Un posto di lavoro a tempo indeterminato tra le montagne innevate del Trentino. Un sogno?…
La testimonianza di un’operatrice sanitaria che ci aiuta a riflettere sulla situazione che si vive attualmente nell’ospedale di Cavalese.
Cosa non vi è chiaro di tutta questa storia?? C’è ancora gente che crede che all’ospedale di Cavalese, la situazione sia tranquilla…
Be’ vi apro gli occhi…
da tre settimane l’unità di chirurgia e ortopedia è diventata Area Covid…. 30 posti perennemente occupati, più alcuni posti per i pazienti con il respiratore, da oggi gestiti in sala operatoria.
I pazienti arrivano in pronto soccorso in ambulanza e per alcuni è l’ultima volta che vedranno un parente… i pochi dimessi che possono fare a casa la quarantena devono tornarci in ambulanza, inoltre ci sono i trasferimenti a Trento, Rovereto o altre unità Covid del territorio, per cui serve sempre un’ambulanza, su cui oltre al personale del 118, spesso viaggiano anche volontari, che hanno paura, eppure si fanno coraggio per dare il loro contributo in questa fottuta guerra ….vestiti anche loro come palombari.
E questa è una parte della situazione corona virus… poi arriva quella emotiva…
le persone che arrivano in ospedale sono la mamma, il papà, la suocera, il parente di persone che la maggior parte di noi operatori conosce … e li vediamo stare male, essere tristi, sentirsi soli, avere paura… e l’unico conforto che hanno sono delle persone vestite come astronauti di cui sentono solo la voce…ma che fanno di tutto per tranquillizzarli, farli sentire meno soli e tristi…
Ma poi succede che il papà di un amico se ne va, la suocera della tua amica sta male, la mamma della tua ex collega è allo stremo… e tu ti senti impotente, vedi gli occhi delle persone spegnersi, li senti esalare l’ultimo respiro… ecco cosa succede… anche a Cavalese…
Scrivo questo per far capire, che le persone che muoiono a causa di questo virus, fanno parte della nostra comunità e lasciano sicuramente il vuoto nella vita di qualcuno… qualcuno che non ha neanche avuto la possibilità di salutarle…
quindi per rispetto di malati, parenti, operatori sanitari che vivono questa situazione tutti i giorni STATE A CASA!!!
C.C.
(immagine realizzata da Veronica Barbolini)
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