Proiezione del trailer Venerdì 22 dicembre alle 20.30, in aula magna del municipio di Predazzo,…
Oltre 300 le opere iscritte al più antico festival internazionale del cinema di montagna diretto da Maurizio Nichetti. Tra le anteprime dell’edizione 2010, “Nanga Parbat” di Messner e Vilsmaier in lingua italiana e “L’ultima salita” di Elisabetta Sgarbi, terzo documentario della sua trilogia sulla scultura sacra.Evento di apertura del festival, il 30 aprile, con la proiezione di un film muto musicato dal vivo “Der Heilige Berg” (La montagna sacra) firmato da Arnold Fanck, uno dei maestri del Bergfilm.Si può parlare di picchi e di vette anche in termini di partecipazione per l’edizione2010 del TrentoFilmfestival, il più antico e prestigioso festival internazionale dedicato al cinema di montagna.Sul tavolo della commissione esaminatrice sono infatti arrivate oltre 300 pellicole, tra documentari d’autore, reportage e fiction. Augusto Golin responsabile della programmazione cinematografica, il critico Gianluigi Bozza e il documentarista Pino Brambilla hanno passato ore e ore in sala proiezione. Con il solo obiettivo diproporre al pubblico della 58° edizione della rassegna solo quelle dai contenuti più originali e innovativi nel modo di raccontare la montagna, il rapporto tra l’uomo e la natura, la quotidianità di chi vive e lavora in ogni angolo del pianeta, le avventure più estreme. Arrivando dunque alla selezione definitiva delle opere che si contenderanno i palmarès del TrentoFilmfestival, in primis il Gran Premio Città di Trento – Genziana d’Oro.L’edizione in programma dal 29 aprile al 9 maggio con la direzione artistica di Maurizio Nichetti, sarà come sempre contraddistinta da importanti anteprime nazionali e internazionali. Tra le più attese la prima proiezione in lingua italiana di Nanga Parbat, il film che il regista Joseph Vilsmaier – già vincitore nel 1996 al TrentoFilmfestival con il film Schlafes Bruder (tratto dal romanzo best seller dello scrittore Robert Schneider“Le voci del mondo”) – ha realizzato in collaborazione con l’alpinista Reinhold Messner. Il film racconta la tragica spedizione in Pakistan del 1970 al Nanga Parbat – la nona montagna più alta della terra – in cui il fratello di Messner, Günther, venne travolto da una valanga al termine di una avventurosa discesa dall’inesplorato versante Diamir. Reinhold lo cercò, senza successo, e alla fine scese da solo, ricomparendo alcampo base dopo sei giorni con gravi congelamenti ai piedi per cui dovette subire l’amputazione di sei dita.Nel 2005, quando il corpo di Günther fu trovato a 4.300 metri di quota, ai piedi della parete Diamir si scrisse la parola fine sulle accuse rivolte a Reinhold Messner da alcuni compagni di spedizione di aver abbandonato il fratello in difficoltà.Della regista Elisabetta Sgarbi, il TrentoFilmfestival presenta in anteprima italiana L’ultima salita, terzo episodio della sua trilogia sulla scultura sacra. Un documentario interamente dedicato ad una singolare opera di un artista camuno del 1700, Beniamino Simoni, che realizzò le statue per una via crucis di 14 cappelle, svelata grazie alla cinepresa in tutta la sua forza tragica ed espressiva. I testi di autori come Giovanni Testori, Vittorio Sgarbi, Erri De Luca, Remo Bodei, letti da Toni Servillo accompagnano le immagini in questo percorso che conduce al cuore dell’anima e dell’arte.Da diverse prospettive due registi raccontano storie di bambini tra le montagne. Ambientato nell’arido e maestoso paesaggio delle montagne innevate dello Zanskar, nella regione himalayana dell’ India, Himalaya le chemin du ciel della regista francese Marianne Chaud (una nomination per i “Cesar” 2010, gli Oscar del cinema francese) racconta la storia dei monaci bambini del monastero di Phukthal, ed in particolare di Kenrap, un bimbo di otto anni che da quando ne aveva cinque pensa di essere la reincarnazione di un anziano monaco. A partire dalla toilette mattutina a -20° C, durante il corso di filosofia, mentre lava i piatti o gioca con gli amici, fino ai pochi giorni di vacanza che trascorre in famiglia, la regista lo segue, parla con lui, si fa raccontare la sua vita. Il regista rumeno Björn Reinhardt in Der Kinderberg racconta invece la vita dei bambini di Obcina, un pittoresco villaggio di montagna in Romania, che fanno fronte all’inspiegabile assenza dei loro genitori con ammirevole impegno: coltivano gli orti e cucinano i pasti, si occupano di mucche e pecore, e utilizzano un sacco della loro preziosa immaginazione per tenersi occupati.Le montagne libanesi attorno ad Ain el-Halazoun fanno da sfondo al film The one man village del regista Simon El Habre. Osservando la vita in questo villaggio fantasma, che nel corso del giorno ritorna a vivere dopo le distruzioni portate dalla guerra civile e i cui abitanti appartengono tutti ad un’unica famiglia, si riflette sulla memoria collettiva in una terra che sembra vivere in una sorta di amnesia collettiva e che rimane semprevulnerabile di fronte a una nuova possibile guerra civile. Con Le main et la voix, il regista Hamzehian Anush ci accompagna in un viaggio dalla Corsica al Friuli, da Nizza al Trentino attraverso un vortice di dialetti e di lingue alla scoperta dell’antico gioco della mora, un gioco travestito da rituale magico, tra le grida, i pugni, le dita,il fervore, i volti alterati dei giocatori.Per gli appassionati di alpinismo e di sport estremi in anteprima a Trento The wildest dream: the conquest of Everest del regista Anthony Geffen indaga sui misteri dell’Everest legati al primo tentativo di salire il tetto del mondo de parte degli alpinisti George Mallory e Andrew Irvine nel 1924. Misteri che non furono sciolti neppure con il ritrovamento del corpo di Mallory nel 1999. Nel documentario, dove la voce narrante è affidata all’attore Liam Neeson, gli alpinisti Conrad Anker e Leo Houlding ripercorrono passo passo le loro tracce fino in vetta. E la cronaca più recente registra l’annuncio dello storico americano Tom Holzel di una prossima spedizione per recuperare il corpo di Irvine e la macchina fotografica che non fu trovata addosso a Mallory.Mount St.Elias è invece il drammatico racconto del regista austriaco Gerald Salmina sull’impresa di tre sciatori alle prese con la discesa del Monte St. Elias situato tra Yukon e Alaska, la più lunga discesa con gli sci mai realizzata, impresa interrotta da un tragico incidente che costò la vita a due dei tre protagonisti.Anche in questa edizione la serata – evento di apertura venerdì 30 aprile 2010 all’Auditorium S. Chiara: il festival prenderà il via con la proiezione di un film muto musicato dal vivo. In programma Der Heilige Berg (La montagna sacra), film del 1926 firmato da Arnold Fanck, uno dei maestri del Bergfilm genere di film molto popolare negli anni ’20 e ‘30, interpretato da Leni Riefenstahl e Luis Trenker. La colonna sonora originale composta da Edmund Meisel sarà eseguita dall’Orchestra regionale Haydn di Bolzano e Trento diretta dal maestro Helmut Imig. La serata sarà preceduta dall’incontro con la giornalista e critico cinematografico Irene Bignardi e Matthias Fanck,nipote del regista, sul “Bergfilm ed i suoi protagonisti”.Per i cinefili c’è un secondo appuntamento da mettere in agenda: sarà proiettato nell’edizione restaurata a cura della Cineteca di Milano Il Gigante delle Dolomiti, film muto del 1926 del regista Guido Brignone, un thriller di amore e spionaggio girato sui monti di Cortina d’Ampezzo che ruota attorno alla figura di un “maciste” alpino interpretato da Bartolomeo Pagano. La proiezione sarà accompagnata dalle musiche di Carlo Casillo eseguite da “Miscele d’Aria”. Tutte le informazioni su www.trentofestival.it.
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