Nell'ambito delle manifestazioni per la Desmontegada, dopo le varie rappresentazioni estive, sono tornate "Le storie…
Si è chiuso in Tribunale a Trento con un’assoluzione «perché il fatto non sussiste» il procedimento penale che vedeva un casaro accusato di furto di formaggio.
Predazzo, ex casaro del caseificio della Val di Fassa che era accusato di essersi appropriato di un grosso quantitativo di formaggio. L’uomo è finito a giudizio dopo che già la Procura aveva chiesto l’archiviazione di tutte le accuse nei suoi confronti. Il caseificio aveva presentato opposizione e il gip aveva disposto il giudizio. La difesa, sostenuta dall’avvocato Monica Baggia, aveva depositato indagini difensive, in particolare le deposizioni dell’ex presidente e di alcuni dipendenti del caseificio con sede a Pozza di Fassa, per dimostrare che era prassi consolidata che i dipendenti potessero trattenere e portare a casa il formaggio invecchiato male, e dunque non più commerciabile, ma ancora commestibile.
Non solo, la difesa ha anche dimostrato che il casaro talvolta faceva delle consegne e quindi portava ai clienti alcune forme. L’accusa, del resto, non ha trovato elementi a sostegno dell’imputazione. Il casaro, al quale erano state chieste le dimissioni, adesso potrà fare causa civile.
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