VALLE DI FIEMME - Era nell'aria, dopo quanto successo nell'ultima seduta del consiglio dei regolani…
VALLE DI FIEMME – Area di San Lugano, restauro del palazzo, segheria: nove ex regolani difendono l’operato dell’amministrazione precedente. La seduta del consiglio dei regolani della Magnifica Comunità di Fiemme, lunedì sera, si è animata quando il regolano di Castello/Molina Claudio Demarchi ha letto un documento sottofirmato da nove ex regolani (tre dei quali anche nell’attuale consiglio) che, dopo le accuse degli ultimi tempi, chiariscono le cose, soprattutto sotto il profilo dei conti, relativamente all’area artigianale di San Lugano (ancora bloccata) e agli investimenti fatti sia per il restauro del palazzo che a proposito della segheria. Tutto è nato da una serie di affermazioni fatte dallo scario Raffaele Zancanella , nel corso dell’assemblea di Regola di Cavalese, verso metà dicembre. Zancanella aveva parlato di attuale buon governo della Magnifica, dopo anni di perdite, e di 5 milioni si euro disponibili nel 2003 ma scomparsi nel dicembre 2007, investiti tutti nel Palazzo, a San Lugano e in segheria. La cosa non è piaciuta ai precedenti amministratori che hanno voluto fare chiarezza in un documento ufficiale, letto al consiglio lunedì sera dall’ex vicescario Claudio Demarchi e sottofirmata dall’ex scario Elvio Partel e dagli ex regolani Giuseppe Sieff, Luca Giongo, Giorgio Zorzi, Candido Zanoner (attuale presidente del Comun generale), Sergio Dagostin , lo stesso Demarchi e Adolf Epp , gli ultimi tre rieletti nel dicembre del 2006. Anzitutto una precisazione: «Non si capisce» scrivono «la data del dicembre 2007, visto che l’attuale consiglio è stato eletto nel dicembre del 2006». Poi due ulteriori puntualizzazioni. A proposito dell’area artigianale di San Lugano, si fa presente come «l’operazione era stata finanziata con l’accensione di un affidamento bancario (fido cantiere), per cui nessun tipo di investimento ha inciso sulla gestione della Comunità. I costi alla data attuale» si precisa «ammontano a 312.143 euro, ma risulta ancora da introitare la seconda rata del contributo provinciale già deliberato. Se si escludono le spese tecniche, gli unici lavori appaltati dalla precedente amministrazione sono stati la regimentazione delle acque del rivo, interamente coperti dalla prima rata del contributo provinciale. Lo stato in cui attualmente giace l’intera area produttiva non potrà in alcun modo essere imputato alle precedenti amministrazioni, in quanto derivante da lavori appaltati ed iniziati nella primavera 2007 e successivamente interrotti per motivazioni ai più sconosciute». Poi i conti. «Alla data del 31 dicembre 2002» si chiarisce, «le attività disponibili, al netto di azioni e partecipazioni, ammontavano a 3.376.833 euro e non a cinque milioni come dichiarato dallo scario. Per il Palazzo, risultavano pagate spese tecniche per 576.853. Alla data del 31 dicembre 2006 le attività disponibili ammontavano a 3.068.470 euro, di cui 468.470 euro di azioni e partecipazioni e 1.600.000 rappresentati da un versamento in conto futuri aumenti di capitale con altri partner istituzionali (operazione per altro poi non andata in porto ndr), mentre in detto importo non era contabilizzato il capitale sociale pari a 3.402.000 euro». Per il Palazzo, «le spese pagate ammontavano a 3.591.628, mentre risultavano incassati contributi per 1.870.128 euro. Per detti lavori, la Provincia di Trento ha già deliberato un contributo a tranche annuali di 623.376 euro ciascuna, da erogarsi negli anni successivi al 2006». Infine gli utili delle aziende (agricola e immobiliare): 1.524.559 nel 2003, 565.347 nel 2004, 680.533 nel 2005 e 820.507 nel 2006. «Una situazione» sottolineano gli ex amministratori «tutt’altro che fallimentare». Ricordando infine come «per gli anni 2003,2004 e inizio 2005, il regolano con incarico al bilancio era l’attuale vicescario Giuseppe Zorzi , che dal giugno 2005 al dicembre 2006 era Candido Zanoner e che il bilancio 2006 è stato approvato dall’attuale consiglio dei regolani senza alcun rilievo». In evidente imbarazzo lo scario Zancanella. «Se ho riportato dati inesatti, me ne assumo le responsabilità e me ne scuso», ha onestamente dichiarato. «Finalmente si riportano oggi cifre giuste, dopo che sono state dette tante cose diverse». «Bastava informarsi preso gli uffici amministrativi dell’ente» la secca risposta di Demarchi. Dopo la seduta ufficiale, il consiglio è rimasto ancora riunito. Probabilmente per discutere anche di questo. Gli altri argomenti all’ordine del giorno erano numerosi, anche se nessuno di particolare rilevanza amministrativa. Sono stati tutti approvati.
Mario Felicetti
Questo articolo è già stato letto 4124 volte!