COM'È POSSIBILE CHE UN ASSESSORE DECIDA DA SOLA? Senza passare dal Consiglio Provinciale, senza consultare…
L’Assessore Borgonovo Re, venerdì 14 novembre alle ore 17.00, in occasione della ricezione dei faldoni contenenti 14.694 firme dei valligiani della Valle di Fiemme che sostenevano un preciso protocollo per l’ospedale e la maternità di Fiemme, ha chiaramente affermato in un intervista televisiva : “Per l’ospedale di Cavalese come per tutti gli ospedali territoriali non abbiamo nessuna intenzione di svuotamento o depauperamento… diciamo che è un bel futuro!”.
Il Punto Nascita non fa parte dell’Ospedale di Fiemme?
Ogni mattina i ginecologi di servizio a Cavalese, a causa della fase di pre-pensionamento della Primaria Zeni, devono telefonare a Trento al dottor Tateo, per comunicare quali casi ci sono in reparto e, a causa dell’assenza di un Primario in loco, vengono precauzionalmente inviate al Santa Chiara parte delle gestanti. Questo è già depauperamento! Non si poteva prevedere un medico di qualità per assicurare la transizione? Il dottor Tatei è un ottimo Primario, ma a scavalco, quindi assente a Cavalese.
Attualmente, in assenza di un Primario la sala operatoria non viene utilizzata per gli interventi in ginecologia, ciò significa meno ricoveri, meno prestazioni, meno introiti… Da lì a dire che il reparto costa troppo il passo sarà breve.
Rimanere per più di venti giorni in queste condizioni impedisce il mantenimento di competenze per tutti, siano essi medici o personale ostetrico infermieristico. Se la situazione non cambia rapidamente perderemo il livello di professionalità e sicurezza fin qui certificate e i detrattori dei Punti Nascita periferici non aspettano altro per poter dire che il reparto è poco performante.
Alle illazioni il Punto Nascita di Fiemme ha sempre risposto coi fatti e se l’argomento che talvolta serpeggia è “tanto quassù non vuol venire a lavorare nessuno” possiamo ricordare la storia recente del primario dottor Franco Bonadiman : il suo doveva essere un incarico a tempo per la durata di pochi mesi, invece è rimasto alla guida del reparto di Cavalese per dieci anni, portando innovazione e introducendo il parto in acqua anche in valle di Fiemme. Un professionista talmente capace da far scegliere a decine di puerpere di partorire a Cavalese nonostante provenissero da altre regioni. Uno Specialista in Ostetricia e Ginecologia di primo livello pronto a continuare ad operare ben oltre i limiti imposti dal contratto e al quale è stata negata questa possibilità semplicemente perchè l’eccellenza e l’autodeterminazione in Valle sono mal viste dai capoluoghi.
Dal punto di vista politico non ho mai fatto allusioni, ma un bilancio sarà, a breve, necessario. Gli assessori Gilmozzi e Mellarini, assieme ai consiglieri provinciali Pietro De Godenz, Gianpiero Passamani e Mario Tonina sono stati i soli a prendere sul serio le avvisaglie di depotenziamento fino a spingersi a votare contro la delibera di riordino della rete ospedaliera proposta proprio perchè non contemplava il mantenimento del Punto Nascita. Ci sono Sindaci e Assessori dei Comuni della Valle di Fiemme e Fassa che hanno sempre reagito con prontezza, nessuno, a parte alcuni colleghi di partito dell’Assessore Borgonovo Re, si è espresso apertamente contro, ma la lista di chi è sparito nel momento del bisogno per riapparire solo quando ci sono le foto di gruppo è precisa e, a tempo debito, sarà importante che la popolazione ne venga a conoscenza.
Va detto che le parole dell’assessore Borgonovo Re, quando afferma che : “Abbiamo deciso però di prevedere una delibera ad hoc sui punti nascita, una decisione che arriverà nei primi tre mesi del 2015 dopo un ulteriore confronto in giunta e con i territori valutando a mente sgombra le soluzioni possibili ascoltando chi è competente…” non ci rassicurano più. Al computo delle nascite di fine anno 2014 e 2015 i quasi 5 mesi di limbo, se si contano i congedi della precedente Primaria, sarebberero letali anche in termini di reputazione.
Quindi?
Non c’è alternativa : va nominato un Primario di qualità in tempi brevissimi perchè la soluzione dell’attuale Primario a scavalco d’istanza a Trento riduce fiducia e numero di parti a Cavalese. Qualche mese in queste condizioni basteranno per comprometterci irrimediabilmente e così facendo chiuderemo presto perchè, oltre a non essere supportati dall’Azienda Sanitaria, insufficientemente stimolata dalle direttive politiche, perderemo anche il sostegno popolare.
Mi sono permesso di inviare una seconda lettera-appello all’Assessore Borgonovo Re e questa volta, per conoscenza, anche al Presidente della Giunta Provinciale Ugo Rossi.
Nella prima, di due mesi fa, l’Assessore ci ha rassicurato scrivendo : “…non ci sono decisioni ‘preconfezionate’ in materia. Devo anche aggiungere, come ho già avuto modo di dire ai colleghi consiglieri provinciali che fanno riferimento alle valli di Fiemme e di Fassa, che la vostra capacità di ‘rilanciare’ la discussione in modo positivo, con una bella progettualità come ‘Parto per Fiemme’, costituisce un valore aggiunto, che merita ulteriore considerazione.”
Salvo un mio errore di lettura le sue parole sono state smentite dai fatti 20 giorni dopo!
La mancata risposta a questa nostra seconda missiva mi fa pensare a due possibilità : l’Assessore è in linea con le sue dichiarazioni e sta facendo tutto il necessario per ottenere i risultati promessi, ma non le è possibile perchè l’Azienda Sanitaria rema contro da mesi, da anni, trasmettendo insicurezza al personale del Punto Nascita di Cavalese e togliendo prima i viveri e adesso l’ossigeno. La seconda opzione è che l’Assessore abbia altre intenzioni, diverse dalle dichiarazioni pur se reiterate e quindi torniamo all’ipotesi che qualsiasi cosa venga promesso prima, durante o dopo la campagna elettorale ha valore solo per chi riceve il voto.
Quindi, per scelta o per impotenza i nostri politici non possono garantirci questa autonomia basilare e ciò nonostante possano facilmente capire che il distacco della placenta non è diagnosticabile ed è troppo folgorante per un trasporto a Trento e solo un primario o un medico esperto pronti ad intervenire in una sala operatoria attrezzata e a prossimità possono farvi fronte evitando il decesso del neonato e della madre.
Alcuni di loro, siano essi amministratori o politici, vorrebbero convincerci per sfinimento che possa essere normale il parto in ambulanza, in vettura o il trasferimento sistematico al Santa Chiara di Trento dove, dal punto di vista medico non c’è nulla da eccepire, dal punto di vista umano le ostetriche di Trento sono notevoli, ma troppo poche per infondere quelle cure e quella fiducia necessaria ad una madre e ad un padre che rischiano di dover rientrare a casa loro in fretta e furia per lasciar posto ad un altro parto sempre urgente. Non è possibile che si possa incrociare un’ostetrica solo all’atto dell’accettazione per poi essere ridotte a dover domandare alla mamma meno dolorante della camera sovraffollata di porgere il neonato che ha bisogno di cure o di nutrimento sperando di non dover disturbare nessuno.
Se questa è la logica, perchè non inviare da Trento 250 partorienti a basso rischio l’anno per superare la famosa quota dei 500 parti e togliere densità al Santa Chiara? In fondo sono “solo” 65 chilometri anche venendo da Trento, poca cosa rispetto ai 105 che dividono Canazei dal Santa Chiara. Certo, il 10-20% delle mamme dovrebbe partorire strada facendo e tutte le altre sarebbe “solo” lontane da casa in un momento così cruciale…
Allora chiedo, anzi, facendo parte dei quasi 15.000 sostenitori del Punto Nascita di Cavalese, chiediamo con tutto il rispetto, al direttore dell’Azienda sanitaria Flor, all’Assessore Borgonovo Re, agli amministratori locali e al personale della Maternità di Fiemme di essere smentiti. Per favore e per etica professionale smentite tutti quelli che non credono più nei proclama e mettetevi d’accordo.
Unite le forze e non toglieteci una delle nostre eccellenze, uno dei nostri punti di riferimento o, se sapete già di non poterlo fare, fatecelo sapere in tempo, prima che la buona reputazione del Punto Nascita di Fiemme venga meno e così, in qualità di semplici valligiani, sapremo trarre le nostre conclusioni cercando nuovi modi e nuovi strumenti per informare e permettere alle popolazioni locali di organizzarsi di conseguenza perchè, storicamente, non è nella nostra indole poter far poco e sperare che possa bastare.
Significa che manifesteremo a Trento?
Il Presidente Rossi, che è a conoscenza di tutta la situazione, invierebbe le forze dell’ordine contro dei manifestanti pacifici, ma determinati sapendo che fra loro ci sono decine di donne incinta, assieme a centinaia di manifestanti tutti con un cuscino sotto il maglione?
Uno dei nostri governanti a Trento può affermare, guardando negli occhi un valligiano vivo grazie al pronto ricovero e intervento a Cavalese, che “ i risparmi generati e mai documentati o i ritardi della politica avrebbero giustificato il suo decesso o le sue lesioni cerebrali dovute a complicazioni sorte durante il travaglio”?
Nelle Valli di Fiemme e Fassa in molti credono che la libertà sta nel poter scegliere, nel poter vivere il diritto di abitare in Valle per valori come natura, cooperazione, solidarietà, rispetto e attenzioni ormai in gran parte perse in un contesto cittadino.
Viste le scelte politiche in corso per quanto possiamo ancora scegliere di essere un valligiano senza diventare un Trentino di serie C?
Se sapessi che la vita di mio figlio è in pericolo farei qualsiasi cosa per salvarlo, allora come posso ignorare e darmi pace per un’omissione di soccorso programmata che permette di depotenziare prima e chiudere poi l’unico punto nascita, l’unico reparto di pediatria a prossimità che potrebbe salvarlo?
Alessandro Arici
Responsabile “Parto per Fiemme”
Associazione di promozione e utilità sociale
Apartitica senza scopo di lucro.
(ANSA) – TRENTO, 5 DIC – Approvati oggi dalla Giunta provinciale di Trento, su proposta della assessore alla salute e solidarietà sociale Donata Borgonovo Re, gli indirizzi per il riordino della rete ospedaliera. Due i principi fondamentali: pari opportunità di accesso ai servizi sanitari e omogeneità di trattamento per i tutti i cittadini e sviluppo di servizi territoriali favorendone l’integrazione. Sì a progetto pilota per il nuovo screening mammografico in modalità tomosintesi.
Esami solo a Trento e Rovereto.
Struttura ospedaliera di Cavalese. È una struttura spoke dotata di 62 posti letto ordinari, 9 in DH/DS, 11 posti letto tecnici e le eventuali culle per neonato, che possiede i requisiti strutturali ed organizzativi delle strutture di base; serve la popolazione delle Valli di Fiemme e Fassa per tutte le funzioni di base ma deve divenire punto di riferimento provinciale per casistiche elettive e selezionate nel contesto dei Dipartimenti Medico, Chirurgico ed Ortopedico
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Luca Donazzolo
13 dicembre 2014 at 18:08
Il cambiamento genera paura, a volte anche terrore, mentre il mantenimento di tutto quello che abbiamo da sicurezza, fiducia. Ma non sempre c’è la possibilità di mantenere tutto allo stato attuale, cambia l’economia, la tecnologia, il benessere, il lavoro … e attorno a tutti questi fattori vanno riprogrammate e pianificate le scelte politiche.
Forse a molti è sfuggito che la nostra provincia non è più un bancomat, vi sono dei servizi che devono essere riprogrammati in base anche al loro utilizzo, pur mantenendo standard ottimali ed equi in tutto il territorio provinciale.
Vorrei sottolineare la parola “tutto”, perché spesso prendiamo in considerazione solo noi stessi, i nostri bisogni e le nostre necessità, sicuramente molto importanti ma non più e ne meno di quelle di altri territori.
Il progetto “parto per Fiemme” è un’interessante promozione di marketing, ma ha poco a che fare a mio modo di vedere con la salute e la sicurezza delle partorienti.
Pensiamo che “rilanciando a rialzo”, invitando le future mamme e la loro famiglia gratuitamente in hotel, gli standard di sicurezza possono migliorare? Se a questo “pacchetto promozionale” aggiungiamo anche uno skipass, una giornata in SPA, una cena a lume di candela, un ingresso a teatro, le future partorienti saranno maggiormente attratte in questo luogo? E gli standard di sicurezza aumenteranno? Ammettiamo che sia così… cosa facciamo la guerra tra ospedali per chi offre più servizi di contorno?
No, non ci siamo, questo non è un modo di fare politica, non è un modo di guardare al futuro dei nostri figli. Dobbiamo pensare ad un modello di gestione ospedaliera che funzioni sul tutto il territorio, ed è indispensabile che questo non solo soddisfi le necessità attuali dei cittadini ma sia in grado di attuare un processo che riesca a soddisfare le necessità future. Per questo ritengo che deve esserci la capacità di gestire e “ristrutturare” tutti i reparti su tutto il territorio provinciale, compresa la Val di Fiemme e condivido pienamente il lavoro fatto fino ad oggi dall’assessora Donata Borgonovo Re che con coraggio, trasparenza e umiltà ha dimostrato quanto in passato non è stato fatto, a dimostrazione che per mantenere il potere politico si è disposti a promesse che risultano poi insostenibili.
Se tutto si gioca sulla raccolta firme, parliamone, ma in modo sincero.
Durante il periodo di raccolta non c’era alcun controllo, se non in rarissimi casi, dando la possibilità a molti di firmare in più occasioni visto che non vi era la richiesta di presentare un documento d’identità (ricordo un Hello Kitty, residente a Tokyo…); oltre poi a dare una comunicazione errata, infatti in molti supponevano che questo serviva per evitare la possibile chiusura dell’Ospedale di Cavalese.
Quindi oltre all’informazione sbagliata, ad una incontrollata gestione associata ad un periodo caratterizzato da un flusso turistico abbondante (infatti anche gli ospiti sul territorio potevano firmare) ritengo che 15000 firme non sia un numero così elevato come si vuole far credere.
Infine. Ognuno è libero di manifestare nel modo in cui ritiene più opportuno, ma invocare in modo sottile ad un eventuale scontro con le forze dell’ordine lo trovo privo di quella forza che la manifestazione pacifica dovrebbe tornare ad essere: contestazione e non scontro.
Luca Donazzolo
segretario circolo Partito Democratico di Fiemme e Fassa
elena osler
13 dicembre 2014 at 22:03
Per evitare di lasciare credere ai lettori che quanto scritto dal compagno di partito dell’Assessora Borgonovo Re possa fondarsi su dati di fatto mi permetto di precisare che:
L’accoglienza gratuita in albergo, per le famiglie delle partorienti provenienti da fuori Valle, amplia solo di poco il prezioso servizio proposto dalle ostetriche di Cavalese che, da sempre, concepiscono il loro lavoro come parte fondamentale di quella che non è solo la nascita di un bambino, ma di un’intera famiglia. L’attenzione, le cure riposte, senza pressioni, in una neo mamma, in un papà, nel fratellino o sorellina (che si ritrovano a ricevere anche un regalino) sono parte inestimabile di un’eccellenza e una cura che non si possono trovare a Trento; e questo lo posso dire per esperienza vissuta nei reparti maternità di entrambi gli ospedali.
Non ho nulla contro la gestione del Santa Chiara, ma quando una mia parente mi dice che, nel mese di ottobre, ha voluto tornare a casa il prima possibile, prima della comunque brevissima degenza post-parto e ciò per paura di assopirsi e non ritrovare il bimbo al risveglio, visto il numero di persone estranee al reparto che entravano e uscivano dalla camera, allora mi domando : che differenza c’è, di fatto, in ospedali così affollati, fra una qualsiasi operazione e la nascita di un bimbo?
Nel 2015 “Parto per Fiemme” ha previsto, di concerto con le associazioni già in campo, di attivare in collaborazione con l’Azienda Sanitaria, la riapertura settimanale del consultorio, gestito dalle ostetriche, per accompagnare l’allattamento, trasmettere consigli e fiducia. Sempre nei primi mesi del 2015 cominceranno i corsi di ginnastica pelvica sempre rivolto alle mamme, di qualsiasi età, di Fiemme e Fassa. Questo è Marketing? O è occuparsi concretamente del territorio e della gente SENZA POLITICA anche perchè, la sola ragione per la quale tutto ciò non ha visto la luce nel 2014 è a causa della mancata risposta della nostra precedente lettera all’Assessore Borgonovo Re, nella quale chiedevamo un chiarimento per l’iter più adatto da seguire per poter svolgere il tutto in accordo con l’Azienda Sanitaria.
Il signor Donazzolo accusa esplicitamente chiunque sostenga il mantenimento del Punto Nascita di Fiemme di aver sempre utilizzato la nostra Provincia come un Bancomat, siamo quindi tutti sanguisughe fino al collasso del sistema. Non posso scusarmi per lui, ma lavorando quotidianamente a contatto con associazioni e volontari so bene che se sparissero i molti di loro che sostengono il punto nascita, crollerebbero servizi talmente fondamentali da farci ripiombare nel dopoguerra. Donazzolo non ci crederà, ma anche nell’associazione “Parto per Fiemme” operano solo volontari che da anni fanno il necessario, senza proclami, per migliorare la situazione sociale della Valle e in alcuni casi per sviluppare l’economia turistica a costo zero.
Va detto che Donazzolo è più informato dell’Assessore Borgonovo Re : a fronte delle dichiarazioni dell’Assessore che, documenti alla mano, assicura da mesi che, per quanto riguarda il Punto Nascita di Cavalese, NON vi è nè un problema di finanziamento, nè un problema di sicurezza (tutte le nascite sono monitorate e siamo in linea con gli standard richiesti avendo recuperato, negli ultimi anni, l’unico punto “debole” relativo ai tagli cesarei). Luca Donazzolo afferma il contrario di fronte ai molti lettori del Blog di Predazzo e, per rispetto agli sforzi apartitici senza remunerazioni e senza rimborsi svolti da molti, ben al di là di “Parto per Fiemme”, gli chiediamo di inviare al “Blog di Predazzo” le cifre che gli hanno permesso di essere così categorico che, supponiamo, siano : i costi del Punto Nascita di Cavalese, i costi del dispositivo che potrebbe rimpiazzarlo un giorno (dispositivo che, per il momento, non è noto neanche agli addetti ai lavori). A ciò avrà cura di aggiungere i costi delle molte mamme della Valle di Fassa che torneranno a rivolgersi a Bolzano con costi di rimborso pagati dalla Provincia di Trento a quella di Bolzano, proporzionati al numero e al tipo di parto. Nello stesso documento va indicato quanto “incassa” una sala operatoria di ginecologia a pieno regime per capire veramente quanto si risparmia asfissiandola.
Come ampiamente specificato nella lettera-appello i problemi di sicurezza e di costi possono apparire solo in mancanza di un primario esperto d’istanza a Cavalese e ciò dipende direttamente da una scelta politica finora smentita dalle parole dell’Assessore Borgonovo Re…
Rimane quindi sul piatto la questione politica e lì non entriamo per nostra libertà di non dover un giorno dire “signor-sì” quando non siamo d’accordo.
Sottolineo poi che è particolarmente offensivo ridurre lo sforzo di centinaia di volontari ad un “Hello Kitty”, soprattutto sapendo il lavoro di controllo svolto a valle per evitare falsi e doppioni.
Per finire auguro a quanti non sostengono il Punto Nascita di Fiemme di averne bisogno con urgenza, com’è successo a molti di noi, e di trovarlo aperto e performante come lo è stato finora. Non abbiamo paura del cambiamento, ma è vero, abbiamo bisogno di sicurezza e fiducia e quando le troviamo non ce le facciamo strappar via a tavolino.
Elena Osler
Volontaria di Parto per Fiemme
Mariella
13 dicembre 2014 at 22:45
Signor Luca Donazzolo mi dissocio completamente dal suo punto di vista. Sarò breve i numeri non contano, se lei è padre sa benissimo che i figli non hanno prezzo ed ancor meno la loro sicurezza. Sicurezza che in questo caso vuol dire nascere in un luogo sicuro,protetto con personale esperto e non nel sedile posteriore di una macchina( che tra l’altro non è il luogo più sterile del mondo) o all’interno di un’ambulanza. Questi concetti sono miei e personali e dettati non solo in quanto madre ,ma come operatore sanitario che Rabbrividisce a tal pensiero. Non è questione di chi è più bravo ma qual’è la cosa migliore per i bambini che purtroppo nel 2014 sono marginati in quanto fiemmesi o fassani….tanto è una questione di chilometri…
guido piazza
14 dicembre 2014 at 00:22
Purtroppo il qualunquismo ha dato un’altra dimostrazione del suo modo di affrontare i problemi, nessun dato statistico, sanitario, economico, organizzativo, di confronto con altre realtà, ma opinioni, voci, si dice, per arrivare a cavalcare e a sfruttare tutte le paure sino ad usare l’arma retorica del terrore e dell’uso della forza!
Se poi, il collegamento funzionale, operativo citato fra TN e Cavalese è visto come un fatto distruttivo e non costruttivo,la dice lunga in proposito.
Forse chi scrive non sa che per certi interventi non basta un ottimo chirurgo, ma ci vuole durante l’intervento anche un’organizzazione con più reparti e specialisti che operano in equipe, che solo un ospedale regionale può garantire.
Per ultimo il metodo: vanno analizzati i problemi in tutti i loro aspetti, e trovate le soluzioni adeguate e non fatte crociate ideologiche a sostegno di tesi e di principi di realtà considerate immutabili per definizione.
G.P.
Arici Alessandro
14 dicembre 2014 at 08:50
Buongiorno, ognuna delle nostre azioni è frutto della collaborazione con professionisti del settore ancora in servizio e considerati come dei punti di riferimento anche dai loro colleghi.
Come già pubblicato altrove (FB e articoli di stampa) Cavalese ha eccellenze sostenibili proprio perché,in caso di complicazioni estreme, il Santa Chiara di Trento sa accogliere e gestire perfettamente le situazioni eccezionali. Parto per Fiemme ha sostenuto le spese del padre che ha accompagnato la moglie e il figlio a Trento perché, ciò che conta per noi, è l’insieme del servizio sanitario provinciale (direi regionale, ma in assenza di convenzioni i costi di un parto a Bolzano per la provincia di Trento è particolarmente elevato).
Manifestare a Trento è l’ultima delle proposte, lanciata da altre associazioni e da noi accettata dopo 2 anni di promesse regolarmente disattese. Speriamo di poterlo evitare se la nomina di un Primario di qualità verrà rapidamente a riportare la normalità al Punto Nascita di Fiemme.
Come chiaramente indicato la violenza non fa parte delle nostre armi, ma quando sarà il momento di spostarci dagli spazi occupati chiunque avrà il ruolo di “espellerci” deve sapere che fra i manifestanti ci saranno gestanti e, quindi, bambini in grembo e forse riusciremo ad attirare l’attenzione sull’essenziale.
La invito a leggere i dettagli del nostro approccio su FB, a richiederci gli elementi che le mancano e che la portano a definirci come manipolatori “con l’arma retorica del terrore” e le sarei particolarmente grato se condividesse con noi il frutto della sua ricerca inviandola a partoperfiemme@gmail.com .
Cordialmente, Alessandro Arici, responsabile di Parto per Fiemme
margherita giacomuzzi
14 dicembre 2014 at 11:42
Buongiorno,
Rispondo punto per punto al signor Donazzolo:
1) “il cambiamento genera paura” – certamente il cambiamento genera paura, soprattutto quando I presupposti di questo mutamento non sono tra I migliori; il piano non è certo ma quel che si sa è che con un depauperamento dei servizi la qualità dell’ospedale il toto scenderà vertiginosamente, giustificando una sua futura chiusura; quindi si, il cmabiamento fa paura ed è per questo che si cerca di evitarlo!
2) bancomat – alla gente di fiemme e fassa non è sfuggito che la provincia non è un bancomat, in quanto le risorse che vengono date alle 2 valli (anche noi paghiamo le tasse sa?) Sono sfruttate nel migliore dei modi, senza sprechi, evitando un costo maggiore alla provincia per le persone che per vicinanza sicuramente sceglierebbero la provincia di bolzano per dare alla luce i propri figli..inoltre, non dimentichiamoci la fitta rete di volontari che interagiscono e danno il loro prezioso contributo alla vita di valle e che con un decentramento dell’ospedale non sarebbero piu in gradi di donare I loro servigi alla comunità.
3) parto per fiemme = Marketing. Parto per fiemme è un dispositivo creato da volontari valligiani che credono nel loro operato, che non vogliono far chiudere l’ospedale e che grazie al contributo di altri volobtari che di professione sono albergatori ospitano le famiglie delle partorienti da fuori valle. Far venire persone da fuori valle non è marketing, ma é un modo 1 per far conoscere la qualità e l’eccellenza del reparto di cavalese e 2 per raggiungere gli standard necessari a mantenere l’ospedale aperto. Altri volontari poi che di mestiere sono artigiani, hanno donato e continuano a donare ai nuovi nati dei regalini per fargli capire quanto sono preziosi, di sicuro non per farli tornare a sciare.
4) “hello kitty” – sono una delle volontarie che ha raccolto le firme e le posso garantire che lo scopo della raccolta firme è stato spiegato in maniera chiara e precisa, con flyers che ben illustravano presupposti e scopi della raccolta. Una firma di qualcuno che magari come Lei è favorevole alla chiusura e cerca di denigrare il lavoro degli altri non riesce ad ogni modo ad intaccare l’impegno e la dedizione dei volontari e della gente di fiemme e non che ha firmato la petizione.
Detto questo mi auguro che parto per fiemme possa aiutare la non chiusura dell’ospedale, per una volta I soldi prendiamoli dove veramente ci sono sprechi e non dove ci sono eccellenze.
Buona domenica,
Margherita giacomuzzi
Volontaria di parto per fiemme
Roberto Morandini
14 dicembre 2014 at 12:42
Ringrazio Luca per avermi aperto gli occhi su come funziona la politica anche qui in valle . Mi spiego io da buon vecchio sognatore o “pirla” ho sempre creduto che a prescindere dal partito e dall’ orientamento politico se uno viene dalla Val di Fiemme guarda gli interessi della sua zona d’ origine visto che teoricamente i maggiori voti vengono ricevuti dai proprio conoscenti compaesani e abitanti della stessa valle che cercano di essere RAPPRESENTATI da qualcuno che conoscono ! Anche perché un politico è teoricamente portavoce e rappresentante delle idee dei suoi elettori , almeno questo ho imparato a scuola , ora in Val di Fiemme ci possono essere persone più fiduciose e meno fiduciose verso l ospedale di Cavalese ma non ho mai sentito nessuno dire che è meglio se viene chiuso se si va a Trento o in un ospedale di “Città” ! Sicuramente c è chi sceglie ma quando c è una scelta vuol dire che si sta operando in una situazione di rischio zero e quindi tutto va bene è tutto è valido . Però c è anche la situazione di imprevisto che può essere fisico cioè il paziente ha qualcosa che improvvisamente non va come previsto o nel nostro caso specifico ambientale neve , piogge forti o semplicemente un incidente stradale sulla strada che da Sanlugano porta a Ora ! Li credo che tutti siano d’accordo nel dire che un ospedale è essenziale per non trasmormare una situazione sfortunata in una tragedia . Quindi mi chiedo se io voto uno che conosco ma il suo partito prende una linea che è chiaramente contraria ai miei interessi cosa fa !? Ora ho capito che segue il volere del suo partito e quindi smette di rappresentarmi e di essere portavoce delle mie idee e dei miei interessi ! Parlando poi nello specifico delle firme visto che anche l affermazione che chi sottoscrivevama il documento era mal informato anche qui purtroppo sbagli e ti spiego anche il perché le firme erano per tutto l’ospedale e essendo anche il punto nascita una parte dell’ ospedale servono anche per quello ma non sono state raccolte esclusivamente per il punto nascita , infatti oltre a parto per Fiemme c ‘ erano altre realtà e associazioni promotrici della raccolta firme che spingevano per un reparto piuttosto che per un altro o per tutto l ospedale ! La volontà comune è per tutti quella di avere un ospedale di riferimento è quindi tutti si sono adoperati alla loro maniera per raggiungere lo scopo ! È vero magari non c è stato un controllo su chi ha firmato e alcuni l hanno fatto due volte o qualche idiota ha scritto cavolate ma credo che la valenza di quelle firme sia il dimostrare che molte persone tengono alla permanenza della struttura in valle !!!!
Non so come andrà a finire questa faccenda ma sicuramente Luca ti devo ringraziare perché con mio sommo rammarico mi hai fatto capire come funzionano le cose nel 2014 e perchè ad ora non riesco a dare la mia fiducia a nessuno quando ci sono le elezioni perché alla fine sarò rappresentato solo finché il suo partito non decide che le cose vanno fatte diversamente
Roberto Morandini
Giovanni Zanon
14 dicembre 2014 at 18:43
Intervengo non tanto sui contenuti di quanto scritto da Alessandro Arici,ben conosciuti e destanti grande preoccupazione in quanto sembra di vedere anche in Fiemme quanto già successo a Tione alcuni anni orsono.
Mi premeva intervenire invece sulle affermazioni denigratorie e prive di fondamento scritte da tale Luca Donazzolo in merito alla raccolta delle firme a favore della petizione “La Sanità in Valle di Fiemme, un Diritto non un Priviliegio”. Innanzi tutto la raccolta è iniziata il 22 di agosto quindi verso la fine della stagione estiva e si è chiusa alla fine di settembre. Quindi non un periodo di grandissima affluenza turistica. Chi di noi ha partecipato alla riunione organizzativa, sa bene che nessuno ha mai parlato di chiusura dell’Ospedale di Fiemme, bensì si paventava la possibilità che alcuni servizi venissero depotenziati o ridotti. E questo è sempre stato quello che abbiamo ripetuto a chi si metteva a disposizione per la raccolta delle firme e alle persone che innvitavamo a firmare.
Con la Volontaria Giuseppina Vanzo dei Masi abbiamo poi provveduto a ricopiare tutte le firme per poter poi controllare eventuali firme doppie e/o nomi strani. Personalmente ho escluso e non conteggiato circa un centinaio di nomi o firme illegibili e strane. Anche una firma a nome Topolino… con il senno di poi arrivo anche a pensare chi potesse essere il simpatico burlone. Hanno firmato anche dei turisti residenti a Parigi piuttosto che in Canada per esempio, ma questo è avvenuto dopo aver spiegato loro bene quali erano le nostre intenzioni e raccogliendo la loro condivisione. Sappia Luca Donazzolo che in questa iniziativa noi abbiamo creduto e ci crediamo ancora mettendoci del nostro tempo libero, come è abituato a fare di solito chi si occupa di volontariato.
Esprimendo davvero dispiacere per queste affermazioni, anch’io spero, come da qualcuno già scritto, che a tempo debito ci si ricordi di tutto questo.
Giovanni Zanon Lago di Tesero
Luca Donazzolo
14 dicembre 2014 at 18:47
Solo una breve precisazione, dopo aver letto i commenti probabilmente non mi sono espresso bene.
Quando parlo di “bancomat” non faccio riferimento alla struttura ospedaliera, ma intendo l’intero bilancio provinciale che viene spalmato sui capitoli di spesa in base alla programmazione politica e voi sapete meglio di me che oggi 1/3 di questo bilancio viene destinato alla sanità. Così come sapete che la provincia nei prossimi anni avrà entrate sensibilmente minori di oggi. E’ quindi naturale che la pianificazione economica vada rivista e l’unica certezza è che dobbiamo fare meglio con meno risorse.
Per questo sostengo il concetto di sostenibilità ed equità dell’assessore Borgonovo Re, sostegno che lei ha ricevuto all’unanimità dall’assemblea del partito (questo per rispondere a Roberto: a mio avviso, i cittadini non dovrebbero votare i “conoscenti” quanto tali, ma dovrebbero votare le persone migliori della società; in quanto queste persone sono chiamate non per fare gli interessi di una singola comunità, ma quelli dell’intero territorio). Quindi l’assessore avendo la fiducia del partito prosegue il suo compito, poi i territori possono anche esprimersi in modo differente, io non lo trovo corretto, ma ognuno è libero di farlo (vedi territorio delle Giudicarie).
Il compagno Donazzolo, come è stato definito, qui ha espresso il proprio pensiero a prescindere dalle indicazioni del partito. Quindi se la provincia è un “bancomat” per realizzare in ogni frazione di ogni comune caserme dei vvff, scuole, strutture sportive, ecc. capite bene che se non vi sono più quegli introiti questo è un sistema che deve essere modificato al più presto.
Marketing “parto per Fiemme”, con questo intendevo solo far passare il messaggio che il punto nascite, se rimane, deve funzionare con o senza questo progetto, altrimenti vi è il rischio che ci si focalizzi sugli optional (permettetemi questo temine) e non sul contenuto. Se invece è passato il messaggio che il lavoro di molti volontari che operano all’interno di questa associazione è marketing, mi scuso con tutte le persone che dedicano il proprio tempo, non era questo che intendevo. Inoltre il compagno Donazzolo NON accusa esplicitamente nessuno (rilegga sig. Orler) sia che questi sostengano o meno il punto nascite e non ha scritto di avere più o meno informazioni dell’assessore, quindi non capisco la richiesta di inviare chissà quali documenti.
Nella programmazione sanitaria approvata dalla Giunta non vi è alcun elemento che faccia riferimento ad una possibile chiusura dell’Ospedale di Fiemme o di un altro ospedale periferico (sig. Giacomuzzi). Faccio solo notare che il tema “punti nascita” è in discussione anche nella provincia di Bolzano, è quindi un aspetto complesso, delicato, che va ben programmato, così come tutto il sistema sanitario. E’ chiaro che qualsiasi sia la decisione è la donna il fulcro attorno al quale va realizzato il miglior servizio.
Infine, per quanto riguarda la raccolta firme la mia era una puntualizzazione, parlo solo per quello che ho visto, ma nei bar ad esempio dove queste erano a disposizione non c’era alcun controllo. E da quanto ne so (ma posso sbagliarmi), per la raccolta firme di un referendum, ad esempio senza alcun documento e personale addetto alla raccolta, queste non hanno alcun valore.
Chiudo dicendo, che pur avendo posizioni diverse sostengo che il confronto sia sempre positivo se rimane all’interno del rispetto delle persone. Se qualcuno si è sentito offeso da quanto è stato scritto mi scuso, non era mia intenzione farlo. Allo stesso modo però lo esigo anche nei miei confronti (sig. E. Zorzi) e non vedo perché uno si debba vergognare se esprime una posizione diversa dalla sua o da quella di altri.
Luca Donazzolo
In risposta al sig.Donazzolo
14 dicembre 2014 at 23:38
La mia famiglia è appena uscita da un’odissea ospedaliera durata quasi 3 mesi. L’ospedale non è quello di Cavalese ma il S.Chiara di Trento. Non parliamo di nascite ma di 2 operazioni molto impegnative e delicate dove il protagonista non era un neonato ma un uomo di 70 anni in piena salute e forza fino al giorno prima dell’operazione. Non ho alcuna intenzione di spendere parole contro nessuno in questo contesto, ma vorrei far notare solo alcuni dettagli su cui riflettere.Il 3 ottobre era il giorno dell’operazione. Un’operazione di 8 ore. L’operazione è andata a buon fine . Circa 15/20 giorni di ricovero ospedaliero e poi il congedo. Passata neanche una settimana, una mattina di cui riesco solo a ricordare l’acre odore della paura, quella vera che paralizza ogni pensiero, ci siamo resi conto che invece quell’operazione non era andata poi così bene. Corsa in ambulanza,prima a Cavalese, poi a Trento. C’è un infezione , ci dicono. Passano intere giornate nell’oblio più totale , nella mancanza di informazioni e risposte. Poi,dopo più di una settimana di ricovero ospedaliero, un venerdì, senza alcun preavviso, senza alcuna spiegazione sul da farsi,il congedo.Una sorta di calcio nel sedere. L’avevamo notato da un po’ di giorni: il reparto si stava affollando.”Potete tornare martedì per controllare la pulizia della ferita ” dicono alla moglie. Ma il giorno seguente noi siamo ancora a Trento. La ferita da pulire non può attendere fino a martedì. Così noi scendiamo sabato, domenica , lunedì e poi ci dicono che forse bisogna operare nuovamente. “Domani ritorni giù e la ricoveriamo nuovamente”. Ora però quest’uomo, dal fisico forte e possente prima dell’operazione, è smagrito, debole e l’idea di una nuova operazione di quel tipo getta i famigliari, anche quelli sempre ottimisti come me, nello sconforto. Da quel giorno ne sono passati altri 20 o forse più, prima del definitivo rientro a casa.Non mi dilungo nei dettagli, in fondo l’importante è che ne stiamo lentamente uscendo ma vorrei fare un breve riassunto del retroscena al sig. Donazzolo : 1 mese di ferie + 1 mese di aspettativa( il tempo richiesto dal figlio al proprio datore di lavoro per assistere il padre e accompagnare la madre quotidianamente da Predazzo a Trento) una donna di settant’anni, che lavora ancora oggi partendo di casa alle 06.30 del mattino che lentamente perde peso,perde sonno, perde calma e lucidità perché alle ore di lavoro si aggiungono x due mesi filati (3 ottobre – 6 dicembre)i 180 km quotidiani x andare e tornare da Trento + le ore passate in ospedale (perché se scendi a Trento non ti fermi un’oretta e poi stacchi ma ti fai un pomeriggio intero). Non li abbiamo contati ma credo non sia difficile fare il conto delle centinaia di euro di carburante spesi in due mesi di spostamenti quotidiani, due mesi dovuti ad un errore umano che ha dilungato la degenza ed il ricovero oltremodo.Non sa quante volte mi sono chiesta come avrebbero fatto tante altre famiglie. Non sono in molti al giorno d’oggi a potersi permettere di lasciare il lavoro e di sostenere questo tipo di spesa per assistere un famigliare.Che cosa c’entra questo con la chiusura del punto di nascita di Cavalese? Perché,c’è ancora qualcuno che crede davvero che chiuso il reparto maternità non si procederà con il tagliare altri importanti servizi ?? E’ chiaro ed evidente che questo è solo il primo passo. Lentamente (ma forse neanche più di tanto) si avanzerà con il depotenziare sempre più la struttura fino a renderne inevitabile la chiusura.
Situazioni come quella vissuta dalla mia famiglia saranno sempre più all’ordine del giorno,(è vero che per noi si è trattato di un errore umano ma la degenza senza intoppi avrebbe comunque richiesto 20 giorni di ricovero).
Ci sono infinite patologie per cui i ricoveri ospedalieri possono richiedere svariati giorni, sarà quindi il caso che la Val di Fiemme potenzi quantomeno la rete stradale…oppure che i suoi abitanti imparino l’arte della freddezza e del distacco umano in modo da accettare più facilmente che un parente o un famigliare si passi qualche settimana in ospedale senza visite. Non sono i soldi a mancare, questo ha ufficialmente dichiarato la signora Borgonovo Re, immagino allora siano più semplicemente gli interessi ad avere altri destinatari.
Forse ha ragione lei, cambiano i tempi, le necessità, le condizioni perciò ci si deve aprire al cambiamento. Perché allora non organizza un bell’incontro con i pensionati di questa valle e spiega loro che le tasse che hanno pagato e che continuano a pagare non hanno lo stesso valore di quelle pagate dai loro coetanei residenti a Trento. Spieghi loro che la provincia non è un bancomat e che la devono piantare di pretendere delle cure mediche.Chi sono loro per pretendere servizi della stessa qualità di chi abita in città? Spieghi loro
che le cose sono diverse,oggi giorno possono tranquillamente prendersi la corriera che passa ogni 4 ore per andare in ospedale, stando attenti ai 2 cambi che dovranno fare prima di giungere a destinazione.Scusi se insisto sulla chiusura dell’ospedale più che sul punto nascita ma è li che arriveremo e lei lo sa bene.
Quello che invece no sa è che :
1)un’azione di marketing prevede un prodotto o un servizio da vendere, io nell’attività di volontariato questo non lo vedo, e lei, nella suo ruolo pubblico dovrebbe assumersi la responsabilità di scegliere correttamente le parole da utilizzare.
2)il suo tentativo di degradare l’operato dei volontari di Parto per Fiemme è patetico ed ha la stessa valenza di quei politici che passano intere giornate a scrivere sui social limitandosi a criticare l’operato altrui senza mai presentare valide alternative.”Chi fa NON critica, chi critica NON FA”- lei ha studiato , vada a cercarsi la saggia fonte di questa frase.
3)Parto per Fiemme è nato per un unico motivo: stare a guardare mentre la nave va a fondo non è cosa che fa per la gente di questa valle. Non è il pacchetto turistico che salverà il punto nascita, ha pienamente ragione, ma quelli pagati per pensare e risolvere questo tipo di problema dove si sono nascosti? Lei è giovane e brillante …dove sono le idee? le proposte ? Dove sono i guizzi di genio che possono permettere ad una valle di mantenere in piedi i servizi primari (perdoni se considero la nascita di un bambino così importante, forse sono troppo sensibile)come il punto nascita? Ma davvero la Val di Fiemme deve accontentarsi di ciò che gentilmente viene concesso da Trento ? Parto per Fiemme non riuscirà probabilmente a salvare il punto nascita ma lei dovrebbe portare rispetto alle persone che nonostante abbiano altri lavori, famiglie da seguire con tutti gli impegni che ne conseguono ,sono riusciti in questi mesi ad informare, sensibilizzare e quantomeno risvegliare il torpore di una grande fetta di persone che altrimenti mai si sarebbe preoccupata di quanto sta accadendo.Parto per Fiemme non sarebbe esistito se le persone votate e pagate per difendere diritti di chi abita queste valli avessero avuto altrettanta intraprendenza ed idee.
3) La frase sul cambiamento puzza di vecchio, probabilmente è il flebile ricordo di qualche corso di formazione per piccole/medie imprese.
Io auspico in un cambiamento.Mi auguro il cambiamento delle menti politiche dalle quali un giorno vorrei arrivassero idee creative e geniali che risolvano problemi invece di limitarsi ad attestarne l’esistenza; spero in un cambiamento nella scala dei valori di chi governa,in modo che interessi personali vengano posti in fondo e non cima alla lista; mi auguro il cambiamento delle persone, e non solo di questa valle,stancamente rassegnate ad accettare opinioni sterili e improduttive come quella da lei espressa qui sopra. Chi ha paura del cambiamento non sono le persone che lottano per tenere in vita un servizio di fondamentale importanza per il benessere delle famiglie di queste valli , chi ha paura è chi, incapace di far si che un servizio già esistente e di grande qualità come quello del punto nascita di Cavalese venga potenziato e non distrutto, si nasconde dietro facili teorie in nome del progresso, dello sviluppo tecnologico.Se vuole difendere il benessere di chi abita questi paesi dovrebbe considerare l’importanza dei servizi per i quali tutti noi paghiamo: le faccio notare quanto già limitati questi siano rispetto a chi invece vive in città; difenda pure il potenziamento dei servizi a livello provinciale, anziché territoriale,ben presto questi paesi si svuoteranno.Il benessere di cui parla non è dato solo dalle passeggiata nei boschi, e dal respirare aria pulita: i servizi pubblici sono segno di qualità di vita.Lavori per potenziarli anziché annullarli e questa valle potrà avere ancora una speranza di crescita.
p.s. ha parlato di paura di cambiamento a persone che hanno cambiato lavoro,regione, città e stile di vita per trasferirsi in una valle come questa proprio alla ricerca di quel benessere , di quel buon vivere…si vesta anche di quella magnifica “umiltà” che rispettosamente riconosce alla signora Borgonovo Re, e vada a fare due chiacchiere con queste persone. Realizzerà che nel gruppo di Parto per Fiemme non c’è paura ma grande fierezza ed orgoglio nel difendere le eccellenze che rendono unica questa valle,cosa che lei deve ancora imparare.
Ho deciso di non firmare questo post solo per preservare la privacy della mia famiglia, ma non tema, io e lei avremo occasione di incontrarci in paese e non mancherò di palesarle la mia identità.
Volevo far notare
15 dicembre 2014 at 19:39
Che il nostro sig.Donnazzolo alle ultime comunali era un sostenitore di un progetto tutto suo il quale prevedeva un sostanzioso investimento per l’installazione di generatori eolici sul territorio. Le nostre valli son rinomatissime per esser molto ventose pure in alta quota? Basterebbe consultare i dati delle ormai centinaia di centraline sparse in ogni angolo e quota del territorio per capire che era una cosa irrealizzabile… Qualcuno queste idee le partorisce in casa… le gestanti vadano a Trento…
Quindi Donnazzolo i soldi pubblici del bancomat provincia per un progetto così vanno bene e per sostenere e tenere un punto nascite a Cavalese no?
Luca Donazzolo
15 dicembre 2014 at 21:19
Caro sig. “Volevo far notare”, il sig. Donazzolo non sosteneva alcun progetto eolico e mi risulta non compaia in alcun programma elettorale. Mi sembra che stiamo uscendo dal seminato…. Eventualmente ho scritto, non ricordo se su questo blog o su una pagina fb, che sostengo (come principio) ogni progetto che vada nella direzione “Oil free zone”, quindi avrò citato tra l’energia alternativa, anche quella eolica. Poi a quale sostanziale investimento avrei fatto riferimento? Mah… Mi permetta ma ha preso un abbaglio. citare o progettare sono due cose molto diverse tra loro.
Giuseppina Vanzo
16 dicembre 2014 at 14:03
Concordo e confermo quanto espresso da Giovanni Zanon a proposito delle firme, nella trascrizione si è prestata attenzione a togliere dal conteggio le firme doppie individuate e quelle inattendibili. Voglio ricordare inoltre che per le petizioni popolari non è necessario esibire un documento di identità come invece lo è per i referendum. Ci tengo a sottolineare che la raccolta è stata fatta in modo corretto, si è sempre spiegato che si agiva al fine di evitare il depotenziamento di alcuni servizi e la chiusura del punto nascita e non dell’ospedale.
Sui cambiamenti concordo che si fa fatica ad accettarli, ma quando i cambiamenti fanno regredire di 60 anni tutta la popolazione di una valle allora è preferibile non cambiare, ed è vero che i nostri bisogni e le nostre necessità sono importanti come quelli di altri territori, infatti, reputo sia per noi abitanti dei territori da Cles a Tione a Cavalese, un nostro irrinunciabile diritto avere una sanità che dia garanzie.
Per quanto riguarda la sicurezza del punto nascita, grazie alla riorganizzazione voluta a suo tempo dal Primario neonatologo dottor Pedrotti che prevede il trasferimento in utero di tutti quei parti che possono presentare fattori di rischio prevedibili, il tasso di mortalità neonatale nel nostro Ospedale è inferiore allo zero per mille.
Non riesco nemmeno a comprendere la volontà di portare avanti il piano di miglioramento e riordino della Sanità Trentina che va a ridimensionare l’Ospedale meglio gestito di tutta la Provincia e che negli ultimi 5 anni risulta il terzo polo operatorio per numero di interventi di tutta la Provincia come emerge dai dati dell’Azienda Sanitaria.
Quindi perché ridimensionare qualcosa che funziona bene anziché potenziare e investirci come sarebbe logico?
Ed ecco che aumenteranno ulteriormente i disagi e i costi che già gravano sulle spalle dei nostri concittadini, che voglio ricordare già si devono recare a Trento o Rovereto per ricoveri specialistici, oculistica, otorino, cardiologia, dermatologia, neurologia, nefrologia, urologia, terapia intensiva, chirurgia vascolare, neurochirurgia, cardiochirurgia, chirurgia toracica, per citarne alcuni, nonché visite specialistiche, mammografie, radioterapia, risonanze magnetiche, ecografie particolari e potrei continuare con l’elenco.
Come si può allora agire discriminando chi abita nelle valli, rispetto a chi sull’asse dell’Adige ogni 20 km può disporre di un ospedale?
Giuseppina Vanzo