Al via, l'attività estiva organizzata dal Museo Geologico delle Dolomiti a Predazzo che - in…
Il Museo Geologico di Predazzo si prepara a ospitare due grandi appuntamenti dedicati all’esplorazione della natura e del paesaggio dolomitico.
Martedì 15 dicembre alle 17.00 apre la mostra Zolle, frammenti astratti di paesaggio filtrati dalla memoria di Dario Bosin, mentre venerdì 18 dicembre, alle ore 18.00, approda al museo la mostra Rifugi alpini ieri e oggi. Un percorso storico tra architettura, cultura e ambiente. L’inaugurazione sarà preceduta da una conferenza con Luca Gibello, direttore de Il giornale dell’Architettura e appassionato alpinista.
L’artista, insegnante e pittore di Predazzo Dario Bosin sarà protagonista, da martedì 15 dicembre, negli spazi rinnovati del Museo Geologico delle Dolomiti di Predazzo, della personale Zolle, frammenti astratti di paesaggio filtrati dalla memoria, una selezione di dipinti ispirati ai paesaggi dolomitici. Le opere scelte sono il risultato di una lunga osservazione del mondo naturale: dopo una passeggiata lungo i fondovalle o a basse quote, Bosin concentra la propria attenzione sui dettagli minimi come la linea di un fiore, la forma di un tronco, la scia disegnata da un corso d’acqua.
Ne scaturiscono forme e andamenti lineari che rimandano al variegato mondo dolomitico e si dispongono sulla tela senza gerarchie: accostati ma più spesso intrecciati, come in una zolla, in un ordine solo apparentemente casuale, tagliati ai bordi da una cesoia. Le tele esposte sono, nelle parole dell’artista, “frammenti umili di paesaggio, filtrati dalla memoria e ricomposti sulla tela dopo un processo d’astrazione”. Il colore, libero da condizionamenti imitativi, e la scelta degli accordi a volte azzardati per pura convenienza pittorica si stendono sulla tela senza accenni volumetrici. Lo sguardo dell’osservatore si sofferma su questi mondi, solo apparentemente docili: una passeggiata sulle Dolomiti – che riesce a catturare anche i silenzi e le attese – resa attraverso il linguaggio personale della forma pittorica.
Pochi giorni dopo, venerdì 18 dicembre alle 17.00, approda al museo la mostra Rifugi alpini ieri e oggi. Un percorso storico tra architettura, cultura e ambiente. Si tratta della prima tappa in Val di Fiemme della rassegna curata dall’associazione culturale Cantieri d’alta quota. Attraverso sessantaquattro tele di grande formato la mostra ripercorre nel tempo e nello spazio alcune tappe fondamentali della storia della costruzione dei rifugi e bivacchi sull’intero arco alpino, con una sequenza di suggestive immagini d’epoca e disegni, affiancati da recenti foto a colori d’autore.
Accanto alle aree della Valtellina, Canton Ticino, Bellunese, Cuneese, Valle Camonica e Friuli, grande spazio è riservato ai rifugi trentini grazie ad un approfondimento realizzato in occasione del convegno internazionale Rifugi in divenire, tenutosi a Trento nel 2013 e organizzato da Accademia della Montagna del Trentino, per la cura scientifica di Cantieri d’alta quota.
L’inaugurazione della mostra sarà preceduta da una conferenza di Luca Gibello, storico e critico di architettura, direttore de Il Giornale dell’Architettura, ma anche appassionato alpinista, sul tema della storia dei rifugi e bivacchi alpini, visti non solo sotto l’aspetto edilizio e tecnologico, ma anche rispetto ai cambiamenti dell’utenza. Gibello è autore di Cantieri d’alta quota.
Breve storia della costruzione dei rifugi sulle Alpi (Lineadaria editore, Biella 2011, volume tradotto in francese e tedesco dal Club alpino svizzero), nonché co-fondatore dell’omonima associazione culturale Cantieri d’alta quota che si pone l’obiettivo di incentivare la ricerca, divulgazione e condivisione delle informazioni storiche, progettuali, geografiche, sociali ed economiche sulla realtà dei punti d’appoggio in alta montagna, luoghi «estremi» per eccellenza.Patrocinato da Club alpino italiano, Museo nazionale della Montagna CAI Torino, Biblioteca nazionale CAI, il progetto gode del sostegno di Ordine degli architetti di Udine, Club alpino svizzero, Accademia della Montagna del Trentino, Fondazione Courmayeur e ARCA, il marchio di qualità delle costruzioni in legno.
L’obiettivo è di far cresce l’esposizione man mano che si susseguono le tappe, attraverso approfondimenti specifici realizzati ad hoc sulle vicende dei rifugi e bivacchi presenti nel territorio circostante…
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