VALLE DI FIEMME - Nessun dubbio sull'importanza della futura Comunità di valle, ma grosse perplessità…
PREDAZZO – In attesa che lo Statuto venga discusso all’interno dei consigli comunali (finora è stato approvato soltanto da Castello/Molina e da Tesero), ritorna sulla futura Comunità di Valle il sindaco di Predazzo Silvano Longo , con un lungo comunicato che riaffronta alcuni temi di fondo. Longo, ricordiamo, è uno dei tre sindaci (con Ziano e Panchià) che non hanno condiviso la bozza statutaria quando è stata approvata a maggioranza (otto a tre) dal Collegio dei Sindaci lo scorso 15 dicembre. «Quando ci si deve pronunciare su qualcosa che ancora non c’è e che è, per definizione, nuovo ed innovativo – sottolinea il sindaco – inevitabilmente ci si espone al rischio di non riuscire ad essere del tutto esaustivi. Al tempo stesso, non va scordato che la comprensione ben difficilmente è disgiungibile dall’interpretazione, anche se quest’ultima non deve essere confusa con la strumentalizzazione di stampo populistico». Poi due precisazioni su tutto. «Innanzitutto – ribadisce Longo – è del tutto gratuito e accademico immaginare una volontà dei sindaci diretta a raggirare chicchessia. Mai, nel Collegio dei sindaci, ci si è schierati su fronti opposti, ma la materia della Comunità di valle non è tale da poter pensare che i problemi ad essa intrinseci possano essere risolti sbrigativamente. Tante e tali sono le molteplici implicazioni da suggerire prudenza, ponderatezza ed equilibrio di giudizio. Se lungo questo percorso risulta necessario distinguere, precisare e verificare, che lo si faccia. E guai se non fosse così». In secondo luogo, fa presente il sindaco di Predazzo «l’ambito di Fiemme, pur con una sua omogeneità di fondo, presenta elementi di differenziazione e di distinzione non appiattibili né derogabili. Ne va della sua sostanza, che non discende da semplici enunciazioni teoriche, bensì dalla sua storia concreta. Se da un’analisi strutturale, risulta esserci una intelaiatura bipolare dell’ambito di Fiemme (Predazzo da una parte, Cavalese dall’altra ndr), bisogna stare attenti ed evitare frettolose operazioni di alchimia istituzionale, finalizzate a ridurre ad uno ciò che riducibile non è. Diverso è se si tratta di individuare e condividere forme di gestione che sappiano essere più funzionali, più efficaci e più atte allo scopo. Qui ci siamo, ma bisogna ragionare sui dettagli. Prima, non dopo, affinché le scelte e le decisioni siano assunte a ragion veduta e con cognizione di causa. Assumersi le proprie responsabilità significa farlo soprattutto quando l’accordo non c’è, anche affrontando responsabilmente eventuali ostacoli, nelle sedi deputate. I continui lamenti e le polemiche fine a se stese poco giovani». Longo esclude comunque qualsiasi atteggiamento campanilistico. «La questione è diversa. Non è nell’interesse di nessuno proporre dei modelli gestionali ed amministrativi non adeguati e quindi non equilibrati, perché non sufficientemente ragionati. Visto che le posizioni dei singoli non coincidono, che problema c’è a partire da una base riconosciuta come dignitosa e poi, gradualmente, dentro la Comunità di Valle, mettere a punto quelle intese che consentano alla stesa di decollare, crescere e maturare? Mi sembra davvero sciocco pensare che lo Statuto si sia incagliato sulla materia dei rifiuti e/o assimilati. Pensare questo significa non aver colto il ragionamento di fondo. Credo quindi – conclude Longo – che sia obbiettivo condiviso da tutti ragionare bene le cose, prima di passare all’azione. La fretta è cattiva consigliera. Partire con il piede sbagliato potrebbe diventare fonte di nefasti fallimenti». Il messaggio è chiaro: Predazzo non molla. Mario Felicetti.
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