Suor Delia: A Uvira, morti e rovine per l’esondazione del torrente Mulongwe

Da il 20 aprile 2020
alluvione uvira 2020

Suor Delia Guadagnini di Predazzo ci racconta quanto sta succedendo nella sua missione a Uvira in Congo

Nella notte tra mercoledì 15 e giovedì 16 aprile, il quartiere di Mulongwe, a Uvira, è entrato in un incubo che non è ancora finito. Piogge torrenziali hanno gonfiato oltre misura il torrente Mulongwe che lo separa dal quartiere di Kasenga. Una massa enorme di acqua in discesa verso il lago, il cui livello era già cresciuto in questo tempo, ha invaso case e strade, portato con sé persone, distrutto case, e portato via o rovinato i pochi beni che contenevano.
Il giorno dopo, ventitré salme si trovavano già nell’obitorio dell’ospedale, ma molte altre persone sono scomparse nella furia delle acque. Una mamma che aveva appena consegnato ai soccorritori un figlioletto, non è riuscita a fare altrettanto con un’altra bimba, che è stata portata via dall’acqua e la madre dietro a lei… Tante storie tremende che fanno impallidire il timore del coronavirus. RFI ha poi parlato di sessanta morti, ma è un bilancio ancora provvisorio.
La gente che ha potuto fuggire si è rifugiata dapprima nella sala parrocchiale di Mulongwe, poi, di fronte al salire progressivo dell’acqua, è salita nella parte più altra del quartiere, oltre la strada principale della città. Case, chiese e scuole risparmiate dall’acqua sono diventate rifugio di una popolazione che ha cercato ancora, lungo le giornate successive, di raggiungere le proprie case immerse nel fango e nell’acqua, per sottrarre i pochi beni rimasti all’opera di possibili sciacalli.
La nostra comunità si trova proprio al centro di questo evento, che ha preso tre strade che scendono verso il lago. In quella stessa notte, le sorelle si sono rifugiate in una casetta che si trova all’interno del Centro Béthanie. L’acqua ha divelto il recinto e progressivamente è entrata nella cappella e nelle stanze della nostra casa. I nostri operai e amici si sono fatti in quattro per liberare il cortile dal fango, custodire la casa, mettere in salvo qualche cosa.

alluvione uvira 2020 1024x768 Suor Delia: A Uvira, morti e rovine per l’esondazione del torrente Mulongwe

Giovedì 16 aprile

“Noi bene, ma stanotte piogge torrenziali hanno fatto disastri. Il livello del lago Tanganyika si è molto alzato e il fiume Mulongwe ha esondato appena sotto casa nostra. Nessuno ha dormito. Case nell’acqua, chi cerca dove andare, chi cerca i propri cari. Anche nei quartieri di Kasenga e Kavimvira è un disastro. Sapremo più tardi quanti sono morti. Per tutti preghiamo. Sono giorni difficili a causa di tanta pioggia …”
“Siamo istallate al Centre Béthanie.  Alle ore 23 i preti della Parrocchia hanno potuto essere accompagnati all’economato. Tanta gente ha perso tutto. Si contano i morti, ma tanti sono nel lago… John ci ha detto l’acqua inonda il nostro giardino ma per ora non è entrata in casa. Il fiume continua a gonfiarsi e il lago anche.”
“Il vescovo è venuto qui a Béthanie a salutarci e assicurarsi che stiamo bene. Ci ha fatto veramente piacere. Era passato anche all’ospedale a benedire le ventitré salme finora recuperate. Non è riuscito ad arrivare alla parrocchia di Mulongwe: troppa gente per strada e troppa acqua che continua a salire.”

Venerdì 17 aprile
“Abbiamo passato bene la notte al centro Betania, Per fortuna non ha piovuto. A Mulongwe, la strada è interrotta, impossibile rientrare a casa. C’è ancora molta acqua che scende dalla montagna, insieme a grosse pietre. Pierre è a casa nostra, sta cercando di liberare il giardino dal fango, perché se piove l’acqua entra in casa. Ci sono ancora molti morti trovati ieri sera e stamattina. Nel quartiere di Kasenga, oltre il torrente Mulongwe, molti si sono rifugiati nella scuola.”

Sabato 18 aprile
“Siamo ancora al Centro Béthanie, chissà per quanto tempo. Ricomincia a piovere… Tante persone vengono a dirci “pole” (“ci dispiace!”), si scusano di non avere niente da offrirci, ci assicurano la loro preghiera. È commovente.”
“Sono appena tornata da Mulongwe. A casa abbiamo lasciato Pierre, John, Kiza, Philippe et Léonard che con un lavoro immenso stanno liberando la porta del cancello dell’entrata da quasi un metro di fango. Ho fatto un giro a salutare la gente della nostra strada avenue Kabare. È una desolazione, pietre enormi venute giù dalla montagna e tanto fango. A quest’ora c’è il sole e speriamo che duri. Case sott’acqua, fango ovunque, pochi hanno salvato qualcosa. La nostra via e quella della parrocchia non si riconoscono più. Nessuna persona che rappresenti lo Stato in questa calamità, né il comune, né la polizia, neanche la Croce Rossa. Ognuno è lasciato solo a sé stesso. Che il Signore abbia pietà del suo popolo… Per ora una trentina i morti ritrovati, ma quanti saranno nel lago o sotto quel metro di fango. …”

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Domenica 19 aprile
“Dopo una notte di pioggia torrenziale, i nostri operai e amici hanno potuto accedere alla nostra casa inondata. John, la sentinella della notte, si era rifugiato sull’albero di mango perché l’acqua era molto alta. Con molto lavoro e rischio, i nostri eroi hanno potuto accedere alle nostre stanze piene di fango e portarci nelle valigie la maggior parte delle nostre cose, e anche le cose della comunità. Che desolazione!
Con Marceline e Nzigire, le nostre sorelle giovani, abbiamo fatto alcuni viaggi per recuperare sulla strada queste cose. Impossible arrivare vicino alla nostra avenue Kabare. Ora siamo di nuovo tutte a casa… Ci sono tanti ladri in giro. Abbiamo portato via anche i pannelli solari poiché c’era già gente sul tetto.
Stamattina abbiamo avuto la messa che ci ha rese forti, insieme alla vostra preghiera. Sulla strada, tanta gente che scappa, con le poche cose sulla testa o sulla bicicletta… Anche i preti della parrocchia sono andati a recuperare le loro cose e quelle della chiesa e sono all’economato. Stessa cosa per i Fratelli della Carità… Ormai non è rimasto più nessuno nelle tre vie dove il fiume Mulongwe è esondato.  Ci ricordiamo nella preghiera. Coraggio sempre !

Lunedì 20 aprile
“Stanotte ha piovuto e stamattina un pallido sole poi sempre più forte che ci faceva temere altra pioggia. Finora abbiamo fatto vari viaggi dal Centro Béthanie, dove siamo, fino a casa nostra. L’acqua e il fango sono alti quasi un metro… In casa c’è molta acqua ma con l’aiuto dei nostri collaboratori le cose essenziali sono state salvate… Nella chiesa parrocchiale danni enormi… La gente è in giro a recuperare le cose rimaste. Incrociamo biciclette che trasportano una bara e vanno dove c’è la persona morta …I commercianti salvano le poche cose salvabili. È una pena ma in tutti tanta forza e coraggio. Tanta gente ci è vicina. Ringraziamo il Signore per tutto e tutti.”

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