“Non ci sarà più la notte nel tuo cuore quando, nel volto di ogni persona…
E lo dico da “attualmente non-più praticante”, lo dico da curiosa ventiseienne che sta cercando di studiare anche altre dottrine e filosofie, religioni, non solo quello che mi è stata insegnata fin dalla nascita.
Ripeto, ora non mi riferisco alla chiesa perché io stessa punterei il dito contro il sistema, la sua ricchezza, le regole ed i suoi insegnamenti a volte distorti e contraddittori. Ma qui parlo del potere di un evento come questo, mondiale ed unico, capace di attirare migliaia e migliaia di persone. E Anch’io volevo essere in quella folla, e ci sono andata. Ho aspettato la fumata del pomerggio ma niente, così sono andata in palestra.. e poi lì, in tv, vedo il fumo bianco che esce dal camino, corro a cambiarmi per non perdermi quest’occasione a pochi kilometri da me. Macchina fino a casa e poi di corsa, da casa mia circa 2 km sotto la pioggia. E quella folla l’ho incontrata già da sotto casa, persone che uscivano da tutti gli angoli, in ogni via che porta a San Pietro, frettolose e nascoste sotto l’ombrello e il diluvio, correre tutti insieme verso il Vaticano per accogliere e salutare il nuovo Papa.
Un Papa che si è fatto desiderare un po’, che si è fatto attendere. Così la piazza continuava e continuava a riempirsi sempre di più. Ho dovuto fare lo slalom, ‘nuotare’ in mezzo a tutta la gente, tutti, lì… in attesa, migliaia di sguardi fissi su quel balcone, in silenzio e tutto il mondo collegato in diretta con noi. Dopo circa un’ora dalla fumata bianca, le luci si sono accese. La gente ha cominciato ad agitarsi, ad alzare migliaia di macchine fotografiche, telecamere e bandire. Ed ecco l’annuncio: “Habemus Papa”.
E poi… il BOATO, da brivido. Il nuovo Papa, il Cardinale argentino Bergoglio, Papa Francesco I. Un’emozione indescrivibile l’acclamazione, l’accoglienza della persone, di Noi, perché anch’io c’ero, ero li in mezzo persa tra mille urla di felicità, applausi, canzoni. Mi aspettavo un tifo da stadio, o concerti, quelli da brivido, ma era diverso.. ERA PIU’ CHE DA BRIVIDO, ti entrava dentro, e lo sentivi come se fosse in lontananza, come se si espande per kilometri e kilometri, urla piene di gioia ma rispettose, stracolme di felicità e speranza… È proprio questo il punto, non tanto l’essere più o meno cattolici, religiosi, il punto è l’affiatamento, la speranza delle persone di pregare o sperare in un mondo migliore. E questo, si avvertiva.
Quando, dopo la benedizione la piazza ha cominciato a svuotarsi, ho deciso di andare contromano, la gente si avviava verso le vie d’uscita e io andavo dalla parte opposta, così, per osservarli, per guardarli in faccia, fotografarli, per regalarli sorrisi e riempirmi dei loro. Gente di colori diversi, cantare, ridere, urlare ‘viva il Papa’ ‘viva Francesco’. Famiglie, bambini, suore, preti, giovani, vecchi… da tutto il mondo e di tutti i colori.
M’ha riempito davvero tanto. Questo Papa mi piace, sembra molto dolce, “mi hanno preso dalla fine del mondo” il suo primo umile e simpatico commento.
Mi ha fatto commuovere. Che sia, in onore di San Francesco d’Assisi, il nuovo portatore di pace, umiltà, speranza… di quei valori ormai andati a rotoli da tanti anni.
Denise Dellagiacoma
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agnese
15 marzo 2013 at 17:37
Molto toccante la tua testimonianza…
Grazie Denise!!
cesare
16 marzo 2013 at 00:14
Bello quanto scritto da Denise, senza dubbio, anche se mi sembra sia stata molto travolta dall’entusiasmo della gente presente in Piazza S. Pietro, che, come si sa, è contagioso e crescente di intensità. Ma noi dobbiamo vedere più in là, dobbiamo immergerci nella figura carismatica di questo Papa nuovo in tutti i sensi, che, se avesse potuto, si sarebbe presentato spoglio di tutto, proprio come fece S. Francesco, da cui, con gesto molto significativo, ha voluto prendere il nome.
Un Papa che si dice abbia sorpreso gli stessi suoi elettori, un Papa umile, vicino alla povera gente, ai bisognosi, dotato di tanto amore, che sicuramente ha portato una ventata sana e genuina, trasparente, nella Chiesa. Una Chiesa che ormai era appesantita da cerimoniali tradizionali ostentativi, che ne tarpavano le ali, impedendole quel volo totalmente spirituale di cui, nel suo apostolato, si sentiva la grande mancanza.
Quello che mi ha colpito subito di Papa Francesco è stata la Croce di ferro e non d’oro che portava al collo, grande segno, che andava oltre l’esteriorità, ma che dimostrava una salda interiorità, perché la Croce è il segno più forte della cristianità, che è soprattutto semplicità, umiltà, servizio per gli altri. Non so, d’ora in poi, con quale disinvoltura i Cardinali potranno portare ancora le loro appariscenti croci d’oro.
Sono stato poi colpito dalla richiesta fatta dal balcone da Papa Francesco perché il popolo pregasse per Lui, perché il Signore lo potesse illuminare nel gravoso e responsabile incarico che si era assunto.
E poi, un poco alla volta, si sono sapute altre cose del neo eletto Pontefice. Quel suo voler essere uguale agli altri, uno fra tutti, quel ricusare ogni ostentazione di sfarzo e di esibizione, badando più alla sostanza della religione che all’apparire. Inoltre l’aver usufruito, pur da cardinale, dei mezzi pubblici in Argentina, rinunciando alle consuete vetture rappresentative, che l’avrebbero più isolato e distanziato dai suoi fedeli che altro.
Il momento critico, per tanti motivi della Chiesa, aveva l’esigenza forte di una svolta, e credo proprio che questa sia arrivata. Parafrasando un noto detto , non è l’abito che fa il Papa, ma ciò che la veste contiene, e la semplice veste bianca di Papa Francesco ha parlato da sola, prima delle Sue stesse parole.
Se il buon dì si vede dal mattino, questo è sicuramente un mattino radioso e di una nuova e splendente luce per la Chiesa nel mondo.
Buon apostolato, Papa Francesco!
Cesare