Mons. Giulio Viviani in occasione dell’anno della fede terrà il terzo incontro sul tema “Sacrosantum…
Venerdì si conclude la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Domenica prossima si celebre la giornata mondiale della gioventù; ricorre anche la giornata mondiale dei malati di lebbra e le offerte raccolte verranno destinate tramite il centro missionario a quanti sono impegnati per l’assistenza a queste persone
Sempre domenica prossima a motivo del passaggio dei concorrenti della Marcialonga in piazza non verrà celebrata la S. Messa delle ore 10.00; rimangono la S. Messa della vigila sabato ad ore 20.00 alla quale sono particolarmente invitati gli sportivi e do-menica ad ore 18.00
L’associazione parrocchiale “Noi ss. Filippo e Giacomo” ricorda il rinnovo dell’iscrizione in fondo alla chiesa dopo la S. Messa oppure presso la segreteria parrocchiale.
GESÙ parlava con autorità, perciò la gente lo ascoltava volentieri e la sua Parola aveva il potere di scacciare i demoni che dimoravano persino nei luoghi sacri. Che significa parlare ‘con autorità’? Non è il titolo di studio o il ruolo che occupiamo nella vita della Chiesa che ci fa parlare con autorità. Chi ci parla di Dio può essere anche un cardinale, ma la parola che esce dalla sua bocca non ci entusiasma, non ci commuove e non ci muove alla conversione del cuore. Quando un predicatore o un catechista parla di Dio e ci spiega le Sacre Scritture con autorità, spontaneamente si esclama dicendo: “Non ci ardeva il cuore nel petto mentre ci parlava di Dio e ci spiegava le Sacre Scritture?”.
Parlare con autorità significa che il Verbo si è fatto carne nella persona che insegna le realtà del cielo. Perciò, come si può parlare dell’amore di Dio se non lo si è sperimentato nella propria vita? Come si può parlare della gioia che scaturisce dal servire gli umili e i poveri se il predicatore ama stare solo con i potenti e i ricchi di questo mondo? Come si può parlare della forza che proviene dalla preghiera se non si fa l’esperienza della preghiera quotidiana?
Il Curato d’Ars un giorno cominciò a predicare dicendo: “Fratelli e sorelle, Dio ci ama!”. Mentre diceva queste parole, il suo volto diventò luminoso e due grosse lacrime uscirono dai suoi occhi. Non riuscì a dire niente altro. Scese dal pulpito e andò a sedersi nel confessionile. Molti fedeli, commossi dal suo insegnamento che aveva l’unzione dello Spirito Santo, andarono a confessarsi.
Quante lamentele sulle omelie e catechesi che fanno i preti e i catechesti! La gente è stanca di ascoltare omelie dette con tono mieloso, con linguaggio incomprensibile. La gente non sopporta le omelie lette come quando si fa una conferenza, non gradisce omelie prolisse e ripetitive. Insomma la gente non sopporta omelie che non hanno l’unzione dello Spirito Santo.
Preghiamo perché lo Spirito Santo susciti nella Chiesa predicatori come Sant’Antonio di Padova che abbiano la forza e la sapienza di parlare al cuore e non solo all’orecchio dell’assemblea in ascolto. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo)
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