Ovvero ... il rientro delle mucche dall'alpeggio... 14^ Edizione – 20/21 settembre 2008 “A Predazzo,…
PREDAZZO – È stata intitolata al «Cristo Pensante» la nuova via alpinistica aperta giovedì 23 luglio lungo la parete ovest dei «Bureloni» (versante della Val Venegia), nel gruppo delle Pale di San Martino.
L’impresa (della durata di ben 14 ore) è stata portata a termine con successo da due noti scalatori trentini, Aldo Leviti , guida alpina di Predazzo, che fa parte del del Gruppo «Dolomiti» di Fiemme e Fassa, e Diego Filippi di Trento, entrambi componenti del Collegio Guide del Trentino. Una via particolarmente impegnativa, che propone un’altezza di 500 metri, con difficoltà complessive classificate «TD» (molto alte) e difficoltà massime di sesto grado.
La scalata è stata resa ancora più difficile dalla presenza di un vento fortissimo, che ha accompagnato i due alpinisti per l’intera durata dell’ascensione, investiti più volte, specialmente nella parte alta, anche da detriti rocciosi. Stessa cosa per la discesa, a corda doppia, con le corde sballottate qua e là e quindi con l’incubo che potessero andare ad incastrarsi tra le rocce. Da evidenziare una curiosità che fino a quest’anno forse pochi hanno notato.
Sulla roccia, che porta alla cima dei Bureloni, si vede con estrema chiarezza la presenza di un viso, che assomiglia in maniera impressionante a quello della statua del Cristo Pensante, sistemata lo scorso 16 giugno, per iniziativa di Pino Dellasega , sulla cima del «Castellazzo» e che sarà inaugurata ufficialmente, assieme all’omonimo sentiero, nella giornata di domani. «Me l’aveva indicata l’amico Pino» ricorda Leviti «e, con sorpresa, ho notato che proprio lungo quella parete stava maturando da tempo un mio vecchio progetto alpinistico. Era mia intenzione infatti aprire una via per la conquista della cima di quel pilastro, che è a sé stante, anche se fa parte della parete. E così è nata la volontà di concretizzare finalmente questa idea».
Già l’anno scorso, Aldo Leviti è arrivato poco sotto metà parete, assieme all’alpinista Giovanni Romano . Quest’anno, la seconda parte della scalata, vista l’indisponibilità dello stesso Romano, impegnato altrove, è stata portata a termine con Diego Filippi. «Volevamo concludere l’impresa prima del 29 luglio» dice ancora Leviti. «Per questo, durante il mese, sono salito due volte fino alla base della parete per portare il necessario materiale alpinistico e verificare se l’attacco era ancora possibile, dopo la frana di grosse proporzioni che, nel 2008, ha interessato la zona.
Tra l’altro, sempre l’anno scorso, avevo già portato del materiale che è stato completamente sepolto durante l’inverno sotto cinque metri di neve ed era quindi irrecuperabile, per cui ho dovuto praticamente riportare nuovamente tutto quanto necessario, aprendo inoltre, in solitaria, una variante, per evitare i camini percorsi nel 2008 ed ora intasati dalla neve».
Superati questi preliminari, per altro di fondamentale importanza, Leviti e Filippi hanno iniziato la scalata alle 7 del 23 luglio, dopo essere partiti da Predazzo alle 3. Quattordici ore di arrampicata per arrivare in vetta e poi, finalmente, alle 21, il ritorno alla base. Esausti, ma soddisfatti per la spettacolare impresa compiuta. «L’abbiamo dedicata al Cristo Pensante» conclude la guida alpina di Predazzo «perché aiuti noi poveri uomini a superare conflitti, sopraffazioni e intolleranze».
MARIO FELICETTI
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