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Gilmozzi replica ai sindaci: «Il treno di Transdolomites? Una riga sulla carta»- «Un progetto che ha comportato dieci anni di lavoro, col contributo di oltre 800 persone e 1650 questionari, nato esclusivamente attraverso un percorso locale che ha coinvolto tutti, documentato da decine di riunioni e altrettanti verbali, nei quali si dice esplicitamente che cosa si vuole. Parlare ora di decisioni calate dall’alto mi sembra assolutamente ingiusto e offensivo». Sono le dichiarazioni che l’assessore provinciale Mauro Gilmozzi , visibilmente contrariato, ha fatto ieri mattina in una conferenza stampa convocata a Cavalese, nella sede dell’Apt, per ribattere alle affermazioni fatte da alcuni sindaci di Fiemme ( l’Adige di mercoledì 13 gennaio), a proposito del «mancato» (così hanno detto) coinvolgimento della valle nel progetto mobilità. «Mobilità, viabilità, cultura e formazione» ha chiarito l’assessore, affiancato e sostenuto dal presidente dell’ente turistico Piero Degodenz e dal direttore Bruno Felicetti , «hanno costituito la base per arrivare, nel 2008, al protocollo d’intesa sul futuro di Fiemme. Un progetto estremamente positivo, che la Provincia di Trento ha assunto come modello, che ha approfondito, finanziato e inserito come proposta di piano stralcio nel suo piano della mobilità.Non solo, ma è stata anche costituita una apposita agenzia, che ha il compito non solo di seguire le opere previste per i Mondiali del 2013, ma anche di coordinare i dettagli dell’operazione, attraverso un confronto sistematico con la realtà locale. Qui, non so per quale ragione, si sono travisati i fatti. Questo è il progetto più discusso e partecipato degli ultimi anni in Trentino. Può piacere o meno, ma non si può assolutamente affermare che sia stato imposto. La conferma viene dal verbale del gruppo di lavoro relativamente alla seduta del 17 ottobre 2007, a firma dei coordinatori Fabio Vanzetta e Walter Cappelletto , laddove, in un documento finale di sintesi, si chiariscono in modo preciso le scelte future della valle, per alleggerire la statale 48, creare le connessioni dai paesi con la fondovalle, attivare un sistema di trasporti integrato e tutto il resto. Questo – ha aggiunto Gilmozzi – è un discorso di viabilità e di mobilità interno alla valle, che trova origine ancora nel 1999, con la prima fase del “Progetto Turismo”, poi ripresa e completata dal 2006 in avanti e completata appunto con la sottoscrizione del protocollo d’Intesa con la Provincia. Se poi qualcuno ha preferito non interessarsi al problema o interessarsi poco, non può parlare ora di decisioni imposte. Per chiarezza, farò avere l’intera documentazione a tutti i consiglieri comunali della valle». Secondo aspetto, la questione del collegamento della valle con Trento. Di fronte il progetto Metroland e il progetto Qnex, portato avanti da Transdolomites: «Non sono due proposte alternative – ha chiarito l’assessore – ma differenti. E la seconda ci sembra sinceramente approssimativa, con molti problemi di carattere geologico, paesaggistico ed ambientale difficilmente superabili. Una riga sulla carta e poco più. Comunque, come affermato da Alberto Pacher nell’incontro di Predazzo con il Pd, siamo pronti ad approfondirla, anche attraverso specifiche valutazioni tecniche. Ovviamente non potevamo farlo fino a quando, alla fine del 2009, non ci è stata ufficialmente presentata. Questo è il senso della mancata partecipazione dei rappresentanti della Provincia all’incontro di Pozza». Un’apertura, a dire il vero, che un mese fa non era stata nemmeno ipotizzata. E da qui erano nate le osservazioni critiche di Massimo Girardi e della sua associazione.MARIO FELICETTI l’Adige
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