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I Carabinieri di Trento in collaborazione con i colleghi di Milano, Torino, Bergamo e Brescia hanno concluso un’indagine che ha portato alla luce una banda specializzata nel rubare il cosiddetto “oro rosso”, da cui il nome dell’operazione “Red gold”.
Ci sono voluti undici mesi di indagini da parte del Nucleo Investigativo di Trento, con circa 150 militari coinvolti, per ricostruire l’organizzazione ed i metodi di “lavoro” di un gruppo di soggetti, di cui 9 ora in carcere ed altri 11 ricercati, accusati di una serie di furti in aziende del norditalia, da Torino al Veneto, che fruttava loro fino a 100.000 euro al mese.
Il bottino era sempre lo stesso: il rame, sottratto in grandi quantità dai magazzini delle aziende. I ladri penetravano nelle ditte preparando il rame o gli altri metalli da sottrarre per il successivo trasporto. Solo dopo alcune ore di lavoro, altri componenti della banda giungevano sul luogo del furto con furgoni, il più delle volte rubati, caricandovi il materiale ed allontanandosi sotto il controllo di alcune vedette rimaste nell’area esterna all’obiettivo.
Sono stati effettuati quattro arresti in flagranza e sono stati recuperati 2.300 kg di rame rubati da una ditta della provincia di Brescia. Venti in totale i componenti della banda raggiunti dall’ordinanza cautelare firmata dal Gp di Trento Francesco Forlenza. Tra questi 14 cittadini romeni, 1 moldavo, 2 ucraini e 2 italiani. Questi ultimi – residenti in provincia di Torino e Brescia – erano già attivi nel settore del commercio di metalli e nella banda – secondo gli investigatori – e avevano il compito di ricettare il materiale rubato.
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