Gli abitanti delle valli di Fiemme e Fassa possono ora trovare a Cavalese, in un…
Pace, pace, pace! A Cavalese un corteo di circa 700 persone ha attraversato il paese da piazza Scopoli alla Pieve.
Fra loro 40 ucraine e ucraini che in questa valle vivono e lavorano. Proprio loro hanno intonato l’inno dell’Ucraina ringraziando ripetutamente tutti i presenti: “Siamo un popolo molto simile a voi – ha gridato Zoriana -anche noi cuciniamo i canederli… Avevamo una vita normale e all’improvviso hanno distrutto tutto, tutto. Non abbiamo paura per noi ma per i nostri figli che sono rimasti in patria a combattere”.
C’era anche una mamma Ucraina, Julia, con i suoi due piccoli Maia e Daian. È appena arrivata in Val di Fiemme affrontando un viaggio molto lungo.
Qui è stata accolta con calore. Per questo, nella sua lingua, ha gridato il suo “grazie” senza trattenere le lacrime.
La manifestazione pacifica, organizzata in tempi brevi, è partita dai bambini della catechesi di prima e seconda media e ha coinvolto persone di tutte le età, anche i rappresentati delle istituzioni.
Erano presenti anche il sindaco di Cavalese Sergio Finato, che ha rivolto un ringraziamento per questo coro che ci vede uniti e con gli occhi colmi di speranza, in un momento drammatico che ha costretto tanti giovani a lasciare i loro studi e i loro giochi per imbracciare le armi.
Il parroco Don Albino Dell’Eva ha invitato i presenti a recitare un Padre Nostro tutti in coro e il consigliere provinciale Gianluca Cavada ha rivolto parole di vicinanza anche da parte del presidente Fugatti.
L’assessora di Cavalese Carla Vargiu ha ringraziato i presenti e gli organizzatori per questo slancio di amore verso un popolo in grave sofferenza.
Hanno coordinato la manifestazione gli organizzatori del corteo dell’Unità Pastorale e dell’associazione Afroditelo. Le mamme ucraine, visibilmente commosse, hanno ringraziato Cavalese e tutta la Val di Fiemme per questo abbraccio caloroso.
I palloncini blu e rossi e i cartelli variopinti preparati dai ragazzi hanno lasciato posto alla luce dei telefoni cellulari quando è giunta la sera.
Un’Ave Maria in lingua ucraina si è levata dal sagrato della chiesa dell’Addolorata nel parco della Pieve.
(Testo e foto di Beatrice Calamari)
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