L’inverno è arrivato con il suo bel manto bianco e la quantità di neve accumulata…
Dopo tante tesi di laurea fatte su di Lui, ecco che arriva un grande studio della dottoressa trentina Giovanna Rech “The Case of the thinking Christ – Il caso del Cristo pensante”, presentato al Seminario Internazionale “Pilgrimage in Pluralist Europe Today. Religion, Politics and Heritage” (Il pellegrinaggio oggi in un’Europa pluralista. Religione, politica e patrimonio).
Il fenomeno dei pellegrinaggi in continua crescita e profonda trasformazione. In questo riassunto di Giovanna Rech, che sono onorato di pubblicare, sintetizza quali sono le motivazioni per cui milioni di pellegrini girano in ogni parte del Mondo a far visita ai luoghi sacri o comunque spirituali.
Il Cristo pensante rappresenta un caso assolutamente anomalo, in quanto a differenza di tutti gli altri luoghi, dove vi sono state apparizioni e miracoli, sul sentiero del pensiero sul Castellazzo, come dice Giovanna “ogni camminatore così come ogni pellegrino porta con sé una storia che è la sua vita” ed io aggiungo “il cammino su quel sentiero diventa la ricerca infinita del proprio Io”.
Ecco in sintesi la relazione di Giovanna Rech, che ringrazio per quanto ha fatto e portato in giro il Cristo pensante per l’Europa:
Uno studio sul Cristo Pensante delle Dolomiti: devozione, trekking e fede
Dal 18 al 20 maggio scorso presso l’UCSIA (Centro Universitario Sant’Ignazio di Anversa in Belgio) si è svolto un seminario di studio intitolato “Pilgrimage in Pluralist Europe Today. Religion, Politics and Heritage” (Il pellegrinaggio oggi in un’Europa pluralista. Religione, politica e patrimonio). Studiosi europei di fama internazionale e giovani ricercatori si sono incontrati intorno al fenomeno del pellegrinaggio che, in questi anni, appare in continua crescita, ma anche in profonda trasformazione. L’argomento principale della discussione è la motivazione che conduce a certi luoghi il pellegrino, ma anche la possibilità di distinguere fra motivi religiosi e stimoli spirituali. Sullo sfondo una constatazione va rilevata: le forme alternative di spiritualità sembrano subentrare a quelle istituzionali esistenti.
Lo studio sul Cristo pensante delle Dolomiti ha costituito uno dei casi presentati nella sessione dedicata ai lavori in corso. Condotto da una sociologa della religione dell’Università di Trento, questo studio si inserisce in un progetto più ampio finanziato dalla Fondazione Caritro e mira a capire l’attuale rilevanza dei luoghi religiosi del Trentino e le loro potenzialità per lo sviluppo locale. Il panorama religioso della regione presenta numerosi poli appartenenti alla devozione locale come santuari e chiese, ma allo stesso tempo vede spiccare nuovi luoghi di attrazione per pellegrini e turisti. La cima del monte Castellazzo con la statua del Cristo pensante è uno di questi luoghi dove pur in assenza di manifestazioni ierofaniche – vale a dire senza che si siano verificati miracoli o altri eventi prodigiosi – si recano molte persone che percepiscono e cercano di coltivare il senso del sacro, attraverso un cammino dello spirito ancor prima che del corpo. In bilico fra tradizione e innovazione, questi luoghi religiosi sono espressione di una religione in movimento che nelle figure del pellegrino e del convertito riassumono quella variegata galassia di credenti e non credenti, ma anche di cercatori di Dio e di se stessi. E cosa trovano al Cristo pensante? Lo studio è all’inizio ed è ancora difficile dirlo: ogni camminatore così come ogni pellegrino porta con sé una storia che è la sua vita. Quel che è certo è che soffermarsi a contemplare il paesaggio del Parco Naturale apre un punto di vista privilegiato sulla bellezza del creato e dovrebbe rendere urgente la necessità di proteggere un tale patrimonio per chi verrà dopo di noi.
(Giovanna Rech – email: giovanna.rech@unitn.it)
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