Ai familiari in lutto porgiamo sentite condoglianze.
C’erano due paesi ieri sera a Predazzo, a dare l’estremo saluto a Roberto Giacomelli, ex capo della squadra mobile di Trento. C’era la sua Predazzo dove Roberto “Regina” era conosciuto non solo per essere figlio dell’indimenticato sindaco “Beppino” e nipote dell’altrettanto noto giudice, ma soprattutto per la sua umanità, la simpatia, l’affabilità e la grande disponibilità.
E c’era quell’altro Paese che l’ha conosciuto da Roma a Trieste a Bolzano, ma soprattutto a Trento. Un paese di poliziotti che l’hanno apprezzato e stimato. Non è bastata la pur capiente chiesa arcipretale ad accoglierli tutti. C’erano il capo della Polizia Franco Gabrielli, il questore e il prefetto di Bolzano dove Giacomelli era Capo gabinetto della Questura, un delegato del Ministero della Difesa e tanti politici e amministratori locali: da Lorenzo Dellai a Maurizio Fugatti, da Pietro Degodenz a Mauro Gilmozzi, oltre a tanti amministratori di valle. Difficile riconoscerli tutti nella chiesa gremita dove non è bastata quasi un’ora per consentire a ognuno di esprimere il proprio cordoglio alla famiglia. Tant’è che il parroco don Giorgio Broilo, che ha officiato la funzione funebre assieme ad altri quattro sacerdoti, ha chiesto di interrompere la benedizione per dare alla famiglia un momento di riposo.
«La parola di oggi sembra fatta apposta per ricordare Roberto – ha detto il parroco – sono parole come fede, servizio, vigilanza». Alcune ragazze, compagne delle figlie Elisa, Francesca e Chiara, hanno fatto sentire con poche frasi la loro vicinanza, mentre una poliziotta ha letto la preghiera a S. Michele Arcangelo. Toccanti le parole delle figlie: «Adesso che non ci sei più c’è una nuova stella», e «Tu ci hai coccolato da quando eravamo nella pancia della mamma». Alle figlie e alla moglie Katia si è rivolta la sorella Maria Cristina, circondata dai colleghi vecchi e nuovi dell’Itc ed anche da quei profughi africani che alloggiano nel suo appartamento.
Tante e toccanti, le parole, ma quelle che meglio hanno espresso il sentimento della comunità predazzana di fronte ad una scomparsa improvvisa e prematura, sono state quelle della sindaca Maria Bosin, amica e quasi coetanea di Roberto, incerta su cosa dire, e se dire. «Sento però che la comunità di Predazzo – ha esordito – avrebbe piacere di dirti il suo grazie per il tuo servizio e la tua schiettezza. Per noi c’eri sempre, Roberto anche quando il lavoro ti ha portato lontano, ma tornavi appena possibile».
Con evidente commozione la prima cittadina ha ricordato la disponibilità di Roberto a dare una mano a tutti, sia per i problemi piccoli sia per quelli grandi, servendo con fedeltà le istituzioni. «Stai vicino ai tuoi familiari, hanno ancora bisogno di te – ha concluso – ti saluto con le stesse parole del messaggio che mi hai scritto pochi giorni fa: “avanti duri come sempre”.
Un lungo applauso ha sugellato il discorso della sindaca, mentre la funzione si andava concludendo con un canto di un collega. Poi un fiume di persone l’ha accompagnato al cimitero, dove chi non è riuscito prima ha potuto far sentire la propria vicinanza alla famiglia.
Francesco Morandini – Il Trentino
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