CAOS, un nuovo metodo per conoscere meglio i terremoti

Da il 12 aprile 2009

terremoto CAOS, un nuovo metodo per conoscere meglio i terremotiUna nuova metodologia non ancora applicata ci aiuterà a conoscere meglio i terremoti.

 Non c’è posto per le polemiche davanti alla perdita di vite umane e dolore.
Soprattutto quando le scosse continuanto a far tremare la terra d’Abruzzo, i cuori delle vittime che sono state drammaticamente colpite così come le coscienze di quanti hanno in mano gli strumenti di intercettazione dei terremoti.

“Prevedere esattamente un terremoto con il radon ancora non è possibile -apprendiamo da Marco Giardino geomorfologo attualmente al Centre for Natural Hazards Research della Simon Fraser University  in Canada – questo perché pur essendo provata la relazione tra aumento del radon nelle faglie e sismicità non abbiamo la tecnologia necessaria per correlare di preciso questo aumento ad un “dove” e un “quando” potrà colpire il terremoto. E quindi non si può  lanciare un allarme preciso in un’area piuttosto che in un’altra”.

Ma il punto è un altro.

“Oggi manca la conoscenza precisa delle sorgenti sismiche, dobbiamo conoscere le strutture che potrebbero essere attivate dal terremoto“ dice Giardino, che dal Canada ci parla di un progetto concreto per fare in modo che il problema terremoti sia affrontato riunendo il meglio delle competenze a livello mondiale.

E le coincidenze a volte possono anche essere dolorose : “Proprio la mattina in cui si è verificato il terremoto i colleghi dell’Università di Torino – racconta Giardino- stavano andando ad incontrare il capo della Protezione Civile per parlare del “Salone della Protezione dai Rischi Naturali.”

Il progetto, chiamato CAOS, è in progetto per il 2010 e coinvolgerà esperti internazionali con l’obiettivo di far comunicare il mondo della ricerca, con gli operatori istituzionali sul territorio.

In rassegna dovrebbero passare la scienza, gli aspetti gestionali e tecnici dell’emergenza terremoto ed anche gli strumenti per il suo monitoraggio.

“Una nuova metodologia esiste già ed è molto promettente, anche se non è ancora mai stata applicata” ci anticipa Giardino.

Vogliamo lasciare che le sue parole accendano nuove speranze, per le vite che quanto meno potrebbero forse essere salvate in futuro. Si tratta di un sistema di rilevamento satellitare per la misurazione della posizione relativa del terremoto attraverso impulsi radar. L’idea è quella che varie fonti tra cui anche gli edifici storici di un paese possano riflettere segnali al satellite, rilevati e rielaborati ogni 23 giorni, con precisione millimetrica in modo che sia possibile vedere se ci sono spostamenti relativi e si possano avere informazioni sui movimenti della crosta terrestre con precisione spaziale.

Il brevetto è di una società di Milano, la Tele-Rilevemento Europa – TRE  che sta portando eccellenze tecnologie e innovative anche all’estero.

“Quello che si può fare ora in Abruzzo da un punto di vista scientifico è quantificare l’effetto del terremoto, abbiamo dati storici e possiamo avere informazioni sulla struttura che si è mossa – dice Giardino – in futuro ci faremo un’idea di come ricostruire in modo sicuro su quella faglia”.
Di Giorgia Scaturro

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