Viene definita una furbata dagli abitanti di Passo Rolle l'emendamento approvato ieri dal Consiglio Regionale…
Fino ad ora poco si sapeva di quanto sia realmente successo al Passo Rolle e a Paneveggio in particolare alla Foresta dei Violini in quanto la strada è si stata sgomberata dagli alberi caduti ma è ancora in essere il divieto di transito da Bellamonte in poi.
Ci arrivano alcune immagini da Michele Barigelli, proprietario dell’Hotel Vezzana al Passo Rolle che ha percorso la strada documentandone la situazione.
La strada presenta criticità nel tratto subito dopo Bellamonte al ponte della Vallaccia fino alla diga di Fortebuso per piante cadute e sassi e nel tratto dopo la galleria fino a Paneveggio.
Un grosso masso ha sfondato la sede stradale nei pressi della diga di Fortebuso.
Da Paneveggio al Passo Rolle la strada è stata sgomberata dagli alberi ma lo scenario è davvero desolante. Ci racconta Michele Barigelli che a tratti si stenta a riconoscerne il luogo, è cambiata la fisionomia con lunghi tratti di bosco raso al suolo.
La situazione al Passo Rolle è abbastanza buona, nonostante sia stata scoperchiata la casa dei Demez dove è subito scattata un’operazione di solidarietà anche da parte della Guardia di Finanza di Passo Rolle che si è resa disponibile con i suoi uomini ad aiutare nel ripristino provvisorio del tetto.
Qualche danno si è registrato nelle adiacenze della Capanna Cervino e qualche piccolo allagamento nei seminterrati degli hotel.
L’energia elettrica è tutt’ora fornita da un generatore del ACSM. Gli elicotteri hanno fatto la spola per il trasporto di persone e cose per il ripristino provvisorio del tetto e per le cose di prima necessità.
La linea telefonica al Passo Rolle non e’ ripristinata, per chi avesse bisogno di contattarci l’Albergo Venezia (Fam. Zeni) risponde al 349 065 2054 e l’Albergo Vezzana (Fam. Barigelli) al 349 576 4715.
Anche in questo caso lasciamo parlare le immagini, il danno al patrimonio boschivo del Parco di Paneveggio sembra comunque notevole.
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La foresta dei violini di Paneveggio
Si racconta che fosse Stradivari in persona ad aggirarsi nella foresta di Paneveggio alla ricerca degli alberi più idonei alla costruzione dei suoi violini: abeti rossi plurisecolari il cui legno, grazie alla sua particolare capacità di “risonanza”, forniva la materia prima ideale per la costruzione delle casse armoniche. Il legno dell’abete rosso è infatti particolarmente elastico, trasmette meglio il suono e i suoi canali linfatici sono come minuscole canne d’organo che creano risonanza.
Per questo gli alberi vengono abbattuti in luna calante, tra ottobre e novembre, quando nel tronco c’è minor quantità di linfa. Gli alberi migliori si riconoscono per gli anelli di crescita molto sottili e perfettamente concentrici, con fibre diritte e fini e scarsa presenza di nodi. Cosi almeno crescevano nel Sei/Settecento grazie al freddo intenso della Piccola Glaciazione e alla mancanza di fenomeni di degrado e proprio di essi si servirono Stradivari e i liutai cremonesi i cui strumenti raggiunsero il massimo della musicalità.
Oggi è quasi impossibile trovare esemplari così perfetti, ma la richiesta di “abeti di risonanza” non manca e dà vita ad un commercio limitato ma significativo: qualche decina di metri cubi all’anno in parte utilizzati dagli artigiani della fabbrica di tavole di risonanza per pianoforti di Tesero e dai liutai cremonesi, in parte esportati in Giappone, paese leader al mondo nella costruzione di tavole armoniche.
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