Sharia ed Islam, il futuro dell’Europa?

Da il 20 novembre 2015
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“Gli occidentali si preparino a un’onda di Sharia ed Islam”: il documentario choc dal quartiere islamico di Bruxelles

 Il manifesto dice tutto: «Benvenuti in Belgistan». I musulmani sono ancora una minoranza in Belgio, ma a Bruxelles, la capitale, sono già la comunità religiosa più numerosa. Gli islamici rappresentano un quarto dei residenti e ci si aspetta che in meno di venti anni diventino la maggioranza assoluta. Il più acceso tra i gruppi musulmani del Paese è “La Sharia per il Belgio” (Sharia4Belgium) che recentemente ha usato urla e minacce per fermare in tv un dibattito con gli islamici moderati.

«Dobbiamo essere chiari. Non c’è alcuna differenza tra l’Islam e la Sharia. E’ solo una questione di nome. La democrazia è l’opposto della Sharia e dell’Islam. Noi crediamo che il legislatore è Allah. Allah fa leggi ed è lui che ci dice cosa è permesso e cosa è proibito»

A Bruxelles, dove il 25% della popolazione è di religione musulmana, esiste un intero quartiere – Molenbeek – “sottoposto alla Sharia”. Qui nessuno, anche se non islamico, può bere o mangiare in pubblico durante il Ramadan, le donne sono “invitate” a indossare il velo e a non portare i tacchi, bere alcool e ascoltare musica sono attività non gradite. A tutti gli angoli della strada un cartello giallo con scritta nera avverte che ci si trova in una “Sharia controlled zone”, sottointendendo che in quelle strade la polizia ha un potere limitato. E più di una volta i giovani che vivono in questa zona hanno accolto con un lancio serrato di pietre le autovetture in servizio. Qualcuno sostiene che i foreigni fighters del belgio e i logisti (forse anche le menti) di molti attentati in Europa siano proprio cresciuti qui.

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Londra, choc al dibattito sull’Islam: «Costituire lo Stato Islamico in Gran Bretagna e imporre la Sharia»

Mentre i terroristi seminavano il terrore a Parigi uccidendo 129 persone, a Bedford, vicino Londra, durante un dibattito con relatori musulmani, si discuteva sull’opportunità reale di costituire lo Stato Islamico in Gran Bretagna e di porre il Paese sotto leggi della Sharia. Parole preoccupanti che, oggi più che mai, risuonano come un campanello di allarme all’interno dell’Europa.

Gli speaker hanno tutti sostenuto la tesi secondo la quale la legge di Dio deve essere superiore a quella fatta dall’uomo e hanno suggerito ai musulmani di comprendere come il diritto della Gran Bretagna possa essere determinato in base alla Sharia e al Corano.

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Perché l’Occidente non capisce l’Islam guerriero e la realtà dell’Isis

«Credo che uno dei maggiori guai nell’affrontare la situazione attuale sia quello di costruirsi un Islam che non esiste o non è quello prevalente.

L’Islam è una religione nata in un ambiente naturale terribilmente ostile nei confronti dell’uomo ed è quindi guerriera: il combattere, l’allargarsi, il difendere lo spazio dell’unica religione vera è una realtà fondamentale per l’Islam. Aggiungi che tutte le religioni monoteiste sono per principio autoritarie. Il problema, però, oggi è più complesso.

La domanda da porsi non è se gli jihadisti siano buoni o cattivi musulmani, perché la risposta è molto semplice: loro sono convinti di essere dei perfetti musulmani. Il problema è che la religione – come la razza per i nazionalsocialisti o l’appartenenza al proletariato per i comunisti staliniani – è utilizzata da loro come strumento per dividere il mondo in buoni e cattivi: per gli jihadisti, i buoni sono loro che praticano la religione salafita rigorosa.

Gli altri sono tutti impuri e quindi il compito che Dio assegna ai jihadisti è quello di eliminare gli impuri che inquinano la società. Questo è il carattere terribilmente pericoloso di questo fenomeno. E chi è dalla parte sbagliata deve essere cancellato, non per quello che fa, cioè azioni o atti che possano mettere in pericolo la vera fede, ma per quello che è. (…) Se ti sequestrano in un Paese musulmano, l’unica cosa da non fare è dire di essere una persona indifferente al problema religioso. Ti ammazzano immediatamente.

Per loro è meglio un praticante di qualsiasi fede, anche sbagliata, che uno che dice: “Per me la religione è l’oppio dei popoli, è una fregatura”. Quello è inconcepibile per loro. L’ossessione dell’unità, poi, è quello che impedisce, secondo me, ai popoli musulmani di praticare davvero la democrazia: nella mentalità musulmana, il concetto che esistano più verità, e che queste verità si possano scambiare secondo un calcolo numerico, è eresia.

Il mondo è tutto concentrato nella cifra uno: un Dio, un libro, un popolo. (…) i musulmani hanno fatto tante rivoluzioni – di cui le Primavere arabe sono le ultime – ma tutti questi movimenti rivoluzionari inevitabilmente e rapidamente sono tornati alla casella dell’autoritarismo, del rais, del capo, perché è nella loro identità. La verità è una e allora anche il capo deve essere uno. Per l’Occidente, la democrazia è la legittimazione della confusione, anche se virtuosa, nel senso che nessuno è depositario della formula giusta.

Questo per un musulmano è inaccettabile: è il disordine, è un atto contro Dio che è ordine. Poi è anche possibile che si trovi qualche forma di democrazia per quel mondo, ma non il nostro tipo di democrazia. È un mondo che non capiamo, che cerchiamo di imbullonare dentro idee come quella che l’Islam sia una religione tollerante, pacifista: esiste anche questo, ma attualmente prevale l’altro, quelli vogliono rifare il califfato e cacciare quelli che non sono musulmani.

Varese, minuto di silenzio per Parigi  -  Le studentesse musulmane escono dall’aula

Alcune studentesse di origine marocchina lunedì scorso sono uscite dall’aula di una scuola di Varese, rifiutandosi di partecipare insieme ai compagni e all’insegnante al minuto di silenzio per commemorare la vittime degli attentati di Parigi.

Sull’episodio, riportato oggi dal quotidiano «La Prealpina», sono in corso accertamenti da parte della Digos di Varese, che ha ricevuto una segnalazione.

Le ragazzine frequentano la classe prima all’Istituto tecnico commerciale Daverio, dove lunedì le lezioni si sono interrotte per il minuto di silenzio osservato nelle scuole di tutta Italia.

“Chi semina democrazia raccoglie sharia”Il terrorismo visto con gli occhi degli jihadisti. Le parole di chi è stato espulso dall’Italia

GUARDA IL VIDEO: http://bit.ly/1MVnDTH

Imam di Francia : I terroristi distruggono l’avvenire dell’islam e il destino dei vostri figli

Il “testo solenne” ispiratore della preghiera del venerdì di oggi nelle 2500 moschee francesi, dopo gli attentati di Parigi. Accuse agli imam provenienti dall’estero, che non conoscono l’Europa, che spingono all’odio e al fanatismo. Appello alle famiglie musulmane perché vigilino sui loro figli, che vengono trasformati in “bombe terroriste”. Apprezzamento per la libertà religiosa che si vive in Francia e in Europa. “Non possiamo più continuare a fare come lo struzzo”: la semplice condanna degli attentati non basta più.  Leggi tutto.. 

Scuola di terrorismo a Merano: i corsi per odiare e uccidere gli infedeli

Ai bambini sarebbero stati mostrati video e immagini di decapitazioni operate dai militanti di Isis

Il presunto gruppo jihadista scovato la settimana scorsa a Merano aveva istituto una scuolaper odiare e uccidere gli infedeli.

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È quanto emerge dalle 1217 pagine frutto dell’accurata indagine di quasi cinque anni dei Carabinieri del Ros che ha portato all’arresto di 17 persone, sette di esse in Alto Adige.

La Procura di Trento nei giorni scorsi aveva scarcerato due degli appartenenti al gruppo. Stando alle intercettazioni telefoniche e soprattutto telematiche, è chiaro che il gruppo di aveva organizzato un corso per insegnare ai ragazzini come vanno uccisi gli infedeli.

Ai bambini sarebbero stati mostrati video e immagini di decapitazioni operate dai militanti di Isis. Dal rapporto dei carabinieri si evince che a Merano si sarebbe parlato di attentati da compiere non Italia, ma in Europa in particolare in Norvegia, il Paese che dal 2012 detiene in carcere il Mullah Krekar, il 59enne curdo-iracheno che nel 2001 ha fondato il gruppo radicale Ansar al Islam.

All’interno dell’indagine è riportato il fatto che alcuni membri del gruppo scovato in Alto Adige avrebbero avanzato richiesta di recarsi in Siria o Iraq per partecipare ad azioni terroristiche.  http://www.ilgiornale.it/

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