Dal Congo suor Delia Guadagnini di Predazzo ci invia queste notizie:

Da il 15 maggio 2009

congo war Dal Congo suor Delia Guadagnini di Predazzo ci invia queste notizie:R.D.Congo – sostenere la pace e la sicurezza delle popolazioni del Kivu è possibile, molto dipende dal sostegno internazionale.

Continuiamo a seguire gli avvenimenti nella R.D.Congo. E’ urgente garantire sicurezza alle popolazioni e sostenere il processo di pace. L’esodo degli abitanti  nel nord e sud Kivu continua. E’ importante facilitare l’uscita dall’isolamento della R.D.del Congo per l’equilibrio interno del paese e della regione dei Grandi Laghi.  “la logica della guerra non rende – ci hanno detto a Goma – il passo che è stato fatto è un segno che si deve convivere; senza dimenticare che la prevalenza di un gruppo sugli altri porterebbe con sé i germi di una nuova guerra”. Hanno ripetuto più volte che non si può appoggiare la prese di potere con la violenza, né si possono affidare incarichi a chi ha gravi responsabilità nei crimini contro l’umanità. L’occidente dovrebbe mettere condizioni rigorose negli accordi che vengono stipulati e condizionarli al rispetto dei diritti umani. Pensiamo che l’Italia possa svolgere un ruolo importante sul piano diplomatico per fermare lo sfruttamento illegale delle ricchezze vero motivo della guerra, garantire la sicurezza delle popolazioni, investire sulla pace attraverso un nuovo stile di cooperazione.
E’ il motivo che ci spinge a mandare al MAE (Ministro Frattini e sottosegretario Mantica) il messaggio seguente:

Messaggio

Sollecitiamo il Governo a prendere parte attiva negli sforzi della diplomazia internazionale volti a:
- fermare le violenze nel Nord Kivu, e garantire sicurezza alle popolazioni;
- facilitare il rientro degli sfollati nelle loro terre;
- vigilare sull’operazione Kimya che prevede la bonifica del territorio dalla presenza delle forze dell’Fdlr, soprattutto perché nell’esercitato congolese non siano arruolati minorenni, come richiede la Monuc;
- ad adoperarsi perchè a livello europeo vengano disciplinati l’acquisto e la commercializzazione dei minerali utilizzati per la fabbricazione dei prodotti ad alta tecnologia, esigendone la certificazione di origine e la tracciabilità, come per i diamanti;
- effettuare gli stanziamenti previsti per gli interventi di cooperazione allo sviluppo secondo l’o.d.g dei senatori Soliani e marcenaro accolto dal Governo nel momento dell’approvazione del decreto legge n. 209/08 diventato legge n. 12 il 24 febbraio 2009.
E’ urgente l’impegno del Governo italiano per consolidare la nascente democrazia appoggiando elezioni regolari con l’aiuto di osservatori internazionali, a superare la crisi umanitaria con progetti strutturali, e con progetti che mettano insieme la gente dei villaggi.
Sono necessari accordi di cooperazione con responsabilità condivisa, e in collaborazione con la società civile locale (comitati interetnici, confessioni religiose, donne, insegnanti…) per la formazione di animatori sociali capaci di ricostruire il tessuto-economico del territorio.
Sedici anni di guerra, milioni di morti e di sfollati, una delle tragedie più ignorate del globo legate allo sfruttamento delle ricchezze, motivano l’urgenza e la necessità di un intervento da parte del nostro paese.
 
 Chiama l’Africa, Beati i costruttori di pace, Rete pace per il Congo, Solidarietà Muungano   

Le adesioni che riceveremo saranno trasmesse al Ministero degli Affari Esteri.

Rif: Associazione solidarietà Muungano
      Strada Cavestro, 16 Vicomero
      43056 TORRILE (Parma)                    Tel/fax 0521-314263 e-mail muungano@libero.it                   
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R.D.Congo – sostenere la pace
Oggi la pace e la sicurezza delle popolazioni del Kivu è possibile.
Molto dipende dal sostegno internazionale.

Da molti anni siamo in cammino con il popolo congolese. Abbiamo sentinto, in qualche modo, il peso e l’umiliazione di sofferenze assurde causate da lunghe guerre legate allo sfruttamento delle ricchezze del paese: milioni di morti, sfollati senza soccorso adeguato, violenze, fame, mancanza di medicinali, silenzi della comunità internazionale.
Il legame continuo con amici e comunità congolesi ci hanno aiutato a non perdere la speranza; abbiamo visto in loro la forza della resistenza, la capacità di adattarsi e la voglia di vivere. Con varie associazioni (Beati costruttori di pace, Chiama l’Africa, Istituti missionari…) abbiamo partecipato in Italia e in Congo agli avvenimenti più significativi degli ultimi tempi: simposio per la pace (Butembo), elezioni politiche (come osservatori internazionali), Conferenza Amani (Goma) per la pace. Altre realtà si sono mosse. Ricordiamo in particolare l’appello lanciato dal settimanale “Vita” del  dicembre 2008, “non restiamo a guardare”, che ha raccolto l’adesione di vari parlamentari, singoli e associazioni.
Dopo l’ultimo viaggio a Goma  durante gli accordi del 23 marzo (Governo – Cndp) e la visita di solidarietà dei rapprentanti della Conferenza Episcopale congolese abbiamo potuto incontrare gente della città, amici e rappresentanti del processo di pace in corso. La conclusione: oggi la pace e la sicurezza delle popolazioni del Kivu è possibile.
Molto dipende dal sostegno internazionale per:
- Per garantire “sicurezza” agli sfollati provenienti dai villaggi dell’interno della regione e facilitare il loro rientro con forniture di suppellettili, lamiere per costruzioni, attrezze agricoli, viveri per alcuni mesi;
- Disarmare e neutralizzare i gruppi armati stranieri (FDLR e LRA) e nazionali, che continuano a rifornirsi attraverso lo sfruttamento dei minerali, a fare vittime e rappresaglie sulla popolazione inerme; l’esodo della popolazione di molti villaggi del nerd e sud Kivu non è finito;
- Appoggiare la polizia e il nuovo esercito congolese, che si sta organizzando dopo anni di invasioni e ribellioni, per la difesa dei civili e il controllo del territorio;
- Contribuire alla ripresa della vita e alla ricostruzione nazionale nei vari settori della società: scuole primarie e professionali, strade, valorizzazione dell’agricoltura e delle foreste ecc., attraverso investimenti e accordi nel rispetto del diritto e della dignità di ogni popolo.

Restare a guardare non è una soluzione.  Lo ha richiamato recentemente Alann Doss, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la R.D.Congo. “C’è davvero la speranza di raggiungere una soluzione stabile ai problemi che hanno afflitto la regione per oltre 10 anni”. Lo stesso avviso è stato espresso dagli inviati speciali dell’ONU e dell’U.A.
E’ importante richiamare l’impegno assunto dal governo italiano (24 febbraio 2009), in seguito alla proposta dei senatori Soliani e Marcenaro, “a prendere parte attiva agli sforzi della diplomazia internazionale volti a fermare i massacri in atto nel Kivu, autorizzando a tal fine una spesa adeguata nell’ambito degli stanziamenti previsti per gli interventi di cooperazione allo sviluppo”. Ci sono interventi necessari da parte delle istituzioni nazionali e internazionali, che la società civile può e deve sollecitare; ci sono iniziative di solidarietà e di sensibilizzazione per fare conoscere all’opinione pubblica la situazione attuale del Congo. Non tutti i pericoli sono stati rimossi e l’urgenza di un impegno rinnovato per uscire dalla crisi, dopo il dramma umanitario che conosciamo, è necessario.
Pensiamo sia opportuno restare collegati, aiutarci a sostenere iniziative, proposte della società civile congolese, per sostenere il processo di pace.
Incontrando a Goma p. Rigobert Minani e l’abbé Malumalu ci hanno detto la loro disponibilità per eventuali incontri durante il periodo (maggio) che si fermeranno in Italia.

Vicomero,      Solidarietà Muungano
             p. Silvio Turazzi, Ravasi Leno, Colla Edda

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