PREDAZZO. Rettili e dinosauri, miniere e minerali, geologia e paesaggio, sono alcuni dei temi che…
PREDAZZO – Una serie di soluzioni per arricchire, dal punto di vista ambientale, il paese. Le propongono i gruppi consiliari di minoranza «Predazzo Viviamola» e «Uniamo le distanze», partendo, dicono, «dalle segnalazioni ricevute sullo stato di abbandono degli ingressi del paese e sulla scarsa valorizzazione del nostro territorio». Anticipate nell’ottobre scorso in consiglio comunale, riguardano soprattutto le rotatorie agli ingressi dell’abitato.
Una soluzione è stata elaborata assieme all’architetto Enrico Brigadoi, semplice, poco impattante e soprattutto economica. «È certamente ambiziosa» dice il portavoce dei due gruppi Igor Gilmozzi «ed ha l’obiettivo di comunicare in modo coerente la peculiarità e la storia geologica di Predazzo. In questo modo, vista anche la presenza del Museo nel cuore dell’abitato, potrebbero idealmente formarsi dei tracciati, percorsi o sentieri che, dalla periferia, condurrebbero alla struttura museale. Proprio per la peculiarità geologica del nostro territorio, unica a livello mondiale, in ogni rotatoria, quelle verso Ziano e Moena e quella in progetto verso Bellamonte,la roccia utilizzata dovrebbe essere diversa ma tipica del posto,il granito rosa,la predazzite e la monzonite». Ma in che cosa consiste, in concreto, la proposta? Lo spiega lo stesso architetto Brigadoi. «Si tratta» sottolinea «di una soluzione organica che vede nell’uso della pietra un richiamo alla storia di Predazzo.Ragionando su questo materiale,ho cercato di spingermi oltre Il suo semplice utilizzo come elemento di arredo, riportando in scala urbana un progetto che caratterizza i percorsi d’alta montagna, l’ometto. Una semplice costruzione artificiale,che consiste nell’impilare pietre di diverse dimensioni. In montagna, sopra i 2000 metri,spesso rappresentano le uniche tracce che segnano il percorso. Ovviamente,rapportandosi con spazi urbani che, attraversati in automobile, risultano fuggevoli,sarà necessario un ridimensionamento dell’oggetto evocato. Comunque un segno forte e leggibile, tale da colpire il visitatore. Le pietre da utilizzare potranno essere di dimensioni diverse e squadrate grossolanamente,utilizzando anche scarti o blocchi di recupero.
Mi affascina l’idea che la costruzione appaia in equilibrio precario e chela struttura (uno o più perni in acciaio)risulti nascosta, lasciando i blocchi di pietra come unici protagonisti. L’ometto,posizionato al centro della rotatoria,avrà un’altezza complessiva non superiore ai tre metri, con alla base un plinto di cemento armato, appena affiorante dalla superficie inerbita e nel quale inserire dei faretti ad incasso,in grado di creare un gioco di luci e ombre durante le ore notturne. Le pietre da usare sarebbero il granito rosa per l’ingresso nord,la predazzite per quello a sud e la monzonite ad est, alla confluenza tra via Marconi e via Venezia. Non escluso» conclude Brigadoi «che si possa integrare ’opera con specie d’alta montagna, come il rododendro o il pino mugo. Una soluzione suggestiva,della quale si ritornerà a parlare presto a livello ufficiale. M.F.
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