Lo svedese Johan Olsson trionfa nella maratona sugli sci stretti a tecnica classica con partenza in linea…
E’ inutile negarlo, la psicosi dell’orso si sta diffondendo piano piano anche nel Trentino orientale. “Ero solito fare il mio giretto nel bosco.. ma ora non ci vado più..” / “..ho sentito dire che lo hanno visto e a funghi non ci vado..” / “..sola nel bosco? Non ci penso nemmeno!”
Non è raro sentire queste voci anche nei nostri paesi, che suonano come una sottile ombra di paura che si sta proiettando sul nostro territorio.
Dopo un lungo periodo di ascolto e di raccolta informazioni, abbiamo deciso di alzare questo velo sulla possibile presenza dell’orso nelle nostre valli.
Daremo naturalmente voce a chi sostiene la difesa dell’orso in Trentino e daremo altrettanto spazio a chi invece vede l’orso come una minaccia per le persone e per l’economia turistica delle nostre valli. Alla fine ci sarà un sondaggio per cercare di capire se la presenza dell’orso in Trentino è bene accetta o malamente sopportata.
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Il caso orsa Daniza:
(da www.orsolibero.it/)
MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA CACCIA E PER LA TUTELA DELL’ORSO IN TRENTINO
Arrabbiati, anche furibondi per come è gestita la fauna selvatica in Italia: a schioppettate!
Furibondi per come la Provincia Autonoma di Trento gestisce la popolazione di orsi trentini: perseguitandoli, incarcerandoli, uccidendoli nonostante non siano colpevoli di crimini di alcun genere.
La Manifestazione Nazionale Contro la Caccia e per la Tutela dell’Orso in Trentino di sabato 20 settembre a Trento, nonostante queste premesse, si è svolta pacificamente. Proprio come volevamo: pur molto arrabbiati, siamo non violenti e convinti che il metodo del confronto democratico sia l’unico possibile per la risoluzione di qualunque controversia. Anche quella sorta con la PAT, per la pessima gestione degli orsi, la persecuzione e l’uccisione della mamma orsa Daniza.
Provenienti da più parti d’Italia, abbiamo manifestato il nostro disagio e mentre chiedevamo, a gran voce, le dimissioni della Giunta PAT, in particolare Ugo Rossi, Alessandro Olivi, Michele Dallapiccola, promettevamo che non finiva lì.
Abbiamo dato sfogo alla delusione, alla frustrazione per non essere riusciti a fare in modo che Daniza vivesselibera, ma non ci siamo placati.
Continueremo con la necessaria decisione e la freddezza indispensabile quando ci si trova a confrontarsi con emotivi dalle idee povere, limitatissime anche nel numero e molto confuse.
Ringraziamo le forze dell’ordine, in servizio di ordine pubblico, che hanno garantito la regolarità e la sicurezza della manifestazione e di tutti gli intervenuti.
Un ringraziamento a tutti i manifestanti, che hanno dedicato i pensieri della giornata agli animali selvatici sadicamente massacrati e agli orsi trentini, uccisi come Daniza, perseguitati senza che nulla di male abbiano fatto.
Grazie alle associazioni che hanno aderito ufficialmente alla manifestazione intervenendo anche con responsabili nazionali come Andrea Brutti dell’ENPA che ha sfilato a fianco di Graziella Zavalloni, Presidente LAC.
Ci teniamo a rammentare, i resoconti giornalistici non sono stati precisi, che alla Manifestazione Nazionale Contro la Caccia e per la Tutela dell’Orso in Trentino di sabato 20 settembre a Trento, hanno aderito:
ENPA - LAV - OIPA - Pan EPPAA - FLAMA D’ANAUNIA - ETICANIMALISTA - ANIMAL AMNESTY -GUARDIE PER L’AMBIENTE
Francesco Mongioì
LAC – Lega Abolizione Caccia
Coordinatore Comitato per l’orso Trentino Alto Adige/Südtirol
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Orsi trentini: chi è affetto da psicosi? La gente della montagna o i fanatici che vogliono riempire le Alpi di orsi?
di Michele Corti
(testimonianze raccolte da Laura Zanetti )
I personaggi politici e della tecnoburocrazia della Provincia autonoma di Trento, in particolare quelli del Corpo forestale e del Dipartimento foreste si smentiscono ormai l’uno con l’altro quando ci sono di mezzo gli orsi. Peggio, smentiscono anche sé stessi. Ma nonostante sia palese l’incapacità di tenere una linea unica e coerente si insiste a tenere la gente all’oscuro di quello che sta succedendo
Nel giro di poche settimane si è passati alla difesa della linea Maginot (gli “orsi non sono pericolosi, anche l’attacco a Zadra un falso attacco”) ad ammettere che il pericolo c’è e a richiedere (dott. Zanin) al Ministero degli interni l’autorizzazione alla vendita e al porto dello spray anti orso (quello che l’avv. Giuliano – tacciato di allarmismo – chiedeva sin dal 2013).
Di fronte all’evidenza di una gestione orsi sfuggita completamente di mano, alla paura palpabile nella popolazione, ai danni al turismo, alla clamorosa smentita di tutte le loro asserzioni e previsioni ( dicevano che “la popolazione di orsi ci metterà trent’anni per arrivare a quaranta esemplari” quando ne sono bastati dieci) i personaggi della “Tragicommedia dell’orso” non appaiono oggi molto attendibili (non lo sono mai stati).
Però certe asserzioni di pochi giorni fa (riportate da il Trentino del 10 luglio) dell’assessore Dallapiccola e del dott. (in legge) Groff, “responsabile orsi” dentro l’Ufficio fauna retto dal dott. Zanin nell’ambito del Dipartimento foreste diretto da Romano Masè (che è anche comandante del Corpo forestale) danno da pensare. L’assessore Michele Dallapiccola diceva che la popolazione di orsi è destinata a distribuirsi sul territorio in misura superiore rispetto a quando si è verificato finora. (Orsi: le femmine affezionate al Trentino occidentale) Ma Claudio Groff ribadiva che il momento della diffusione delle femmine ad Est dell’Adige è lungi dall’essere imminente. Non sarebbe l’unica volta che in queste settimane il politico e il burocrate appaiono a dir poco “non perfettamente allineati”.
Come fanno le femmine con i cuccioli ad attraversare l’asta dell’Adige?
Per ora tutte le femmine di orso deportate dalla Slovenia sono rimaste dove le avevano collocate. Loro e le loro figlie e nipoti. Tutte tranne la Vida che, subito dopo il trasloco - nell’agosto 2001 - tentò di tornare a casa. Però perse l’orientamento (o trovò degli ostacoli) e, dopo aver girovagato a lungo e in largo e raggiunto il bellunese e l’Austria, ritornò a Ovest dove finì investita sull’autobrennero fratturandosi una zampa nella collisione. Ma Vida, orsa “ribelle”, che non accettava la deportazione in Trentino, era un soggetto giovane e senza cuccioli sradicato brutalmente dal suo habitat. Ve la immaginate un’orsa adulta con i cuccioli che attraversa a nuoto l’Adige e poi la ferrovia, la statale, l’autostrada? Facile per un adulto scavalcare le reti autostradali, ma i cuccioli? Eppure, come riferito da Laura Zanetti (dell’associazione malghesi e pastori del Lagorai), il sig. Walter Lazzerini, pastore a Malga Cagnon de Sora,in comune di Telve nel Lagorai, il 28 giugno scorso - mentre stava sbinocolando per osservare possibili camosci sulla vicina montagna Toller – ha focalizzato con chiarezza un’orsa con due cuccioli. Qualcuno mette in dubbio che un pastore con lunga esperienza confonda con il binocolo un gruppetto di orsi con uno di camosci?
Ma allora come arriva un’orsa (con i cucciuoli) se, come dice Groff: “non si spostano mai dall’area del Trentino occidentale dove sono concentrate”. A pensare male si fa peccato, ma ci si azzecca (come diceva un famoso politico di altri tempi). E allora viene da pensare che quando Dallapiccola parla di “popolazione di orsi destinata a spalmarsi su tutto il Trentino” egli faccia riferimento ad un’azione segreta di dislocazione già in atto da parte della PAT.
Un modo per allentare la tensione nelle aree cade e per obbedire all’adagio “mal comune mezzo gaudio”. Ma con gli orsi il gaudio non c’è proprio (salvo per i loro fan che se ne stanno tranquilli in città)!
L’orsa e i cuccioli non saranno stati lanciati dagli elicotteri (come si raccontava a proposito delle vipere) ma, con un anonimo camion ben mimetizzato, avrebbero ben potuto arrivare nel Lagorai di nascosto. Il Lagorai è un vero paradiso per gli orsi: poche strade, tanti pastori con ottima carne ovina, caprina, di vitello. Menù a scelta. La tentazione è forte.
Fedele alla linea
Intanto l’ineffabile dott. Groff (che resta “fedele alla linea” mentre l’assessore e il suo dirigente lo stanno scaricando) a proposito della moltiplicazione degli avvistamenti in tutto il Trentino insiste a parlare di “illazioni” mentre i media traducono in “psicosi” (“Aumenta nelle ultime settimane la psicosi per l’orso in provincia. Ora l’orso viene visto dappertutto, Vezzano, Cimone, Nanno, sulla strada vecchia di Levico, in Vallagarina, nel Bleggio, a Strigno ecc ecc.” Aumenta la psicosi da orsi. Ma ora attenti anche ai lupi) . In ogni caso Groff, a seguito delle numerose segnalazioni, si è preso la briga di redigere un comunicato dal titolo:Voci e illazioni sulla presenza dell’orso nel Trentino orientale . Esso recita: “Nella parte orientale della provincia invece l’orso non è presente, salvo rarissimi esemplari, non stabili e per lo più in transito. Nessuna delle voci al riguardo che si sono rincorse in questi giorni è stata sinora suffragata dal benché minimo riscontro”. Groff nella sua partita a poker per difendere come un giapponese Life ursus conduce un gioco azzardato. Negando i riscontri sulla presenza degli orsi in Valsugana e altrove nel Trentino orientale presta il fianco all’accusa di esporre le popolazioni a seri rischi.
Quanto siano “rarissimi” gli esemplari a Est dell’Adige lo smentiscono le notizie degli ultimi mesi. Ai primi di maggio un orso aveva lasciato le sue impronte sul Calisio (tra Trento – 3,8 km in linea d’aria dal duomo – e Civazzano) e quindi a Ronchi, in Primiero, in valle dei Mocheni e nei boschi di Civezzano, oltre che in bassa Valsugana. Secondo altre testimonianze negli stessi giorni orme erano state individuate anche in valle di Fiemme, ma è plausibile che si trattasse di un altro esemplare (Orme di orso dalla Valsugana alla val di Fiemme).
Sul Calisio l’orso è riapparso a fine giugno e si è fatto vedere ripetutamente sul versante Nord destando paura nel paese di Martignano tanto che Giorgio Degasperi, questore forestale in pensione, ha avvisato Groff che- dovendo fare da guida ad un’escursione di gruppo della Cassa rurale – per mettere in sicurezza i parteciupanti si sarebbe portato una pistola (L’orso è stato avvistato anche sul Calisio, paura a Martignano). Cosa che in Trentino non è ormai il solo a fare (e poi c’è chi dice di andare in giro anche con roncole ed altri gingilli…).
I forestali tengono nascosti i riscontri
In Valsugana fioccano segnalazioni di avvistamento degli orsi che non sono state raccolte dai media. Luciana Fezzi è titolare di un’Azienda agricola in loc. Stalletta diBorgo Valsugana) e riferisce che :
Attorno a Pasqua, dopo la recita del Rosario, io e mio marito stavamo andando a letto. Sto chiudendo i balconi e sento un urlo tremendo, mai sentito. Corro fuori casa..,vede qui sopra c’è un prato recintato con filo elettrico, dove le nostre vacche stazionano anche la notte… e sopra il muretto c’è un sentiero che porta a San Giorgio [località con 3 …4 case abitate]. Osservo che i miei animali stanno portandosi in alto , probabilmente attirati da quel “ verso”… La sera dopo tutte le bestie erano agitate così un mio nipote si è portato nel bosco per curiosità e ha osservato la presenza di tracce dell’orso…(le ha confrontate entrando in internet). Dopo qualche giorno abbiamo avuto la conferma da una persona che vive qui vicino e che lo aveva visto aggirarsi. Ho preso coraggio e ho chiamato i forestali i quali, dopo un breve sopralluogo, hanno raccomandato di non lasciare in giro cibo per i cani. Siamo indignati per quanto riportato a Rai 3 cioè che sono gli orsi ad avere paura di noi, non il contrario. Se penso quanto abbiamo lavorato nella nostra vita… senza strada e con 4 bambini …!
A smentire la teoria della psicosi collettiva sono gli stessi forestali. Essi hanno precisi riscontri della presenza dell’orso ma li tengono nascosi. Non solo, ma essi inducono – grazie alla loro autorità di polizia - le persone che hanno avvistato l’orso a tacere. Clamoroso il caso di Rino Stefani un apicoltore di Tezze di Grigno che l’orso l’ha non solo avvistato ma anche fotografato. Indicando il sito dell’ “incontro” con l’orso l’apicoltore racconta:
Qui l’ho visto e fotografato nel mese di marzo di quest’anno . Ho avvisato la Forestale che mi ha raccomandato di non dirlo alle persone del paese per evitare allarmismo. Io ho pensato: e se poi ci scappa il morto ? Non mi sembra che questa sia serietà. L’anno scorso mi aveva divelto alcune arnie e non ho presentato nessun carteggio per il risarcimento visto che sono valutate pochi euro. Vorrei invitare qui qualche verde a controllare le mie arnie … Guardi io ho il porto d’armi sportivo, qui sopra ho il fucile e se dovessi trovarmi nelle condizioni di difendermi dall’orso non avrei dubbi ad impugnarlo.
Indicativo della situazione in Valsugana (e della posizione dei forestali “qui lo dico e qui lo nego”) anche un altro episodio avvenuto il 10 luglio e riferito dalla stessa Laura Zanetti, in questo caso testimone di sé stessa:
Ieri sera di ritorno dalle malghe di Torcegno m’ero fermata al ristorante Le Pozze, sopra Roncegno terme. Sono entrate 4 persone e tra queste un forestale, che non mi ha riconosciuta. Raccontava che ieri un orso era stato avvistato al passo Manghen.
Nessuna fra le orse nate in Trentino ha mai lasciato la nostra provincia. Anzi, per essere precisi, tutte sono rimaste in un’area di circa 950 chilometri quadrati (il Trentino si estende per oltre 6 mila chilometri quadrati) compresa fra la valle di Non, il Gruppo di Brenta, il Bondone e lo Stivo. Ed è chiaro quindi che anche gli orsi maschi – benché abituati a spostamenti molto più ampi, compresi sconfinamenti, anche ampi, fuori provincia – continuano a frequentare volentieri il Trentino occidentale, dove infatti si verificano la maggior parte degli incontri, dei danni provocati dai plantigradi e anche tutti gli episodi che hanno fatto notizia: dall’aggressione dell’agosto scorso (protagonista l’orsa Daniza) per arrivare all’episodio di Cadine.
Al servizio faunistico nelle ultime settimane hanno ricevuto numerose segnalazioni di orsi anche nel Trentino orientale, ma nessuna di queste ha ottenuto, in seguito alle verifiche, alcun riscontro. Siamo alla psicosi? Di sicuro c’è l’asta dell’Adige – con il fiume, l’autostrada e i principali centri abitati della provincia di Trento – che scoraggia gli orsi dal muoversi verso il Trentino orientale. Qualche riscontro in realtà c’è – nella zona degli altipiani Cimbri e in Valsugana – ma secondo gli esperti del servizio faunistico si tratta solo di trasferimenti occasionali. Fateci caso: tuti gli episodi che hanno fatto notizia (compreso il sonnellino dell’orso Gasper sul Doss Trento nel maggio del 2002) si sono verificati sulla destra orografica del fiume Adige.
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Gianni di Albiano, andavo a camminare tutte le sere nel bosco sopra Albiano con mia moglie ma adesso non ci andiamo più, ci sono stati diversi avvistamenti dell’orso e abbiamo paura. La scorsa settimana c’è stato un gran via vai di forestali.
Si parla di avvistamenti al Lusia nella zona di Degoia, alla Scofa sotto Bellamonte, a Panchià dove è stata fotografata un’impronta con successivo ritrovamanto di pelo di orso, senza parlare dei dintorni di Predazzo dove un biker e una signora avrebbero visto qualcosa. .
Orsi di passaggio, si dice, che si spostano in direzione Trentino orientale dove si trovano le femmine. Orsi maschi quindi, che non farebbero del male ma che tenderebbero piuttosto a nascondersi.
Abbiamo contattato una giovane e sportiva signora, super appassionata di montagna che ogni giorno cammina sul Lagorai e lo percorre in lungo e in largo e a tutte le quote: “mai trovato traccia di orso e nessun avvistamento.. finora”.
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Le voci ufficiali
La forestale di Cavalese tranquillizza tutti dicendo che l’orso da noi non è arrivato ma la paura dell’orso si. Naturalmente non si esclude che qualcuno lo possa incontrare anche domani, si tratterebbe però di orsi non stanziali ma di solo passaggio per raggiungere le femmine nel Trentino orientale. Alcuni anni fa sono state rilevate orme di orso sul Lagorai.
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Le voci non ufficiali
Gli orsi in Trentino sarebbero tra i 150 e i 200 esemplari. Le femmine sarebbero circa 60 e partorirebbero uno o due cuccioli all’anno. Durante l’estate una trentina di orsi avrebbe attraversato l’asse dell’Adige spostandosi nel Trentino orientale.
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Intanto viene creato il “Corridoi Ecologico” per permettere agli orsi e altri animali di attraversare in sicurezza l’asse dell’Adige
Azione dimostrativa di tutela di specie: miglioramento dei corridoi ecologici della Valle dell’Adige
Il problema: l’attuale assetto ambientale della valle dell’Adige rappresenta un serio ostacolo nei confronti degli spostamenti e dell’espansione del proprio areale distributivo che stanno manifestando sull’Arco alpino alcuni grandi Mammiferi, taluni dei quali di interesse comunitario. Orso bruno (Ursus arctos), lupo (Canis lupus) e sciacallo dorato (Canis aureus) ma anche Ungulati come cervo (Cervus elaphus) e capriolo (Capreolus capreolus) riescono a spostarsi da un lato all’altro della grande vallata solo con molta difficoltà e pericolo per sé stessi ma anche per autoveicoli e convogli ferroviari.
La situazione: la Valle dell’Adige è uno dei maggiori solchi vallivi dell’Arco alpino. Sul suo fondo scorre il fiume Adige che dalla metà dell’Ottocento è rettificato e canalizzato. Tale importante corso d’acqua è circondato da un contesto ambientale costituito quasi ovunque da coltivazioni intensive punteggiate da centri abitati ed è attraversate da numerose vie di comunicazione: strade, autostrade e ferrovie.
Cosa farà LIFE+ T.E.N.: nel sito “Foci dell’Avisio” saranno create due fasce di bosco lungo i fianchi della golena che accoglie il corso d’acqua e che rappresenta l’unico, vero “corridoio naturale” presente in tutto il tratto della valle dell’Adige tra Trento e Bolzano. Le fasce boscate sono destinate a favorire il passaggio degli animali riducendo in maniera significativa il disturbo proveniente dalle campagne e dalle aree urbanizzate circostanti e offrendo nel contempo ad essi aree di sosta e di riposo
Risultati attesi: un significativo potenziamento della funzionalità della golena del torrente Avisio in qualità di “corridoio ecologico”.
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Non solo orso ma anche lince e lupo CONVIVERE CON I GRANDI CARNIVORI: A SETTEMBRE UN CORSO DELLA SAT |
Fornire una conoscenza oggettiva dell’orso e dei grandi carnivori, assieme alle nozioni di base per una convivenza equilibrata con i grandi carnivori; approfondire gli aspetti gestionali della presenza del plantigrado in Trentino; guidare alla conoscenza degli ambienti frequentati dall’orso e al riconoscimento degli indici di presenza ursina rinvenibili sul campo, le corrette modalità di raccolta/archiviazione dei campioni: sono questi i principali obiettivi di “L’orso e i grandi carnivori: la convivenza possibile”, un nuovo “avvicinamento” informativo all’orso promosso dalla Commissione Tutela Ambiente Montano (TAM) della Società degli Alpinisti Tridentini in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento, il Parco Naturale Adamello Brenta e il Comune di Spormaggiore. Si tratta di un vero e proprio corso che si svolgerà in due tappe, sabato 19 settembre a Spormaggiore e sabato e domenica 26 e 27 settembre in Val Ambiez e Valle di Non.
L’iniziativa, come ricorda la Sat, nasce dall’impegno assunto dalla Società Alpinisti Tridentini a tutela dell’orso bruno con la mozione “grandi carnivori” approvata nel 2013 e dal documento “Proposte per la gestione dei grandi carnivori in Trentino” elaborato dalla TAM.
il corso è rivolto preferenzialmente agli operatori SAT che si trovano ad accompagnare soci o sono chiamati a fare cultura della montagna (gestori di rifugio, istruttori e accompagnatori di alpinismo giovanile e di escursionismo, capi gita). Più in generale si rivolge a tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza dell’orso, per lavoro, studio o semplice curiosità.
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simona cusini
20 agosto 2015 at 23:52
Orso no.
dube
22 agosto 2015 at 14:45
Amo gli animali,tutti.Questi plantigradi,li libererei volentieri nel parlamento tra i più corrotti del pianeta,(non serve dire quale);li libererei, e chiuderei le porte una volta fatti entrare.
Sandra
20 settembre 2015 at 22:23
Il 26 agosto 2015 alle 16.00- 16.15 circa camminavo con i miei bambini nel territorio di Samone, io ero più avanti rispetto a loro. Dopo il Cristo d’oro lungo strada sterrata in direzione Primaluna-Monte Tauro dopo 3 o 4 tornanti mi ha attraversato la strada un animale che descrivo così: piccolo, basso, tozzo, largo, nero, saltellava in avanti molto veloce, non era un cane, non era un tasso o perlomeno i tassi che ho visto in precedenza non gli assomigliavano, stupita ho continuato a camminare lungo la strada cercando di vedere se riuscivo a rivederlo, non l’ho seguito nel bosco, ho continuato a camminare con i miei bimbi che avevano raggiunta, finchè escludendo tutte le altre specie animali ho pensato e se … fosse un piccolo di orso nero? Io gli orsi li ho sempre immaginati marroni! A quel punto siamo ritornati indietro e ho telefonato al Servizio Flora e Fauna per effettuare la mia segnalazione. Leggendo poi in internet ho scoperto che più persone hanno visto orsi nel Trentino Orientale.
Giovanni Mangani
26 luglio 2021 at 22:13
ORSI SÌ !!! Proporrei di dotare gli orsi adulti di MICROCHIP e sviluppare una APP, che scaricata su smartphone, segnali un alert ai gitanti, in caso di avvicinamento ad un orso.