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CAVALESE – Non ce l’ha fatta Sergio Vanzo , il vicesindaco di Cavalese colpito da un improvviso, devastante aneurisma cerebrale sabato scorso in serata, mentre partecipava alla festa della «Polenta biota» (una sua invenzione), alla vigila della Desmontegada delle capre. Si è spento ieri sera, dopo alcuni giorni trascorsi in coma nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Santa Chiara di Trento. La notizia è rimbalzata immediatamente da Trento nel suo paese per poi andare ad interessare l’intera valle di Fiemme, dove Vanzo era molto conosciuto, sia come amministratore comunale che come uomo politico, da sempre innamorato del Patt e delle idee che questo movimento porta avanti. Amministratore pubblico per 26 anni, è entrato in consiglio comunale la prima volta nel 1978, fino al 1983. In quell’anno è risultato il primo dei non eletti ed è rientrato in consiglio nel 1989, diventando assessore nel 1994, per essere quindi nominato vicesindaco l’anno seguente, ai tempi in cui era sindaco l’attuale assessore provinciale Mauro Gilmozzi. Dopo la famosa crisi comunale del 1996, è uscito dall’esecutivo ed è andato in minoranza, ruolo sempre ricoperto fino a quest’anno, anche dopo l’avvento del sindaco Walter Cappelletto. Alle elezioni comunali dello scorso 16 maggio, si era presentato sostenendo la coalizione che affiancava la candidatura di Silvano Welponer, assieme alle liste «Alleanza Cavalesana Indipendenti-Tre abeti», «Per Cavalese Indipendenti», «Idee per Cavalese e Masi» e «Masadina». Un risultato importate il suo, visto che aveva ottenuto 77 voti personali di preferenza, in una lista del Patt gratificata da 204 voti e che, alla fin fine, si era rivelata decisiva per il successo finale di Welponer, ottenendo anche un secondo seggio consiliare. Poi, alla fine di maggio, dopo un giro di consultazioni, il neo eletto sindaco lo aveva nominato suo vice, oltre che assessore ai lavori pubblici, riconoscendogli doti significative di impegno, dedizione, operatività e concretezza. Era stato lui, tra l’altro, una quindicina di anni fa, ad inventare anche la Desmontegada, che giustamete rivendicava come una sua creatura e che, questa volta, lo ha tradito proprio alla vigilia dell’ultima edizione . Un personaggio irruento quanto generoso, fiero delle sue idee, determinato fino in fondo, deciso, anche polemico quando era necessario, ma che non manteneva rancori e che riusciva sempre a stemperare anche i rapporti più controversi e più difficili. Un «burbero benefico» come lo definiva il sindaco Welponer, che, appena avuto la notizia della sua morte, ha manifestato il proprio grande cordoglio, per un amministratore giudicato insostituibile. «È facile cadere nel buonismo quando una persona se ne va – ha dichiarato ieri sera – ma Sergio rappresentava per la nostra Amministrazione un riferimento fondamentale, sia dal punto di vista pratico, operativo, che sotto il profilo squisitamente umano. Un uomo generoso, che quando si metteva in gioco, dava tutto. Negli ultimi tempi era particolarmente contento di come si erano messe le cose dopo le elezioni e delle iniziative che era subito riuscito a concretizzare ed a portare avanti. Quando era in minoranza, non aveva mai nascosto anche una certa vis polemica. Era sempre e comunque propositivo, senza andare mai oltre certi limiti di una dialettica forte ma costruttiva». Così lo conoscevano i suoi concittadini, che subito hanno fatto pervenire alla famiglia le loro espressioni di cordoglio e di solidarietà. La data dei funerali ovviamente non è stata ancora fissata, ma si è già deciso che il feretro verrà esposto all’interno della chiesa della Pieve, quel monumento che aveva particolarmente amato, confermando il suo attaccamento nell’aprile del 2003, in occasione del famoso incendio che lo aveva semidistrutto. Con molto coraggio, si era gettato all’interno della chiesa, staccando personalmente alcuni preziosi quadri che si trovanano sulle pareti e mettendoli in salvo. Per questo, l’iniziativa di portarlo qui prima dell’ultimo viaggio, sembra davvero indovinata. Anche perchè saranno presumibilmente moltissime le persone di tutta la valle di Fiemme ed anche di fuori valle che vorranno portargli l’estremo saluto. «Per Sergio Vanzo, prima di tutto veniva Cavalese, che lui amava», chiude l’assessore Sergio Finato, che in questi mesi ha condiviso con il vicesindaco il lavoro in giunta con un «gioco di squadra», come sottolinea. «Badava alla sostanza delle cose – dice Finato – aveva una gran passione ed era un personaggio. Lascia sicuramente un vuoto».
MARIO FELICETTI
Il presidente Lorenzo Dellai, appresa la notizia della scomparsa di Sergio Vanzo, vicesindaco di Cavalese e da decenni impegnato al servizio della propria comunità, ha espresso a titolo personale ed a nome della giunta provinciale il proprio sincero cordoglio per una morte giunta improvvisa e inaspettata. “Sergio Vanzo” ha detto il presidente, “è stato uno stimato amministratore, un uomo vecchio stampo, autonomista convinto”.
“Di Vanzo rimarrà la memoria della sua generosità e dell’impegno profuso per la sua gente. In questo momento di dolore siamo vicini alla sua famiglia e alla comunità di Cavalese”.
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