Il 14 dicembre 2017, premiando lo sforzo di tutti, il direttore dell’Azienda Sanitaria, dottor Bordon, ha inviato al Comitato Nazionale del Percorso Nascita una “Richiesta ufficiale di parere” che pone in essere, dal punto di vista tecnico, il passaggio necessario alla riapertura programmata per aprile 2018 del Punto Nascita di Fiemme, Fassa e Cembra e dei servizi essenziali annessi come pediatria che verrà ripristinata 24/24 e 7 giorni su 7.
Nel frattempo sono continuate le assunzioni dei pediatri e ginecologi, permettendo così, attraverso il ricorso ai professionisti a chiamata, di rientrare nell’organigramma necessario per la normativa vigente.
La risposta da Roma che, ricordiamo, è un passaggio obbligatorio dopo la sospensione dei servizi, dovrebbe arrivare entro il 15 febbraio 2018 e permetterà così di svolgere tutti i passaggi necessari alla riapertura.
Saranno aperti i concorsi che permetteranno, in un tempo ragionevole, di rimpiazzare i professionisti a chiamata con medici assunti a tempo indeterminato.
Ottimizzando questo tempo di attesa il personale già presente nei reparti sta ripassando tutti gli aspetti pratici legati all’attività neonatale e alla pediatria e così “dolcezza” potrà continuare a rimare con “sicurezza”.
Non è ancora il momento per ringraziare chi di dovere, ma per proporre una riflessione: chi si rende conto dell’importanza del risultato raggiunto?
Solo chi si è informato sul destino degli altri punti nascita alpini e appenninici, fra i quali molti mestamente chiusi può capirlo, solo conoscendo il punto di partenza si può sapere quanti chilometri sono stati percorsi.
La Straordinaria gente di Fiemme, Fassa e Cembra ha fatto la differenza, rispondendo presente, informandosi e… agendo con quella compattezza che è mancata crudelmente altrove.
Non stiamo parlando di “Parto per Fiemme”, ma di tutte quei volontari delle Associazioni, quegli Amministratori, quei favolosi membri del Personale Medico e quei semplici Valligiani che, da 4 anni, hanno passato le notti a informarsi, le giornate a scrivere o telefonare, i week end a incontrarsi con gli altri per raccogliere 14.000 firme, per sensibilizzare un politico, per trovare soluzioni, insieme.
“Parto per Fiemme”, dal canto suo, continua ad applicare lo stesso principio: “Segnalare chiaramente le incongruenze, costruire e proporre soluzioni realmente percorribili”.
Nel momento in cui è stata spostata la riapertura prevista per dicembre 2017 abbiamo studiato e capito il problema, lo abbiamo chiaramente espresso e poi, giù la testa e pedalare senza la minima pubblicità, senza attirare l’attenzione, per non far inceppare un meccanismo così delicato come il rapporto fra la politica, i dirigenti dell’Azienda Sanitaria e la gente.
In questo momento, sul terreno, non vediamo nessuna incongruenza, ma continuiamo a vigilare. Non “speriamo” nella riapertura, ci lavoriamo, non “crediamo” nei politici, li aiutiamo a mantenere la direzione e ci assicuriamo che i medici vengano accolti nella loro nuova Valle come se fossero degli amici che tornano da un viaggio.
La mole di lavoro è più intensa del solito, ma la rete di accoglienza, di sostegno e di collaborazione si è ampliata talmente che, rispetto a due anni fa, è un piacere svolgerla assieme alle altre buone volontà.
Ed è proprio a loro che dedichiamo questa Storia del Colibrì e dell’incendio che assomiglia non poco alle vicende del Punto Nascita di Fiemme, Fassa e Cembra.
Alcuni, a questo punto del post si diranno:
“Conosco già la Favola”, ma per fortuna ci sono tutti gli altri, che sanno leggere fino alla fine, senza distrarsi!
P.S. per ricevere notizie più dettagliate sul cammino che ci ha portato fin qui non esitate a rileggere i post precedenti oppure a contattarci su
partoperfiemme@gmail.com
“LA STORIA DELL’INCENDIO E DEL COLIBRÌ”
Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà.
Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì.
Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento.
Il colibrì, però, non si perse d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme.
La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!”.
Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua.
A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco.
Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.
Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume.
Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.
A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato.
Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.
Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo”.
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