A Predazzo, pellicole in guerra, un viaggio nella rappresentazione cinematografica del primo conflitto mondiale, con materiali…
CANAZEI. A 95 anni dalla Grande guerra la Marmolada ha restituito la salma di un combattente caduto tra i ghiacci. A trovare i resti mummificati del soldato, ieri mattina, nella territorio del Comune di Canazei, è stato un appassionato di reperti bellici, Dino De Bernardin, di Sottoguda, nel bellunese: nella parte di ghiacciaio sotto la stazione Serauta della funivia diMalga Ciapela ha visto uno strano mucchietto di stracci, si è avvicinato e ha capito che lì c’era la salma di un caduto della prima guerra mondiale.
De Bernardin, sorpreso e commosso, è corso ad avvisare il sindaco di Rocca Pietore (suo cugino Andrea) ed è quindi risalito in quota con un amico ed esperto di Cencenighe, Maurizio Manfroi, per esaminare meglio i resti.
Verificato che la salma si trovava in territorio trentino ha segnalato il ritrovamento ai carabinieri del centro fassano, che a loro volta si sono messi in moto per organizzare il recupero dei resti assieme al soccorso alpino.
«Stamatina stavo facendo un giro sul ghiacciaio», racconta Dino De Bernardin, collaboratore del Museo della Grande guerra di passo Fedaia gestito proprio dal sindaco di Rocca Pietore, «ho notato un mucchietto di stracci e inizialmente non ho dato questo gran peso alla cosa. Ma sono un tipo curioso e alla fine sono andato più vicino e mi sono accorto che quegli stracci sembravano proprio delle fasce mollettiere, le strisce di stoffa che i soldati avvolgevano attorno ai polpacci. Ho cominciato a togliere un po’ di ghiaccio attorno con la piccozza ed ho visto emergere uno scarpone, poi ho trovato le ossa e mi sono reso conto che era proprio la salma di un caduto».
«Mio cugino ha subito lasciato tutto ed è venuto ad avvisarmi», spiega il sindaco rocchesano Andrea De Bernardin, «io gli ho quindi chiesto di tornare sul posto e di verificare meglio per essere del tutto sicuri, così è risalito con l’amico Maurizio Manfroi e hanno accertato che si trattava realmente di un caduto della Grande guerra. A quel punto ho subito chiamato i carabinieri di Canazei, che sono stati qui al museo al passo Fedaia per avere tutti gli elementi e poter organizzare il recupero della salma».
Un impegno che ha preso anche il sindaco De Bernardin, nonostante il ritrovamento, come ha verificato alla fine, sia avvenuto fuori dal territorio di sua competenza.
«L’unica cosa di cui mi sono preoccupato parlando con il maresciallo di Canazei», sottolinea il primo cittadino di Rocca Pietore, «è che la salma venga recuperata e sepolta con tutti gli onori in un ossario delle Dolomiti. Nonostante siano passati 95 anni va ricordato che queste persone hanno perso la vita per un ideale».
Il Trentino
Dalla fine di maggio del 1915 all’inizio di novembre del 1917, il possesso del massiccio della Marmolada costituì un elemento strategico particolarmente importante perché controllava la strada alla Val di Fassa e alla Val Badia, e quindi al Tirolo.
A quote superiori ai 3.000 metri la guerra si trasformò in duello tra esperti alpinisti e coraggiosi soldati che diedero vita ad azioni ed imprese tanto eroiche quanto spettacolari ed uniche. La montagna fu pertanto la vera protagonista di questo periodo della Grande Guerra italiana, proprio quando fu trasformata in un’imponente e gigantesca fortezza da entrambe le fazioni in guerra.
Fu, ad esempio, più unica che rara la realizzazione della famosa “città fra i ghiacci”, per merito dell’Austriaco Leo Handl, che vide il gruppo della Marmolada attraversato anche da gallerie e caverne sotterranee, reclamate alla roccia e ai ghiacci eterni dall’instancabile e salomonica fatica degli Imperiali Austro-Ungarici.
Innumerevoli anche le audaci imprese delle truppe alpine italiane che fecero di tutto per invadere e catturare questa importante installazione nemica, impegnandosi a fondo anche nella terribile guerra sotterranea, combattuta a colpi di martelli pneumatici e mine. Per non parlare della vicenda del pallone aerostatico, voluto dal Colonnello Garibaldi (discendente dell’”eroe dei due mondi”), che per fortuna non si concretizzò in quella che da subito era apparsa una disperata missione suicida sulla famosa Forcella a “Vu” (che si puo’ vedere in alcune delle foto pubblicate nella presentazione fotografica qui sotto).
Per comprendere meglio le vicende della Grande Guerra “in Marmolada” e’ consigliabile leggere “Con gli Alpini sulla Marmolada 1915 – 1917“, scritto dal Comandate Arturo Andreoletti, del Battaglione Alpino Val Cordevole, e da Luciano Viazzi, già prolifico scrittore e ricercatore della Grande Guerra sulle montagne Italiane e Austriache.
Le numerose infrastrutture dedicate oggi agli sport invernali, facilitano certamente la visita a questi luoghi storici che sono stati recentementi dichiarati “zona monumentale”. La stessa Val di Fassa offre del resto paesaggi e vedute a dir poco uniche ed emozionanti in qualsiasi periodo dell’anno.
La planimetria della “Citta’ fra i ghiacci”
Il Museo della Grande Guerra a quota 2962 della Marmolada
lagrandeguerra.net
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