Bukavu - Congo - Suor Delia Guadagnini ci tiene direttamente informati sulla grave situazione che…
Quante volte abbiamo riportato sul nostro blog le notizie drammatiche che ci arrivano direttamente dal Congo tramite la nostra compaesana suor Delia Guadagnini. Questi drammi si consumano non a caso in una terra molto ricca di risorse naturali. Ma perchè accade tutto questo?
Ormai saprai tutto dell’ultimo modello di cellulare, descrizione tecnica, costi, qualità ma… sai anche quanto sangue, guerra, distruzione e sfruttamento c’è in quello che desideri?
Tutti dovrebbero conoscere, tutti dovrebbero sapere che cos’è il Coltan. Lo scandalo del Coltan infatti è uno scandalo che riguarda tutti noi, è uno scandalo che poggia le basi sui nostri consumi, sui nostri desideri e sulla nostra voglia di avere sempre di più, non curanti del prezzo che qualcun’ altro pagherà. La storia del Coltan è una storia che si nasconde nel nostro cellulare e nella nostra consolle, nel nostro computer, ma anche nei materiali chirurgici, nelle cellule fotovoltaiche, nelle telecamere, negli air bag e nelle fibre ottiche. Il Coltan infatti viene usato per tutte queste cose oltre che per la costruzione di turbine aeronautiche e per la fabbricazione di condensatori elettrici di piccole dimensioni.
La storia, come ogni storia che si rispetti, inizia in luogo lontano, soprattutto dai nostri occhi disattenti di consumatori voraci e parla di manodopera offerta per nulla, lavoro minorile, autorità locali che dovrebbero combattere il contrabbando e lo sfruttamento e che invece ignorano i morti e i soprusi; è una storia che parla anche del disastro ambientale avvenuto in due parchi naturali meravigliosi e che ha ridotto – secondo una denuncia del WWF, nel Parco nazionale di Kahuzi-Biega e nella riserva naturale di Okapi- la popolazione di elefanti quasi a zero rispetto ai circa 3.600 censiti nel ’96 ed a 220 gorilla dei 440 del ’96.
Ma cos’è il Coltan?
Il coltan è un minerale così prezioso da aver visto il suo prezzo sul mercato aumentare di più del 600% in appena 4 anni: è un minerale sempre più presente e sempre più ricercato; è una sabbia nera, debolmente radioattiva, formata dai minerali colombite e tantalio.
E’ il tantalio appunto, estratto dal Coltan, il metallo raro, usato per aumentare la potenza degli apparecchi riducendo il consumo di energia. Il Tantalio è diventato un elemento necessario quindi all’industria elettronica dell’ultimo decennio. I nuovi telefoni cellulari sono così piccoli anche grazie all’utilizzo di questo minerale, in particolare usato nella costruzione di condensatori e così la sua richiesta da parte dei colossi della telefonia mobile ha spinto il prezzo ad un’inarrestabile ascesa; i prezzi poi sono rimasti alti anche perché gli unici sostituti a questi condensatori – quelli fatti in ceramica - non possono adattarsi alle dimensioni ridotte desiderate.
Il tantalio mondiale veniva fornito da miniere brasiliane, canadesi e australiane, ma in seguito all’improvviso aumento della sua richiesta, le miniere esistenti non erano sufficienti a coprire l’improvvisa domanda e così sono state cercate nuove fonti dal quale estrarlo.
L‘80% delle riserve mondiali di coltan si trovano in Africa e l’80% di queste sono in Congo: ecco perché la storia del coltan si lega in maniera indissolubile alla Repubblica Democratica del Congo, unico paese al mondo a possedere riserve di tantalio immediatamente utilizzabili.
Il coltan congolese è estratto da estemporanei minatori che scavano, anche a mani nude, per estrarre questa preziosa sabbia e quindi portarla a spalla fino ai centri di raccolta.
Nell’aprile 2001 l’Onu ha presentato un rapporto contro lo sfruttamento illegale dei giacimenti di coltan nel nord del Congo: secondo i dati, circa 1500 tonnellate del materiale sono state esportate illegalmente dall’Africa tra la fine del 1998 e l’estate 1999.
Il percorso del coltan è parallelo a quello dell’oro e dei diamanti.
Il traffico di coltan avrebbe fruttato circa un milione di dollari al mese, che sarebbero stati impiegati per finanziare la guerra da parte dei guerriglieri locali. Un commercio senza regole che si basa su rapporti anomali tra guerriglieri locali, multinazionali occidentali e asiatiche ed organizzazioni criminali internazionali.
Un mercato, quello del coltan senza alcuna regola: se, infatti con il “protocollo di Kimberley” sono state poste “regole” al commercio dei diamanti, per il coltan non esiste alcuna regola; anche se l’amministrazione americana ha introdotto l’articolo 1502 che prevede, per i produttori di apparati elettronici, l’obbligo della certificazione sulla provenienza del coltan usato, sembra comunque una misura poco efficiente, vista la mancanza di un organo di controllo, riducendo così il tutto ad una semplice autocertificazione aziendale. Dopo la diffusione di queste notizie però, diverse associazioni non governative belghe hanno lanciato una campagna di protesta con lo slogan ”niente sangue sul mio Gsm’‘. Le pressioni delle ong hanno convinto le compagnie aerea Sabena (citata nel rapporto ONU insieme ad altre 13 compagnie) e Swissair a sospendere il trasporto del coltan. Il consiglio di sicurezza ha istituito una commissione d’inchiesta, e altrettanto ha fatto il parlamento belga, preoccupato per il possibile coinvolgimento di imprese del Paese.
“I principali motivi di conflitto nella Repubblica Democratica del Congo sono diventati l’accesso a cinque risorse di prima importanza- tra cui la colombotantalite, i diamanti e l’oro – nonché il controllo ed il commercio di queste materie“: questo è il primo punto delle conclusioni degli esperti ONU.
Alberto Vázquez-Figueroa, uno degli autori contemporanei più letti in Spagna, ha pubblicato nel 2008 nel suo libro “Coltan” un’indagine/denuncia molto approfondita. Se volete leggere quello che le aziende ad oggi dichiarano in merito al Coltan basta scorrere sulle belle pagine web sotto la voce “Human Rights” di grandi colossi come Apple, Nokia o Samsung:
http://www.apple.com/supplierresponsibility/code-of-conduct/labor-and-human-rights.html
http://www.samsung.com/eu/sustainability/policyofcoltan.html
Se poi volete saperne di più è estremamente consigliato il documentario del 2007 “Bloody coltan” :
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