Di certo la notizia non sarà tanto drammatica, dato che prima o poi ci si…
Tutto pronto: entro la metà del prossimo anno sarà in vendita l’attesissima auto ad aria, una macchina che nel serbatoio ha solo aria compressa, il sogno di tutti in un periodo di caro-carburante. La Motor Development International (MDI), con sede in Lussemburgo, è infatti ormai a un passo dal lancio commerciale e ha rilasciato tutte le informazioni di dettaglio sul suo progetto. Niente più segreti quindi. Si sa che costerà appena 7000 euro e che il primo modello ad arrivare sarà una city car, seguito poi da una gamma infinita di modelli, dalla berlina da famiglia alla piccola, dalla vetturetta per 14enni al Bus, passando per il veicolo commerciale, il trattore e il container. Non manca nulla, perfino un motore da attaccare a casa ad una presa di corrente per usarlo come generatore in caso di emergenza. Quando parla di ‘lanciare’ a che mercato si riferisce? “All’inizio l’AirPod sarà consegnata in Francia e daremo la precedenza a chi l’ha già ordinata, poi sarà la volta di tutti i Paesi europei. Ma il concetto di commercializzazione per noi è un po’ diverso: non avremo concessionarie, ma tante fabbriche”. Cioè chi la produce la vende anche? “Si, esatto, nessuna concessionaria, ma officine: produciamo là dove vendiamo. Con vantaggi infiniti, economici, sociali. Pensi solo al fatto che un costruttore normale deve farsi carico di una logistica enorme perché produce in un solo posto e poi è costretto a spedire in tutto il mondo. Noi no. Da noi chi produce vende. Non paghiamo commissione al concessionario perché è la stessa fabbrica che vende la macchina, e questo abbassa enormemente i costi”. Si, ma dovrete avere diverse fabbriche, sparse per tutta Europa. E poi, scusi, perché prima parlava di vantaggi ‘sociali’? “I nostri piani di sviluppo sono molto precisi. Pensiamo di aver bisogno di 25 piccole fabbriche in Francia e 20 in Italia. Abbiamo già diversi contatti con molte aziende interessate a (..continua clicca su leggi tutto) produrre le MDI”. E il ‘sociale’? “Deve vedere il progetto da un’angolazione diversa, complessiva. Immagini di produrre un certo numero di auto in una sola officina o in 50 fabbriche sparse per tutta Europa. Nel secondo caso facciamo del bene perché serve il 30% di forza lavoro in più. Sembra uno svantaggio, ma è una grande vantaggio perché si entra nel tessuto sociale delle città, si dà forza alle famiglie. E poi non dimentichi che per fare ecologia, oggi, non basta fare macchine pulite, ma è necessario fare macchine che costano poco. E che richiedono poca energia per essere prodotte. Proprio quello che facciamo noi. In più non trasportiamo macchine finite qua e là per l’Europa. Le produciamo in loco, questo riduce ulteriormente le emissioni (e i costi) del ciclo produttivo”. Quante macchine riesce a produrre ogni officina? “Circa 7000 macchine”. Sta dicendo che solo in Italia volete produrre 140 mila pezzi l’anno? “Si, alla fine è questo l’obiettivo. E sono stime prudenti perché quando la gente conoscerà il nostro prodotto ci sarà un vero boom della domanda. La macchina costa poco, ma soprattutto costa pochissimo da usare, meno di 1 euro per fare 100 km. E poi il nostro concetto produttivo avvicinerà il pubblico al prodotto. Questi numeri fanno impressione ma se li distribuisce su 20 fabbriche il discorso è diverso. Oggi nessuno si può svegliare e trasformare in costruttore. L’unica strada è quella di creare tante piccole officine. Distribuendo il know how, non macchine fatte, è tutto più facile e veloce”. Le fabbriche saranno veri stabilimenti o solo fabbriche cacciavite? Ossia produrranno davvero o assembleranno solo pezzi che arrivano da fuori? “No, saranno assolutamente fabbriche vere. Dove l”80 per cento della macchina viene prodotta in loco”. Veniamo ai luoghi comuni. L’accusa più diffusa è che per comprimere l’aria serve un sacco di energia. “Si, ma il discorso vale anche per l’auto elettrica dove l’immagazzinamento dell’energia costa tantissimo. In realtà se analizza il progetto completo, noterà che le nostre auto sono ultra economiche. Tenga presente che una bombola fa 20 mila cicli, pari a 2 milioni di chilometri, quindi dura più della macchina, e questo è molto importante perché ha un riflesso diretto sui costi. Molto spesso la gente dirà che non c’è energia nell’aria compressa. E’ vero, ce ne è poca. Ed è vero che per comprimere l’aria serve più energia che per caricare una batteria. Ma poi per funzionare un’auto ad aria brucia meno energia perché è leggerissima, per cui nel ciclo ‘dal pozzo alla ruota’ la tecnologia auto-ad aria è vincente”. Torniamo alla macchina. Si può caricare in due minuti in una stazione di servizio specifica o in tre ore ad una normale presa di corrente. A bordo quindi c’è un compressore? “No, è lo stesso motore che spinge la macchina che funziona anche da compressore: non c’è motore e compressore, ma c’è solo un elemento che fa tutto. E che – volendo – può anche funzionare come generatore di corrente per appartamenti. Noi lo chiamiamo motore/alternatore. Bello no?”. Forse troppo… A questo punto c’è una sola domanda possibile. Come si fa a comprarla? “Basta andare sul nostro sito (www.mdi.lu) e aderire al sistema di pre-ordini. Tutto molto semplice”. Ma avere una gamma pazzesca, tante officine diverse, non rischia di complicare tutto? “No, affatto. Anzi, le officine sono simili, ma usano tecnologie differenti. Quando i numeri di vendita crescono cambia il modo di produrre”. Qual è stata la cosa più complicata da realizzare? “Il motore e la tecnologia. Poi una volta stabilito questo è stato tutto facile. Va detto però che per passare dalla vetturetta AirPod alla macchina grande (la AirOne) abbiamo dovuto mettere a punto un sistema che noi chiamiamo a doppia energia. Ossia fra la bombola e il motore c’è un piccolo motore benzina o diesel. Questo bruciatore (fuori dal motore ad aria) scalda l’aria prima del motore, quindi aumenta l’autonomia. La scalda a 600 gradi e non dà emissioni nocive, solo un po’ di CO2, ma consente di triplicare l’autonomia quindi 350 km circa con consumi ridicoli: mezzo litro per fare 100 km”. Parliamo di potenze e prestazioni. fonte: noncipossocredere.com vai all’ Articolo completo
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