PREDAZZO - Tre volumi a forma di vagone, tanto per ricordare il trenino di Fiemme,…
PREDAZZO – Recuperare la montagna da quello che Annibale Salsa definisce «un ruolo di terreno di gioco dai contorni consumistici o prosaicamente retorici», quindi da una sorta di emarginazione e di subalternità. È il senso del messaggio profondo che scaturisce da una nuova, pregevole pubblicazione dal titolo «Alpi regione d’Europa-Da area geografica a sistema politico», firmata da Marcella Morandini , originaria di Predazzo, funzionaria del segretariato permanente della Convenzione delle Alpi, e da Sergio Reolon , presidente della Provincia di Belluno dal 2004 al 2009 e presidente del Centro Internazionale per la Civiltà dell’Acqua. «Il messaggio» scrive sempre Salsa nella prefazione «va nella direzione di rilanciare la dimensione transfrontaliera delle Alpi, la vera vocazione di sempre. I tempi sembrano rivelarsi maturi per nuove riflessioni guidate dall’intelligenza critica, dal coraggio e dalla creatività. La cultura e l’etica devono però fecondare la politica, attraverso la dialettica della proposta e dell’ascolto, al fine di vincere l’inerzia burocratica e l’arroganza tecnocratica». L’impegno degli autori è quello, come sottolinea Morandini, di «rilanciare il ruolo di una montagna relegata in periferia, solo come risorsa da utilizzare, con limitato peso politico, che si sta spopolando e che frana a valle. Effetto di uno sviluppo calato dall’alto e funzionale solamente ai modelli di vita della pianura». Per rinascere, si individuano tre condizioni: l’attivazione di un modello di sviluppo che parta dal territorio, la necessità di mantenere relazioni forti con territori analoghi (in questo senso si sta adoperando appunto la Convenzione delle Alpi) e la garanzia di maggiore autonomia per i territori montani. In questa direzione, rappresentano dei modelli da imitare le Province di Trento e di Bolzano, le uniche in controdendenza. Due anni di impegno, di verifiche, di analisi accurate delle varie situazioni specifiche, partendo dall’approfondimento delle ragioni per le quali una piccola località nel bellunese (il suo nome è Bolp) fino a quarant’anni fa contava 120 abitanti mentre ora ci vivono solamente due anziani, circondati dal silenzio e dall’abbandono. Da lì è partita la riflessione degli autori, impegnati a far sì che la montagna eviti di morire. Una pubblicazione ricca di valutazioni e di proposte e che indica la strada per un nuovo rinascimento ed un nuovo sviluppo. Il libro, già presentato in anteprima a Belluno lo scorso 26 febbraio, sarà presto in tutte le librerie, a partire dal prossimo 21 aprile. M. F.
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