sono resi con particolari agevolazioni, concesse a partire dal terzo figlio.
Il prestito sull’onore per le famiglie numerose è specificatamente finalizzato tra l’altro alla copertura dei costi per l’educazione dei figli; alla copertura delle spese mediche, sanitarie e socio-sanitarie non rientranti nelle prestazioni erogate a carico del servizio sanitario provinciale; all’acquisto o alla riparazione di veicoli in uso della famiglia; all’acquisto di mobili ed elettrodomestici per l’abitazione principale della famiglia.
La Provincia può prevedere un ticket sanitario familiare agevolato che tenga conto dei carichi familiari.
È infine prevista la possibilità di concedere un contributo alle famiglie numerose per ridurre i costi connessi agli oneri tariffari derivanti dagli usi domestici, secondo criteri e modalità stabiliti dalla Giunta provinciale, purché non sia compromessa l’adozione di comportamenti virtuosi e responsabili

7. Semplificazione e razionalizzazione architettura politiche familiari
Le prestazioni e gli interventi concessi a sostegno dei progetti di vita delle famiglie sono ispirate al principio della semplificazione amministrativa, del contenimento dei costi organizzativi e dell’accessibilità dei servizi. Il perseguimento di questi fini si attuano tramite:
a) la concessione di un unico assegno familiare provinciale comprensivo delle agevolazioni economiche in materia di trasporto alunni, di prolungamento d’orario nelle scuole dell’infanzia e di altre agevolazioni previste dalle norme di settore;
b) la realizzazione dello sportello unico per il cittadino e la famiglia;
c) l’utilizzo in forma diffusa delle nuove tecnologie per la pianificazione, l’organizzazione, l’erogazione e la valutazione dei servizi e delle prestazioni.
La Provincia adegua la propria struttura organizzativa per erogare i servizi di sua competenza in forma coordinata con le prestazioni e gli interventi previsti dalla legge regionale 1/2005 (pacchetto famiglia). Nell’ambito dell’assegno unico possono essere erogate anche provvidenze di competenza degli enti locali.

8. Famiglia e servizi per l’infanzia in fascia 0-3 anni
La Provincia assume come obiettivo il completo soddisfacimento della domanda delle famiglie di conciliazione tra i tempi familiari e i tempi di lavoro con riguardo ai servizi per la prima infanzia nella fascia di età compresa tra 0-3 anni.
Per queste finalità la Provincia promuove la specializzazione della filiera dei servizi per l’infanzia tramite:
a) la diffusione territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia previsti dalla legge provinciale 12 marzo 2002, n. 4 (legge provinciale sugli asili nido), nel rispetto della pianificazione di settore;
b) la diffusione territoriale del servizio Tagesmutter previsto dalla legge provinciale sugli asili nido;
c) l’utilizzo di buoni di servizio per l’acquisto di servizi per la prima infanzia erogati dalle organizzazioni accreditate, anche impiegando gli stanziamenti del fondo sociale europeo;
d) la diffusione dei progetti di auto-organizzazione di servizi da parte dell’associazionismo familiare.
Per conseguire l’obiettivo a richiesta delle famiglie è predisposto un progetto di conciliazione familiare. La norma prevede che se il progetto di conciliazione famiglia – lavoro, nel rispetto della pianificazione di settore, non assicura alla famiglia richiedente il godimento di uno degli strumenti previsti dalla filiera di cui sopra, in ragione dell’indisponibilità del servizio sul territorio, è erogato un assegno economico mensile per dare alle famiglie la possibilità di conseguire servizi di conciliazione alternativi.

9. Distretto Famiglia
Il Trentino si vuole qualificare sempre più come territorio accogliente ed attrattivo per le famiglie e per i soggetti che interagiscono con esse, capace di offrire servizi ed opportunità rispondenti alle aspettative delle famiglie residenti e non, operando in una logica di Distretto famiglia, all’interno del quale attori diversi per ambiti di attività e mission perseguono l’obiettivo comune di accrescere sul territorio il benessere familiare.
Si vuole rafforzare il rapporto tra politiche familiari e politiche di sviluppo economico, evidenziando che le politiche familiari non sono politiche improduttive, ma sono “investimenti sociali” strategici che sostengono lo sviluppo del sistema economico locale, creando una rete di servizi tra le diverse realtà presenti sul territorio. Il rafforzamento delle politiche familiari interviene sulla dimensione del benessere sociale e consente di ridurre la disaggregazione sociale e di prevenire potenziali situazioni di disagio, aumentando e rafforzando il tessuto sociale e dando evidenza dell’importanza rivestita dalla famiglia nel rafforzare coesione e sicurezza sociale della comunità locale.
Obiettivo è di realizzare un percorso di certificazione territoriale familiare, al fine di accrescere, tramite il rafforzamento del sistema dei servizi e delle iniziative per la famiglia, l’attrattività territoriale, nonché sostenere lo sviluppo locale attraverso il coinvolgimento di tutte le organizzazioni interessate. Nel dettaglio i distretti famiglia consentono di:
a) implementare processi di responsabilità territoriale familiare;
b) dare attuazione ai contenuti Libro Bianco sulle politiche familiari e per la natalità “La famiglia risorsa del territorio. Trentino amico della famiglia” per le parti direttamente riferibili al “Trentino Distretto per la famiglia” adottato nel luglio 2009 dalla Giunta provinciale della Provincia autonoma di Trento e anticipare per quanto possibile gli scenari che l’approvazione della nuova legge potrà mettere in campo;
c) attivare sul territorio provinciale laboratori sulle politiche familiari per sperimentare ed implementare modelli gestionali, modelli organizzativi e di valutazione delle politiche, sistemi tariffari e politiche di prezzo per promuovere il benessere familiare, sostenendo il capitale sociale e relazionale del territorio;
d) implementare sul territorio gli standard familiari sugli ambiti di intervento già adottati dalla Provincia autonoma di Trento sul tema delle famiglie per la famiglia, nonché sperimentare sul campo nuovi standard familiari con l’obiettivo di supportare concretamente il processo di definizione delle linee guida per la Certificazione territoriale familiare.
Ad oggi sono stati approvati due distretti famiglia: il distretto dell’Alta Val Rendena, della valle di Fiemme e il distretto di Cles

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