Tesero, il Vicolo Jelico come «La striscia di Gaza»

Da il 27 maggio 2009

%name Tesero, il Vicolo Jelico come «La striscia di Gaza»Tesero In pericolo il passaggio pedonale e l’accesso agli orti: il Comune avvia la pratica di usucapione.  
Molti cittadini, tra il serio e l’ironico, lo chiamano «La striscia di Gaza», richiamando drammatiche vicende mediorientali. L’anno scorso, il primo di aprile, un buontempone aveva sistemato un cartello sul quale c’era provocatoriamente scritto «Via della Conciliazione». È il «Vicolo Jelico», in pieno centro a Tesero. Collega la strada principale con via IV Novembre e da qualche anno è diventato una delle aree più controverse del paese, dove la convivenza è diventata una chimera ed i contrasti hanno raggiunto tonalità preoccupanti. Il vicolo è proprietà indivisa di ventisei privati, ma da sempre viene utilizzato per il passaggio pedonale di tutti, oltre che per l’accesso agli orti che si trovano nelle immediate adiacenze. Da qualche anno, per altro, tra i residenti ed uno dei comproprietari, è iniziata una vera e propria guerra, con ritorsioni, minacce e anche una serie di denunce. In sostanza il vicinato si lamenta perché la stradina è bloccata e viene impedito perfino l’accesso all’area coltivata. Due anni fa, il vicolo era stato bloccato da un cancello, poi fatto rimuovere dal Comune, e quindi nuovamente interrotto con la sistemazione di un blocco di porfido, anche questo fatto togliere. Nell’aprile del 2007 con una lettera all’amministrazione comunale, il vicinato chiedeva un intervento deciso e risolutore per chiarire una volta per tutte la situazione. «Purtroppo» dicono in coro i censiti interessati «non è successo niente. Il Comune è fermo, insensibile. Ci sono state promesse non mantenute e le nostre richieste sono state semplicemente ignorate, con il comodo alibi che si tratta di questioni private. Ma qui si dimentica la vita della gente. Noi ci siamo sempre comportati con educazione e rispetto. Questa persona invece dimostra solo arroganza. Anche se, a quanto pare, è l’unica che paga. Le abbiamo provate tutte, anche con una segnalazione ai Carabinieri, senza risultato. Ora siamo stanchi e chiediamo al Comune di intervenire con l’esproprio di tutto il vicolo e la sua trasformazione in strada pubblica. Mentre l’amministrazione sembra intenzionata ad avviare una pratica di usucapione per intavolarne soltanto una parte, pari ad un metro e mezzo di larghezza, che sarebbe del tutto insufficiente, visto che dobbiamo anche transitare con i mezzi agricoli per raggiungere gli orti. Oggi ci si impedisce perfino di passare con una piccola canna per innaffiarli. E c’è un cartello che lo conferma. Basta quindi con le chiacchiere. Vogliamo una soluzione che vada bene a tutti». «Non è assolutamente vero che non abbiamo fatto niente» ribatte il sindaco Gianni Delladio , «anzi, le abbiamo provate tutte, attraverso decine di incontri, con me, con l’assessore competente, con il segretario. Purtroppo c’è una situazione di cattivi rapporti tra le parti. Il Comune, per tutelare i diritti di passo, ha avviato una pratica di usucapione allo scopo di intavolare una striscia di un metro e 20 centimetri del vicolo per garantire il passaggio a piedi. Per quanto riguarda invece il transito con i mezzi agricoli, sono fatti privati che non si può pretendere vengano risolti dall’ente pubblico. La nostra parte l’abbiamo fatta eccome. Ma anche i diretti interessati dovrebbero usare un minimo di buon senso». Viste le premesse, l’epilogo della vicenda appare ancora lontano.
MARIO FELICETTI

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