Più famiglia per favorire solidarietà e sviluppo Organizzato dal Forum delle persone e associazioni di…
VALLE DI FASSA – Quali politiche della famiglia per i prossimi anni? Se lo chiede la Consulta delle famiglie della Valle di Fassa, guidata dal presidente Fulvio Chiocchetti di Moena, che non manca, quasi ogni giorno, di formulare indicazioni, proposte, suggerimenti per la tutela di questo fondamentale presidio della nostra società, oggi sempre più in difficoltà, se non addirittura boicottato. In vista delle elezioni amministrative del prossimo maggio, la Consulta intende fornire a tutti i candidati della valle alcune linee di riflessione, per stimolare la stesura di programmi amministrativi che prevedano di attribuire anche alla famiglia il ruolo che merita. «La famiglia», si afferma in un documento, «non è soltanto un fatto privato, ma è una risorsa vitale per la società. Infatti svolge funzioni sociali fondamentali, è l’ambiente privilegiato per la nascita e la formazione della persona, per la sua crescita e la sua educazione, per l’incontro ed il confronto tra le generazioni ed è produttrice di beni economici, sociali e culturali per l’intera collettività. È necessario quindi un ripensamento ed un rilancio delle politiche locali, riportando la famiglia ad assumere quella posizione centrale che, di diritto, al di là delle posizioni ideologiche, le è propria nella società».Molte le finalità evidenziate come prioritarie: considerare la famiglia come risorsa e bene comune, ribadendo la insostituibilità del suo ruolo di soggetto sociale attivo; considerare la famiglia come nucleo unitario, progettando gli interventi per i singoli componenti come membri di una famiglia, non come entità isolate; operare con politiche dirette ed esplicite; gli interventi devono essere ben considerati in tutti i settori di attività, quindi non solo nei servizi sociali, ma per la casa, la scuola, l’educazione e la formazione, l’arredo urbano, le tasse, le tariffe, i trasporti, la qualità della vita, la salute, la sicurezza. Ancora: riconoscere la necessità di coordinare gli interventi da parte dei diversi enti locali; passare da una impostazione di tipo assistenziale e di intervento sulle patologie ad una politica di prevenzione e promozione orientata alla famiglia normale, pur facendo maggiore attenzione alle famiglie deboli e in difficoltà; tenere presente che l’ente pubblico deve stimolare la famiglia per trasformarla da semplice fruitrice passiva a protagonista attiva della vita della valle. E prendere atto che gli interventi devono essere caratterizzati dal principio di sussidiarietà correttamente applicato, coinvolgere e favorire la creazione delle reti informali di solidarietà e di servizi delle famiglie nei paesi, accanto alle attività dell’associazionismo e del volontariato, riorganizzare l’impostazione dei servizi sociali, monitorare costantemente l’evoluzione della società e delle famiglie e l’efficacia degli interventi a livello territoriale, per riorganizzare tempestivamente le politiche adottate.Mario Felicetti.
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