Nel silenzio, la Francia distrugge le sue chiese – Video

Da il 5 novembre 2015
distruzione chiese francia

10.000 edifici sarebbero minacciati di distruzione in Francia … Dal 2000, una trentina di chiese sono già state distrutte. 

Recentemente le chiese Geste in Maine et Loire, la monumentale Abbeville in Piccardia sono state demolite dall’escavatore. I sindaci coinvolti hanno giustificato la distruzione da parte del cosiddetto cattivo stato di questi edifici. Sul posto, i residenti ribelli contestano questa tesi. 

Distruzione, abbandoni volontari, mancati stanziamenti per i restauri, cominciano ad apparire chiaramente le politiche in tutto il loro disprezzo per il patrimonio religioso storico della Francia.

Una nuova rivoluzione francese celata da motivi economici che non permette gli interventi di restauro necessari per salvare quanto la povera gente riuscì a costruire nel passato con grandi sacrifici, con capacità architettoniche ed artistiche, espressione di fede e di devozione popolare.

Il risultato è quasi certo, molte altre chiese verranno distrutte in Francia, si calcola un numero approssimativo di 10.000 edifici sacri che andranno irrimediabilmente demoliti. 

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 La rivoluzione francese e l’odio contro il Sacro e la Chiesa

Fra ghigliottina, massacri, genocidi e guerre, si calcola che la Rivoluzione francese abbia fatto quasi due milioni di vittime. Eppure fin dalle elementari, nonostante che in Italia per decenni i ministri della pubblica istruzione siano stati dei cattolici praticanti e militanti, ci hanno ingannato presentandoci la Rivoluzione francese come una svolta epocale positiva in quanto precorritrice della modernità. Tutti coloro che hanno combattuto la visione antropologica e sociale della Chiesa Cattolica sono sempre stati fautori del mito positivo della Rivoluzione francese perché essa è in definitiva un anti-cristianesimo totalitario e da essa proviene l’ ideologia del liberalismo,  socialismo, comunismo, sessantottismo e pannellismo.

Il motore della Rivoluzione Francese fu in realtà l’odio, evidente in ogni suo episodio, stampato sul viso di ogni attore. Un odio che non si esauriva nel rigetto della legittima autorità, incarnata da Luigi XVI. Non si esauriva nemmeno nel più ampio rigetto dell’ordine allora vigente, cioè dell’ “Ancien Régime”, della sua mentalità, dei suoi valori e del suo tipo umano. Il motore della Rivoluzione francese fu un odio metafisico contro ogni gerarchia, un odio profondo, dirompente, viscerale contro ogni principio che potesse proiettare l’anima umana verso l’alto, cioè in definitiva verso il Dio dei cristiani. Questo odio ugualitario si scagliò con particolare ferocia contro il Sacro, contro cioè ogni elemento di trascendenza nella società, contro ogni immagine di Dio nel creato.

L’ostilità rivoluzionaria contro i re terreni saliva fino a voler colpire Colui che è “Re dei re e Signore dei signori”, Colui che è il fondamento di ogni gerarchia. “Io sono Re”, aveva detto Nostro Signore Gesù Cristo. E tutti i re dovevano essere decapitati. Nella Rivoluzione francese le chiese di Parigi furono saccheggiate e devastate e i preti assassinati ed espulsi dalla Francia. Notre Dame fu vandalizzata. Saint Denis praticamente distrutta. Ma forse  nessun fatto mostra tanto questo odio verso il Sacro come la distruzione della Sainte Chapelle, vero gioiello del gotico, costruita da S. Luigi IX per custodirvi le reliquie della Passione. La Sainte Chapelle fu invasa da un’orda di rivoluzionari indemoniati che ne distrussero gli arredi e tutta la sua ricca decorazione.

I muri furono picconati per cancellare gli affreschi. L’organo fu demolito e portato via, le sedie del coro scomparvero, alcune vetrate furono smontate e vendute in Inghilterra. La grande teca dorata, che S. Luigi aveva appositamente commissionato per le reliquie della Passione, fu fusa e venduta a peso. Tutto quanto poteva sembrare di qualche valore monetario venne fuso e venduto. La grande guglia che sormontava la cappella fu fatta saltare in aria poiché, come dichiarò allora un giacobino, “la sua altezza è antidemocratica”. Ridotta in quel lamentevole stato, la Sainte Chapelle servì dapprima come club rivoluzionario, poi come magazzino e, infine, come archivio del tribunale. L’odio dei rivoluzionari non risparmiò nemmeno le sante reliquie.

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E mentre l’islam avanza in Europa, la Francia si prepara ad accoglierlo distruggendo da sola le proprie radici.

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