I due maggiori sconfitti sono sicuramente Berlusconi e Bersani, alla guida di partiti che dalle…
Ugo Angelo Giovanni Rossi, neo presidente della provincia autonoma di Trento, eletto domenica con il 58% dei voti, nasce a Milano nel maggio del 1963. Sposato, un figlio di nove anni, vive a Lavis (Trento) dal 1995. Laureato in giurisprudenza, dapprima si occupa, nel ramo delle assicurazioni, di questioni legali relative alla liquidazione di grandi sinistri. Poi, dal 1997, presso la Ferrovia Trento Male’ diventa prima direttore del personale e responsabile dell’organizzazione del servizio autobus e ferroviario, e poi come responsabile della qualita’ e della formazione del personale, ruolo che attualmente ricopre. Rossi si occupa anche di relazioni industriali con il sindacato e del settore amministrativo delle tariffe. La politica arriva nel 1999 con la candidatura nelle liste del Patt al comune di Lavis e con la presenza nel direttivo della sezione locale. Nel 2002 invece gli viene chiesto di presiedere la commissione organizzatrice del congresso provinciale, in seguito al quale gli viene affidata la funzione di segretario organizzativo del Patt ed in tale veste entra a far parte delle giunta esecutiva del partito. Rossi ha presieduto la commissione elettorale per le elezioni provinciali del 2003. Nel 2004 poi viene proposto come candidato trentino del Patt nella lista Svp alle elezioni europee in appoggio alla candidatura di Ebner, successivamente eletto al Parlamento Europeo. Nel 2005 il congresso di Baselga di Pine’ lo elegge segretario provinciale, carica che tuttora ricopre dopo la riconferma avvenuta al congresso di Levico del 2007. Membro della commissione paritetica dei dodici dal 2006 al 2008, ha avuto l’onore di licenziare, fra le altre, la norma di attuazione che ha finalmente portato al Trentino la disponibilita’ delle centrali idroelettriche. Infine, dal 2008 e’ assessore provinciale alla salute e alle politiche sociali di Trento.
Ora il nuovo governatore Ugo Rossi, la nuova giunta e anche il nuovo consiglio avranno davanti un impegno fondamentale: recuperare credibilità nei confronti degli elettori trentini, che con il calo del 10% dell’affluenza hanno dimostrato di non credere più (o non più come prima) al “modello Trentino” che tanto è stato decantato nel resto della politica italiana.
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