Dopo la presentazione del progetto "La Sportiva Outdoor Paradise" di San Martino di Castrozza ed…
Dolomiti Superski, il colosso dello sci alpino, prende posizione contro l’eventualità di smantellamento degli impianti sul Passo Rolle.
“La Federconsorzi Dolomiti Superski – si legge infatti in una nota – esprime la propria grande preoccupazione per la situazione creatasi nella ski area San Martino di Castrozza e Passo Rolle, parte significativa e importante del comprensorio Dolomiti Superski, per la possibilità della dismissione degli impianti sciistici di Passo Rolle.
Il glorioso passato e la grande tradizione di una località meravigliosa, tra le più ammirate, che tanto ha contribuito alla storia dello sci, registrerebbe una perdita di prestigio ben difficilmente colmabile. La preoccupazione è rivolta non solo nei riguardi delle società funiviarie ivi operanti, che si troverebbero penalizzate dall’offrire alla clientela un’area sciabile ridotta, priva di quella ampiezza e varietà molto ricercate dagli sciatori, ma anche all’intera filiera turistica della zona”.
“Lo sviluppo dello sport dello sci – continua la nota – ha portato alla formazione, in questi territori montani, di una catena di attività complementari e integrate tra di loro, che vanno dalla ricettività alberghiera, alla ristorazione in quota, alle scuole di sci, al commercio, all’artigianato e ad altre iniziative, che indotte e al traino della pratica dello sci, hanno richiamato una massa di turisti che ha formato e sostenuto l’economia locale. E’ un patrimonio che va sostenuto e salvaguardato con impegno, imprenditorialità, dedizione e lungimiranza a tutti i livelli, perché si tratta di una filiera pesante che, senza la presenza di un alto numero di frequentatori, potrebbe subire pesanti ripercussioni. Dolomiti Superski, nell’esprimere vicinanza e incoraggiamento all’imprenditoria di San Martino di Castrozza e Passo Rolle, si augura che vengano ricercate e individuate soluzioni in grado di far proseguire l’attività su tutta la zona sciabile disponibile”.
di MICHAELA VALENTINO
PASSO ROLLE – Che fatica scrivere di Passo Rolle, la tastiera si incaglia da subito in troppi ricordi, la mente spazia , il mio stesso esistere è legato alla storia di questo Passo .
Nata a Sanremo sono stata portata al Passo a due mesi dove ho trascorso la prima di tante estati e inverni della mia infanzia nell’albergo di mio nonno Giovanni Segat, l’attuale decadente Albergo Rolle, l’«ecomostro» che allora era un bell’albergo fulcro della vita del passo.
Nonno Giovanni, con la sua piccola impresa edile era impegnato nel primo dopoguerra alla costruzione di malga Fosse. Reduce dall’aver combattuto la prima Guerra Mondiale sul fronte austriaco, folgorato dalla bellezza dei luoghi, con tanto entusiasmo e la temerarietà dei suoi 25 anni in uno di quei giorni di settembre dove l’aria è così tersa da far sembrare tutto pulito e quasi finto, partì da Siror con un carro, un po’ di masserizie, la sua giovane famiglia composta da nonna Orsola Gabrielli e i figli Giovanni, Antonio e la piccola Maria in fasce, quattro capre e un po’ di galline alla volta di Passo Rolle dove prese in affitto dalla Forestale una ex baracca bellica, che lui aveva ristrutturato , per realizzare una locanda /albergo e trasferirsi sul Passo.
Era il 1921 e a Passo Rolle non c’era niente, solo filo spinato e reperti bellici, neppure il distaccamento della Guardia di Finanza di qualche anno più recente. Nel 1926 comperò dal priorato alcuni terreni sul Passo e costruì l’albergo Rolle e l’acquedotto poi datogli in concessione, lasciando la vecchia locanda (poi diventata sede della Guardia di Finanza) e negli anni trenta ideò, progettò e costruì con le sue mani e a sue spese la chiesetta del Passo , donandola poi alla Curia.
Mia mamma Lea era la più giovane dei 5 figli sopravvissuti Segat e durante una vacanza estiva ha conosciuto Carlo, mio padre, giovane tenente della Finanza. Savonese di nascita e romano d’adozione non aveva mai visto una montagna in vita sua. La calamita che aveva attratto nonno Giovanni attirò anche lui e quello che ha fatto per la Scuola Alpina e dato al Passo Rolle è storia relativamente recente.
Negli ultimi anni non ho più portato mio padre sul passo per evitare che vedesse lo scempio in cui si trova l’albergo e le caserme Ferrari.
Predazzana d’adozione e primierotta da parte di madre ho sempre vissuto il territorio come un unica realtà legata da questo passo magnifico. Mi riesce difficile comprendere come nel 2017 possano ancora perdurare problemi di Campanile.
Il Cimon della Pala è una delle montagne più fotografate al mondo, le Pale di S Martino fanno parte del patrimonio Unesco, a me sembra addirittura limitativo anche parlare del Rolle in termini di Trentino. Il valore del Passo esula da limitazioni geografiche e geopolitiche è veramente patrimonio dell’umanità e in quest’ambito va trattato.
Finalmente dopo cent’anni nuovi pionieri sono attratti da quella calamita dalla quale è quasi impossibile staccarsi.
Giovanni Segat prima, seguito a breve dalla famiglia Cemin, dal leggendario Alfredo Paluselli, dalla famiglia Paluselli, dalla famiglia Secco, ed in un secondo tempo dalla famiglia Mich , la famiglia Zeni , i soci fondatori della Sitr Rolle e ovviamente la Guardia di Finanza, sono stati pionieri di un’epoca che oramai è conclusa e di cui è giusto e doveroso ricordarne la storia, non per vivere di passato ma per farne tesoro per affrontare progetti innovativi e stimolanti.
Il progetto della Sportiva, presentato con passione da Lorenzo Delladio, che ho ascoltato in conferenza streaming è innovativo sicuramente ma è anche antico perché calato pienamente in quelle che sono le radici storiche del Rolle con la peculiarità degli sport della montagna a 360 gradi, con l’alpinismo in primis, l’escursionismo, lo sci di fondo, lo sci alpinismo, il salto con gli sci, anche lo sci alpino arrivato dopo, quando il passo era gia famoso. In una realtà contemporanea dove ci sono bambini che non hanno mai visto una gallina, dove l’analfabetismo motorio infantile sta generando patologie che pagheremo a caro prezzo in costi sanitari in futuro,quale offerta migliore di poter praticare al meglio e con la dovuta assistenza attività outdoor ai piedi delle Pale di S Martino, in uno dei posti più belli delle Dolomiti?
E’ una grandissima opportunità , è il futuro ,e spero vivamente che quella calamita attragga così forte da ignorare le piccole beghe paesane o il pianto di qualche impiantista che non è stato in grado negli anni di stare al passo con i tempi e adesso versa lacrime di coccodrillo e rincorre quello che purtroppo non potrà più essere.
Parlo da appassionata di sci alpino, che è il mio sport preferito e da tecnico. La Paradiso è sempre stata la Pista per eccellenza, bellissima, ottima per freeride, con piste omologate per gare internazionali sia di slalom che di gigante. Ricordo la luce negli occhi di mio padre quando, negli anni Novanta è stato presentato il primo progetto di nuovo collegamento S.Martino/ Rolle (il vecchio era la seggiovia anni Cinquanta che collegava già allora il Passo con S.Martino con relativa pista di rientro) che dalla rossa di Ces, attraverso la val Boneta collegava con la Paradiso, lui, allora presidente Fisi, immaginava già di poter istituire al Passo un centro di allenamento permanente . per gli atleti delle nazionali ( senza collegamento il passo sciisticamente era gia zoppicante) e aveva già in progetto anche un centro del biathlon vicino a malga Rolle.
Quello che è stato rimane nella storia del Passo e nel cuore di chi lo ha vissuto , ma è anche giusto e doveroso riprendersi il territorio e sfruttare in maniera rispettosa la grande valenza ambientale che Rolle fortunatamente può ancora offrire, senza dimenticare che questa coraggiosa operazione di marketing può rappresentare per tutti noi, operatori e non che abbiamo legami con il Passo, una grandissima opportunità per crescere in sinergia e perché no farci attrarre dalla vecchia calamita di nonno Giovanni augurandoci che esca dal torpore anche la Guardia di Finanza.
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Gianfranco Bea
30 luglio 2017 at 16:21
Sono più di 20anni che frequento SM e credo che se non sarà fatto questo benedetto collegamento SM purtroppo morirà
Francesca Ghiretti
11 agosto 2017 at 13:38
Non ho visto dettagliatamente il progetto. Credo che però gli impianti vadano mantenuti ammodernati e collegati: non vedo incompatibilità con le altre attivit proposte dalla sportiva.Punterei a una mobilità sostenibile x i collegamenti evitando il più possibile auto e moto che sono davvero il grosso elemento di disturbo.